Bip (Business integration partners), multinazionale italiana di consulenza controllata dal fondo Apax Partners, ha acquisito Vidiemme, società milanese che sviluppa progetti di digital innovation in ambito web, mobile e nuove tecnologie, operativa anche a San Francisco con la controllata VDM Labs. Vidiemme manterrà la sua identità aziendale dopo l’operazione.
L’acquisizione è finalizzata ad arricchire ulteriormente l’offerta di Bip grazie alle competenze in termini di innovazione di Vidiemme, che contribuiscono al completamento dell’offerta integrata end to end: dalla consulenza di Bip all’experience design con Sketchin, la società del gruppo leader nel design thinking, fino allo sviluppo di soluzioni tecnologiche web, mobile e di frontiera di Vidiemme. La presenza a San Francisco consentirà inoltre a Bip di proporre progettualità non ancora presenti sul mercato italiano e di sperimentare con le aziende le potenzialità delle tecnologie future applicate a specifici ambiti e business.
“La scelta di un partner all’avanguardia in termini di innovazione come Vidiemme è stata fortemente voluta e appoggiata perché rappresenta per Bip il completamento di un’offerta end to end digitale, fondamentale per il nostro piano di crescita e per rafforzare il posizionamento del Gruppo quale eccellenza italiana nel mondo”, ha commentato Fabio Troiani, amministratore delegato di Bip. “Questa acquisizione porta a compimento il percorso che ci ha visti evolvere negli anni da software house a technology advisor, con un approccio sempre più consulenziale: la tecnologia e l’innovazione che offriamo hanno un valore più ampio della semplice implementazione di soluzioni digitali. Far parte di un gruppo come Bip ci permette di aumentare ulteriormente questo valore e dare un segnale forte ai nostri clienti e al mercato”, ha aggiunto Luca Valsecchi, fondatore e amministratore delegato di Vidiemme.
Quest’ultima, con sede a Milano, conta 100 dipendenti ed è attiva dal 2004 nella consulenza per lo sviluppo di soluzioni digitali. Tra i suoi clienti rientrano Eni, Adidas, Furla, Mondadori, Adecco e Whirlpool. Vidiemme ha chiuso il 2018 con un fatturato di 5,58 milioni di euro, un ebitda di 280 mila euro e una liquidità netta di 808 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Dopo Vidiemme, Bip intende effettuare nuove acquisizioni all’estero: i suoi vertici in occasione di una conferenza stampa del dicembre scorso avevano dichiarato che l’azienda pensava di acquisire nel 2020 una società in Francia o Gran Bretagna e dal 2022 un’altra negli Usa, in modo da accedere anche al mercato americano (si veda altro articolo di BeBeez). “Il piano di acquisizioni prevede un focus su Francia, Germania e Regno Unito nei prossimi 2-3 anni. Cercheremo società con cultura e modello di business simile al nostro, che abbiano anch’esse l’ambizione di diventare delle multinazionali”, aveva spiegato l’amministratore delegato Carlo Maria Capè. In ogni caso, la società si aspetta di acquisire competenze da queste operazioni, aveva precisato il presidente Nino Lo Bianco. I vertici di Bip prevedono un posizionamento all’estero che crescerà del 40% nei prossimi tre anni, con l’acquisizione di una leadership in Europa e in America Latina e un successivo sbarco in Nord America.
Bip nel gennaio scorso ha ottenuto un finanziamento da 90 milioni di euro da un pool di banche composto da Bnp Paribas, Crèdit Agricole e Ubi Banca (si veda altro articolo di BeBeez). I capitali sono serviti a rifinanziare completamente il bond senior da 65 milioni di euro sottoscritto da Tikehau Capital nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) a supporto del buyout da parte di Apax (si veda altro articolo di BeBeez). Gli ulteriori 25 milioni di euro del finanziamento appena erogato saranno invece destinati a finanziare future acquisizioni previste dal piano strategico della società.
Bip oggi impiega oltre 2.600 persone a livello globale, che offrono servizi di consulenza direzionale e business integration in: Italia, Inghilterra, Spagna, Turchia, Brasile, Belgio, Svizzera, Austria, Stati Uniti, Emirati Arabi, Cile e Colombia. Il gruppo ha chiuso il 2018 con 205 milioni di euro di ricavi, mentre la società italiana ha raggiunto i 181,5 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 20,5 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 60 milioni, bond incluso. Ma i numeri 2019 saranno già ben più importanti a livello di gruppo: “Oggi fatturiamo intorno ai 250 milioni con l’estero che vale il 20%. L’obiettivo è arrivare al 2022 con 400 milioni di ricavi, di cui il 40% oltreconfine”, aveva detto l’ad Capè lo scorso agosto in un’intervista a Forbes.