Conversazione con Michele Canditone, Consigliere del Teatro Parenti
La cultura, è inutile negarlo, è uno dei settori che sta soffrendo maggiormente, anche perché è considerata non indispensabile e soprattutto non è equiparata ad un’impresa. Il teatro e il mondo della musica, sono danneggiati ulteriormente. Per capire come stanno le cose abbiamo sentito Michele Canditone, Consigliere con delega del Teatro Parenti di Milano, un’istituzione, non solo sotto il profilo culturale ma anche per l’unicità della presenza di una piscina, I Bagni Misteriosi, che rendono questo luogo uno spazio di incontro e di svago unico. Speriamo in una risposta entro due mesi e se la sua richiesta andrà a dama, il teatro sarà sostenuto alla stregua di un’azienda.
Michele Canditone, napoletano, dal 2015 è Consigliere con delega Teatro Franco Parenti, società cooperativa impresa sociale e management e, dal 2014, Procuratore del Presidente e del Vice Presidente Fondazione Pier Lombardo. Arriva al teatro tardi nella sua carriera e da Manager che non vuole – ci tiene a precisare – lasciarsi influenzare dagli spettacoli e dai cartelloni. Timbrato come “l’uomo che risolve il problema”, ha cambiato spesso azienda e ambito d’intervento perché quando le cose si sistemano si annoia mentre è stimolato dalle difficoltà. Il presente dunque può essere davvero stimolante per chi non si arrende. Ci ha raccontato che “il sogno era fare l’avvocato ma una triste storia familiare mi ha portato su un’altra strada. Dopo aver conseguito nel 1973 il Diploma di maturità Scientifica, due anni dopo ho preso quello di Ragioniere e Perito Commerciale. Mi sono iscritto all’Università di Napoli alla Facoltà di giurisprudenza, ma la necessità di lavorare, mi ha spinto a ottenere l’abilitazione all’esercizio dell’attività di Consulente del Lavoro che si poteva prendere senza la laurea ma con il Diploma di Ragioneria.” Otterrà poi nel 1982 presso l’Istituto Universitario Navale la Laurea in Economia Marittima e, nel 2004, presso la Western States University, la Laurea honoris causa di Doctor of business.
Com’è arrivato al Teatro Parenti?
“E’ la seconda volta, dopo l’incarico ricoperto tra il 2005 e il 2008 quando mi occupai della ristrutturazione. Messo a regime il teatro, ho deciso di lasciarlo anche se non è stato facile andarmene e mi sono dimesso con la promessa di tornare una volta che fosse estesa la concessione per la piscina. Così è stato. Oggi sono Amministratore delegato del Teatro e dei Bagni Misteriosi oltre che Procuratore della Fondazione del Teatro e dell’Associazione del Pier Lombardo. Inizialmente coinvolto per la realizzazione del complesso, in questo momento sto cercando di intervenire per ottenere un sostegno adeguato.”
Qual è il suo appello e il suo impegno?
“Sono molto preoccupato per quanto sta accadendo perché tutte le iniziative di tipo culturale, nel merito delle quali non entro, non sono remunerative così come la riapertura prevista a fine anno e seguendo le norme nuove di sicurezza rischiano di essere un costo invece che un guadagno. Il problema è che la distanza di sicurezza impone un posto occupato e otto vuoti, due da un lato, due dall’altro, due nella fila davanti e due nella fila posteriore, senza tener conto che i biglietti non solo non dovranno avere una maggiorazione ma probabilmente uno sconto per incentivare le persone a tornare a teatro. Il vero problema è che il teatro è poco rappresentato e non considerato alla stregua di un’azienda che in Italia occupa oltre 100mila addetti diretti, senza considerare l’indotto, fatto ad esempio di trasportatori e facchini. Questo è il nodo che il Decreto “Salva Italia” non considera. Mi sono così rivolto al Mediocredito Centrale per poter estendere quanto previsto per le pmi anche per i teatri con un fondo di garanzia pari all’80% e il restante 20% erogato da Confidi, da restituire in 6 anni.”
Che aspettativa ha su questo provvedimento?
“Sono relativamente ottimista e credo che se tutto procede per il meglio nell’arco di un mese e mezzo sarà erogabile. D’altra parte tenuto conto che le associazioni di categoria, invece di apprezzare un diverso pensiero che potrebbe risultare stimolante da una oggettiva critica, si offendono. La libertà di pensiero diventa anti corporativismo”.
a cura di Ilaria Guidantoni