Granarolo ha affidato al consulente Euromerger l’incarico di cedere la quota in Pastificio Granarolo, di cui possiede il 50% dal 2015, al fianco della famiglia Mattei. Lo riferisce Il Sole 24 Ore. L’azienda, con sede a Granarolo dell’Emilia (Bologna), può contare su un impianto di 9.000 mq. Produce prevalentemente pasta all’uovo, che vende per l’80% in Italia e per il restante all’estero, in particolare Germania, Belgio, Canada e Gran Bretagna. La società oggi ha un fatturato di circa 8 milioni euro e un margine ebitda del 7%. L’operazione fa parte di un progetto più ampio di concentrazione del gruppo sul core business di latte e latticini.
Sul mercato, infatti, è stata messa anche Pandea Dietetica, azienda italiana specializzata in produzione di prodotti da forno con e senza glutine, fondata a Parma nel 1946, che ha chiuso il l2018 con ricavi per 11 milioni di euro e che era tata acquisita dal Gruppo Granarolo nel novembre 2016 (si veda qui il comunicato stampa). Il gruppo Granarolo nel settembre scorso ha messo in vendita anche Conbio, la controllata che produce alimenti vegetali e biologici (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando al Pastificio Granarolo, l’azienda è nata come bottega di pane e pasta fondata da Evaristo Girotti e dalla moglie Enrica Bolelli negli anni Venti, nel centro di Bologna. Negli anni Trenta la figlia, Aldina Girotti, ha iniziato ad affiancare i genitori in azienda. Negli anni Quaranta anche Dino Mattei, marito di Aldina Girotti, li ha affiancati nella gestione del pastificio. Negli anni Sessanta l’azienda ha cambiato nome in Fratelli Mattei, passando in gestione a Dino e ai suoi figli, che l’hanno trasferita a Granarolo dell’Emilia. Negli anni Settanta il pastificio ha aumentato la produzione e cambiato nome ancora, stavolta in Pastificio Granarolo, dal nome del paese in cui ha sede. Negli anni 2000 i figli di Dino, Marco e Massimo Mattei, hanno intrapreso un processo di internazionalizzazione dell’azienda, acquisendo nuovi clienti all’estero (in particolare in Inghilterra, Brasile, Australia, Svezia, Germania, Spagna), e sviluppato ulteriormente la capacità produttiva grazie a importanti investimenti sulle nuove tecnologie. Nel 2010 sono entrati in azienda Michele e Sara, figli di Massimo.
Che il gruppo Granarolo voglia concentrarsi su latte e latticini lo ha dichiarato lo stesso presidente del gruppo, Gianpiero Calzolari, commentando il risultati di bilancio 2019, diffusi a inizio aprile (si veda qui il comunicato stampa): “Abbiamo registrato dati soddisfacenti in linea con le attese, frutto di un lavoro impegnativo, in un anno non facile in cui abbiamo affrontato l’inflazione della materia prima e la flessione dei nostri mercati. Abbiamo portato avanti un piano industriale orientato alla sostenibilità, in coerenza con l’efficientamento organizzativo sollecitato dalla proprietà, nell’ottica di supportare il Gruppo in un momento di veloci e profondi cambiamenti rimettendo al centro, in parziale rimodulazione della strategia del recente passato, il latte e la nostra filiera su cui in corso d’anno abbiamo investito importanti risorse che sono state premiate da un recupero di circa 2 punti di quote di mercato. Abbiamo lavorato per innovare prodotti, packaging e processi, consolidato la nostra presenza in molti paesi, chiuso bilanci positivi negli ultimi anni e questo ci consentirà di affrontare meglio il futuro inaspettato di fronte al quale ci troviamo”.
Il gruppo Granarolo è controllato dalla cooperativa Granlatte per il 77,48% e partecipato da Intesa Sanpaolo al 19,78% e da Cooperlat al 2,74%. Il fatturato consolidato del gruppo si è attestato a 1,317 miliardi di euro (da 1,302 miliardi nel 2018), con un ebitda che, senza considerare l’effetto del nuovo principio IFRS 16, è sceso a 76,4 milioni (-4,4%), in linea con le previsioni aziendali, e con un utile netto a sua volta in calo a 13,3 milioni di euro (da 16,7 milioni), a fronte di un debito finanziario netto in aumento da 161,8 milioni (da 146,5 milioni). Il debito include il bond senior da 60 milioni di euro collocato in private placement nel 2017 scadenza marzo 2023 (si veda altro articolo di BeBeez) e un sustainable linked loan da 30 milioni di euro, il primo nel settore food & beverage. Quest’ultimo è un finanziamento, cosiddetto positive loan, le cui condizioni sono legate a precisi indici di sostenibilità, misurati e monitorati, al raggiungimento dei quali il prestito diventa maggiormente competitivo per l’azienda (si veda qui il comunicato stampa). Con quei 30 milioni Granarolo si è impegnato a realizzare una serie di attività industriali per ridurre ulteriormente, in cinque anni, il consumo e il peso della plastica derivante da imballaggi, agevolare ancor di più il riciclo e il riutilizzo di questo materiale e, attraverso investimenti in ricerca e innovazione, sperimentare materie alternative e forme di produzione a minore impatto ambientale.
Il gruppo Granarolo è molto attivo sul fronte dell’m&a. Lo scorso anno ha acquisito il controllo di Venchiaredo, uno dei maggiori produttori italiani di stracchino (si veda altro articolo di BeBeez), e del 100% della tedesca Käserei Denklingen GmbH, un’azienda con sede a Grünenbach, in Baviera, che produce cagliata e che vedeva tra i soci l’italiano Vittorio Cogliati, che nel 2011 aveva ceduto al gruppo la sua Lat Bri di Usmate Velate (Monza Brianza).
Sempre lo scorso anno Granarolo aveva studiato il dossier Nuova Castelli, il principale esportatore di parmigiano reggiano all’epoca controllato all’80% dal fondo Charterhouse, poi rilevato dalla francese Lactalis nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza, nel marzo 2017, Granarolo ha comprato Allfood Importacao, tra i primi importatori e distributori di prodotti tipici europei in Brasile. E nel corso del 2016 Granarolo ha finalizzato, sia direttamente sia attraverso la controllata Granarolo International srl, una serie di acquisizioni: Granarolo Baltics OÜ (Estonia), operante nel settore della commercializzazione di prodotti lattiero caseari e nell’importazione di prodotti italiani di qualità nel mercato delle Repubbliche baltiche; Matric Italgross AB (Svezia), distributore di prodotti italiani in Svezia; Comarsa SA e Angira SA (Svizzera), società di distribuzione di prodotti alimentari Made in Italy; Pandea Dietetica (Italia); Fattorie Giacobazzi srl (Italia), azienda specializzata nella produzione di un vasto assortimento di aceti balsamici, operante in Italia e all’estero (anche attraverso le filiali UK e USA). A fine 2015, Granarolo aveva acquisito una partecipazione del 60% di Yema, società specializzata nella produzione e commercializzazione di una vasta gamma di prodotti caseari. A inizio 2015, invece, Granarolo aveva finalizzato l’acquisizione dell’italiana San Lucio, società che ha sviluppato un innovativo snack di formaggio cotto al forno venduto a marchio GrokSi.