Carige ha rinviato al 2021 l’annunciata cessione ad AMCO del portafoglio di crediti leasing non performing. Lo ha reso noto la banca nella sua relazione semestrale (si veda qui la Relazione semestrale e qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che la banca nel dicembre 2019 aveva dato il via a una complessa operazione di rafforzamento patrimoniale, che comprendeva da un lato un aumento di capitale e dall’altro l’emissione si strumenti di debito subordinato e la cessione ad AMCO di 2,8 miliardi di euro di crediti deteriorati, di cui il 60% rappresentato da Utp, al prezzo complessivo di 1,049 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel prospetto informativo relativo all’aumento di capitale, Carige aveva precisato però che 2,3 miliardi di euro del portafoglio erano stati effettivamente già ceduti ad Amco, mentre i restanti 500 milioni circa dovevano essere ceduti entro il 31 marzo 2020. Di questi 500 milioni, 177 milioni erano crediti deteriorati leasing (da cedere per un prezzo di 48 milioni di euro) e gli altri 310 milioni di euro (diventati 324,3 milioni al 30 giugno) erano crediti vantati lordi nei confronti del gruppo armatoriale Messina. Ma perché questi crediti potessero essere ceduti in via definitiva ad Amco era necessario che fossero perfezionati gli accordi di risanamento del gruppo armatoriale. Perfezionamento che è arrivato soltanto nel settembre scorso, con la newco Ro.Ro. Italia spa, controllata da Marinvest (52%) e dal Gruppo Messina (48%), che si è accollata la restante esposizione di Carige vantata nei confronti del Gruppo Messina e costituita da mutui garantiti da otto navi. Secondo indiscrezioni, Aponte investirà 25 milioni di euro per la sua quota del 49% della newco (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto ai crediti leasing, si legge ora nella semestrale, “gli amministratori ritengono che il perfezionamento della cessione del portafoglio leasing non performing, si realizzerà entro il marzo 2021, sebbene il contesto macroeconomico conseguente alla pandemia Covid-19 ne ha significativamente aumentato l’incertezza connessa al suo completamento”. Nel frattempo l’entità del portafoglio leasing in questione sis ta riducendo: a fine giugno si trattava di circa 170 milioni, visto che al 30 giugno la semestrale indicava in 495 milioni complessivi i crediti leasing e quelli verso il gruppo Messina ancora a bilancio per 324,3 milioni, mentre sempre la semestrale indica in circa 100 milioni il portafoglio leasing che andrà ceduto entro il primo trimestre 2021. Detto questo, gli effetti economici di entrambe le operazioni “sono state riflesse, secondo i criteri previsti dai modelli contabili interni di impairment, nella valutazione al 30 giugno 2020 delle citate esposizioni creditizie”.
L’amministratore delegato di Banca Carige, Francesco Guido, in occasione della conclusione della ristrutturazione del debito del gruppo Messina e quindi del closing della cessione dei relativi crediti, aveva commentato: “Tale cessione si inquadra nell’ambito della più complessiva operazione di derisking di Carige che, unitamente all’aumento di capitale 2019 da 700 milioni e all’emissione del prestito subordinato T2 da 200 milioni, costituisce parte integrante dell’operazione di rafforzamento patrimoniale della banca. Il deconsolidamento dei crediti vantati verso il Gruppo Messina permetterà alla banca di raggiungere livelli di NPE ratio lordo del 5,5% e netto del 2,9%, significativamente migliori rispetto al dato medio italiano e allineati al dato medio europeo. L’operazione conferma inoltre la ferma volontà della banca di mantenere un ruolo da protagonista nel garantire un sostegno attivo al tessuto imprenditoriale e, in particolare, il comparto dello shipping così determinante per l’economia ligure”.
A fine giugno i crediti deteriorati lordi a bilancio di Carige erano 1,22 miliardi di euro, di cui 254 milioni di sofferenze, 915 milioni di inadempienze probabili e 65,2 milioni di scaduti, pari a un NPE ratio lordo del 9,8%, dato che però appunto non considera le positive conseguenze della ristrutturazione e cessione delle esposizioni verso il Gruppo Messina avvenuta successivamente al 30 giugno.
Fattorizzando però già a fine giugno gli effetti della cessione ad AMCO dei crediti vantati nei confronti del Gruppo Messina, il totale dei crediti deteriorati lordi a bilancio di Carige a fine giugno si riduce a 700 milioni di euro (300 milioni netti), in riduzione dell’81,3% rispetto a giugno 2019, beneficiando delle operazioni di derisking effettuate nel periodo, con conseguente calo dell’NPE ratio lordo al 5,5% (dal 23,1% a giugno 2019) e dell’NPE ratio netto al 2,9% (dal 12,2% a giugno 2019). Tali ratio sono destinati a migliorare ulteriormente in conseguenza della prevista cessione ad AMCO di circa 100 milioni di crediti in leasing entro il primo trimestre 2021. Nel dettaglio: le sofferenze lorde ammontano a 250,9 milioni (74,4 milioni netti), gli Utp sono 352,6 milioni (209,4 milioni netti) e gli scaduti 65,2 milioni.