Piaggio Aerospace, società in amministrazione straordinaria che fa capo a Mubadala, fondo sovrano del Governo di Abu Dhabi, ha ottenuto da Banca Ifis un finanziamento da 30 milioni di euro sotto forma di anticipo contratti e operazioni di factoring. Il finanziamento arriva dopo il definitivo via libera ricevuto dal Ministero dello Sviluppo Economico e con il benestare del Comitato di Sorveglianza (si veda qui il comunicato stampa).
Luciano Colombini, amministratore delegato di Banca Ifis, ha commentato: “Per Banca Ifis si tratta, dopo una prima linea di credito finalizzata nel 2019 per la cessione di crediti fiscali, della seconda operazione con il gruppo aeronautico, a sostegno non solo della produzione, ma dei territori in cui l’impresa opera e, soprattutto, dell’occupazione”.
Il commissario straordinario, Vincenzo Nicastro, ha spiegato: “L’accordo, raggiunto al termine di un processo che ha inizialmente coinvolto altre istituzioni finanziarie pubbliche e private, permetterà ora a Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation, le due società in amministrazione straordinaria che operano sotto il marchio Piaggio Aerospace, di portare definitivamente a regime le attività produttive e di manutenzione, richiamando dunque, progressivamente e secondo il piano concordato, i lavoratori ancora in cassa integrazione. Potrà inoltre essere portato a compimento anche il processo di vendita”.
Come noto, infatti, il commissario straordinario, nominato dal Governo nel dicembre del 2018, aveva deciso di cedere i due complessi aziendali nell’agosto 2019 e ricevuto il via libera in tal senso dal MISE il 13 novembre 2019. Il 27 febbraio scorso era stato poi lanciato l’invito a manifestare interesse verso i complessi aziendali di Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation (si veda qui l’invito a manifestare interesse). A causa del coronavirus, il termine finale per l’invio delle manifestazioni di interesse era stato rinviato dall’iniziale 4 marzo al 29 maggio (si veda altro articolo di BeBeez).
All’invito a manifestare interesse hanno risposto originariamente 19 soggetti da tutte le parti del mondo (si veda qui il comunicato stampa), 11 dei quali sono stati successivamente ammessi alla data room. L’obiettivo primario è quello di trovare un nuovo proprietario entro la fine dell’anno.
“Ci sono pervenute richieste un po’ da tutte le parti del mondo”, ha spiegato Nicastro a inizio giugno, “con una maggiore concentrazione dal Nord America, dall’Europa e dall’Estremo Oriente. Un risultato che conferma l’interesse del mercato nei confronti del gruppo e delle sue potenzialità di sviluppo, nonostante la crisi prodotta dalla pandemia che ha probabilmente scoraggiato qualche soggetto potenzialmente interessato”. Secondo Nicastro, la stragrande maggioranza dei soggetti è interessata a rilevare l’azienda nella sua interezza.
Piaggio Aerospace attualmente sta proseguendo le attività produttive nelle sedi di Villanova d’Albenga (Savona) e Genova. Dallo scorso maggio, oltre che la manutenzione di aerei e motori in dotazione alle flotte governative, è ripartita anche parte della produzione velivoli, dopo che la registrazione da parte della Corte dei Conti ha reso esecutivo il contratto, siglato nel dicembre 2019 con le Forze Armate, per l’acquisto di 9 velivoli P.180 e l’ammodernamento di ulteriori 19.
Con la recente assegnazione del nuovo contratto pluriennale da parte della Difesa per il supporto logistico integrato dell’intera flotta dei P.180 in dotazione alle Forze Armate, Piaggio Aerospace si offre ai potenziali compratori con un portafoglio ordini pari a 640 milioni di euro. Altri ordini, per un ulteriore importo di 260 milioni di euro, sono in varie fasi di negoziazione. Il totale dovrebbe dunque arrivare a 900 milioni di euro.
Piaggio è nata nel 1884 a Genova. Nel 1915 ha avviato la produzione di motori aeronautici e velivoli certificati e nel 1964 è entrata nel mercato jet. Nel 1998 l’azienda è stata rilevata da una cordata di imprenditori di cui faceva parte anche Piero Ferrari, vicepresidente della Ferrari e figlio di Enzo Ferrari, fondatore dell’iconico gruppo del cavallino rampante. Contestualmente era cambiata la sua denominazione in Piaggio Aero Industries, che si è focalizzata sui business aviation e della motoristica aeronautica.
Nel 2006 è entrato il nuovo socio Mubadala Development, acquisendo il 35% del capitale (si veda qui il comunicato stampa). Il resto del capitale faceva capo alle famiglie Ferrari e Di Mase (55%), mentre il restante 10% delle azioni era in mano ad alcuni istituti bancari e altri azionisti minori. L’azienda riuscì a risollevarsi, salvo entrare nuovamente in crisi nel 2009, sempre a causa di un nuovo calo degli ordini. Nel novembre 2013, Tata Limited, società britannica del gruppo industriale indiano Tata e Mubadala Development Company erano diventati soci di riferimento di Piaggio Aero Industries avendo sottoscritto, insieme al presidente di Piaggio Piero Ferrari, un aumento di capitale sociale pari a 190 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), con Tata Limited che a quel punto deteneva il 44,5% delle azioni di Piaggio Aero Industries, Mubadala Development il 41% e Piero Ferrari il 2%. Non avendo sottoscritto l’aumento di capitale, la partecipazione in Piaggio Aero della famiglia Di Mase, tramite il fondo HDI, si era ridotta al 12,5%.
Nel 2014 Piaggio Aero Industries è diventata Piaggio Aerospace ed è passata quasi interamente sotto Mubadala (75% in capo all’emiratina Mdc Pa Cooperatief e 25% di Mubadala Development Company Pjsc), ad eccezione dell’1,95% in mano a Pietro Ferrari, che l’imprenditore ha poi successivamente ceduto a Mubadala. Gli emiri avevano deciso allora di investire 145 milioni di euro in un nuovo stabilimento a Villanova d’Albenga, in provincia di Savona, chiudendo i due storici siti di Finale Ligure e di Sestri Ponente, mentre erano rimaste attive le sedi di Roma e Genova. Piaggio Aerospace aveva chiuso il bilancio del 2015 con perdite per 140 milioni, scese a 79,5 milioni nel 2016.
Nel 2018 il Governo Renzi aveva ordinato da Piaggio 10 sistemi composti da 2 droni P2HH e da una stazione di pilotaggio a terra, per un valore di 776 milioni in 15 anni, oltre ai 58 milioni annui per la manutenzione. Ma il Governo Conte ha annullato la commessa. Si è aperta una trattativa al MISE per erogare una commessa a Piaggio da 250 milioni, riducendo gli ordini da 10 a 4. Nel dicembre 2018 il fondo Mubadala ha quindi richiesto l’amministrazione straordinaria per la società, in quanto “nonostante l’impegno e il duro lavoro di tutti i dipendenti, così come il significativo supporto finanziario sostenuto dal socio nel corso degli anni, le assunzioni fondamentali del piano di risanamento approvato nel 2017 non si sono concretizzate. La continua incertezza e le attuali condizioni di mercato fanno sì che la società non sia più finanziariamente sostenibile” (si veda qui il decreto di ammissione all’amministrazione straordinaria). Nel 2018 i debiti di Piaggio ammontavano a 618,8 milioni di euro, a fronte di un fatturato di circa 100 milioni (-66% dal 2014).
Lo scorso gennaio sono pervenute al commissario straordinario 30 domande di insinuazione al passivo di Piaggio Aviation per un importo complessivo di 747,9 milioni di euro (si veda qui la Relazione trimestrale al 31 marzo 2020 di Piaggio Aviation) e 1.407 domande di ammissione al passivo per Piaggio Aero Industries, per un importo complessivo di oltre 928 milioni (si veda qui la Relazione trimestrale al 31 marzo 2020 di Piaggio Aero Industries)