Banca Mps ha ottenuto la scorsa settimana il via libera informale dell’Ue alla cessione di Npl ad Amco (la ex Sga). La notizia era stata anticipata da MF Milano Finanza. Nel dettaglio, la commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager ha detto sulla creazione di una bad bank per Mps: “Sulla valutazione degli asset che sono stati trasferiti, e da quello che possiamo vedere non è un’operazione di aiuti, è stata decisa prima della crisi Covid. Sta agli Stati decidere se notificare qualcosa o no, e gli italiani finora non hanno notificato e non commentiamo, siamo in contatto, abbiamo valutato i livelli, e abbiamo dato conforto agli italiani su questa questione” (si veda qui Reuters).
Mps il 29 maggio scorso ha confermato il via libera informale e che sono in corso discussioni con la Bce e Consob in merito alla definizione dei profili autorizzativi dell’operazione. In ogni caso, la nota dell’istituto senese ha precisato che “sono in corso approfondimenti in merito alla composizione del compendio che, alla data del presente comunicato, non sono state completati” (si veda qui il comunicato stampa).
Non è infatti ancora stato deciso l’ammontare degli Npl da cedere ad Amco. La mole di Npe da cedere per ora ammonta a 9,7 miliardi di euro: una soluzione di compromesso rispetto alla richiesta iniziale di Mps di circa 14 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Sul tema l’amministratore delegato uscente di Mps, Marco Morelli, aveva dichiarato a inizio maggio nella conference call di presentazione delle trimestrale che l’operazione, battezzata Progetto Idra, “andrebbe conclusa al più presto”. La cessione ad Amco potrebbe concludersi entro fine anno. Dopo il via libera informale dell’Ue, il titolo Mps ha rimbalzato in Borsa, arrivando anche a segnare +18% il 29 maggio scorso. Ieri a Piazza Affari ha chiuso a quota 1,335 euro, conn un ulteriore aumento dell’1,52%.
Mps nell’ultimo anno ha ridotto i suoi crediti deteriorati lordi di 4,5 miliardi di euro, portandoli a 11,6 miliardi a fine marzo 2020 (5,8 miliardi netti), dagli 11,9 miliardi di dicembre 2019 (6,1 miliardi netti) e dai 16,1 miliardi di marzo 2019 (7,5 miliardi netti), grazie soprattutto alle cessioni del secondo semestre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).