Il 19 marzo scorso i commissari straordinari diella catena italiana di arredamento Mercatone Uno (Antonio Cattaneo, Giuseppe Farchione e Luca Gratteri) hanno chiesto al tribunale l’autorizzazione a cedere 6 punti vendita (Calenzano, Monterosi, Roma, San Giuseppe di Comacchio,Villanova d’Albenga e San Cesareo) a due diverse realtà imprenditoriali, salvaguardando 161 posti di lavoro. In particolare, il punto vendita di San Cesareo non è stato mai retrocesso all’amministrazione straordinaria in quanto privo della componente immobiliare, oggetto di sfratto eseguito ancor prima del fallimento di Shernon Holding, proprietaria di Mercatone Uno, avvenuto il 23 maggio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Lo riferisce l’agenzia di stampa Adnkronos.
I tre commissari nell’ottobre 2019 avevano reso noto che erano 24 i compratori interessati a rilevare Mercatone Uno (si veda altro articolo di BeBeez). La società era finita in amministrazione controllata dal 2015, schiacciata da 400 milioni di debiti (si veda la nota del Mise) e nell’aprile 2017 aveva ceduto la catena di gioiellerie accessibili È oro al Gruppo Stroili, che a sua volta fa capo al gruppo francese Thom Europe (si veda altro articolo di BeBeez). Shernon Holding era stata scelta dai tre commissari nominati nel 2015 dal Ministero dello Sviluppo Economico al termine dell’amministrazione straordinaria (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari) per rilevare gli asset di Mercatone Uno: 55 punti vendita, la struttura amministrativa di Imola e la piattaforma logistica di San Giorgio di Piano in provincia di Bologna. La scelta di Shernon era avvenuta dopo tre bandi di vendita andati deserti. L’azienda aveva rilevato i punti vendita di Mercatone Uno nell’agosto 2018, promettendo la continuità occupazionale e di raddoppiare il fatturato in 4 anni, portandolo a 500 milioni di euro al 2022, grazie a 25 milioni di euro di investimenti tra acquisizione e successivo supporto allo sviluppo.
A sorpresa, il 23 maggio 2019, una settimana prima del vertice al Mise per presentare il piano di rilancio, Shernon è stata però dichiarata fallita dal tribunale di Milano (si veda qui la sentenza di fallimento), schiacciata da 90 milioni di euro di debiti accumulati in soli 9 mesi. Secondo le ricostruzioni del commissario giudiziale Marco Russo, la società ha omesso il pagamento degli oneri previdenziali per oltre 8,7 milioni, non ha rimborsato i creditori per 60 milioni e non ha onorato neanche le pendenze con l’amministrazione straordinaria dopo aver corrisposto solo 10 dei 25 milioni pattuiti, frutto della vendita del magazzino a una società americana per 18 milioni, un prezzo che si ritiene sottostimato rispetto al suo reale valore. Rigoni si era detto sicuro di poter trovare un socio per ricapitalizzarla. Un fondo spagnolo aveva fatto una due diligence, ma non era andato oltre. Dopo la dichiarazione di fallimento, nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 maggio, Shernon Holding ha comunicato ai 1.860 dipendenti di Mercatone Uno di non presentarsi più al lavoro via WhatsApp e Facebook, mentre i clienti che dovevano ritirare della merce o avevano versato acconti per migliaia di euro hanno trovato i negozi chiusi da un giorno all’altro.
Il 5 febbraio scorso sono stati tutti assolti perché “il fatto non sussiste” i 6 imputati del fallimento di Mercatone Uno, accusati di bancarotta fraudolenta per distrazione. Secondo quanto ricostruito all’epoca dagli investigatori della Guardia di Finanza, i sei avrebbero attuato dal 2005 al 2013 diverse operazioni societarie per depauperare l’azienda, arrivando a sottrarre nel tempo 300 milioni di euro alla società. A giudizio c’erano anche le tre figlie del fondatore Romano Cenni, scomparso nel 2017. La Procura aveva chiesto condanne per tutti, fino a 4 anni e 4 mesi (si veda la Repubblica Bologna).
I 500 fornitori di Mercatone Uno, che vantano crediti non riscossi per circa 250 milioni di euro, si sono riuniti nell’Associazione Fornitori Mercatone Uno perché a rischio sopravvivenza a causa dei mancati pagamenti (si veda altro articolo di BeBeez). In gioco anche l’indotto, che impegna in Italia quasi 10 mila persone. Guidati dall’imprenditore William Beozzo, gli associati hanno reso noto l’interesse a convertire i loro crediti in quote del capitale di Mercatone Uno, sul modello della Parmacotto (si veda altro articolo di BeBeez).