D’ora in poi le compagnie di assicurazione italiane potranno investire in minibond e cartolarizzazioni con una potenza di fuoco complessiva di 30 miliardi. Il via libera è arrivato dall’Ivass, l’autorità di controllo assicurativa guidata da Salvatore Rossi, con una lettera al mercato datata 23 gennaio (scarica qui la lettera). L’Autorità di vigilanza ha infatti definito le regole per permettere alle compagnie assicurative di sottoscrivere obbligazioni e cartolarizzazioni emessi da società non quotate con le loro riserve tecniche, così come indicato dal Decreto Destinazione Italia pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 23 dicembre (si veda altro articolo di BeBeez) e ora in votazione alle commissioni della Camera.
Nella lista degli attivi ammessi a copertura delle riserve tecniche l’Ivass ha comunicato che intende inserire una nuova classe di investimenti che includa le obbligazioni e i titoli similari, “vale a dire obbligazioni emesse da società non quotate, ad eccezione di banche e micro-imprese, ivi incluse obbligazioni con clausole di subordinazione e di partecipazione. In particolare: l’investimento in tale nuova classe di attivi è ammesso entro il limite del 3% delle riserve tecniche da coprire”. Inoltre questi titoli “sono ammissibili a copertura delle riserve tecniche anche se non negoziati in un mercato regolamentato; per tali titoli non saranno previsti ulteriori requisiti legati alla anzianità di costituzione dell’impresa, alla certificazione del bilancio, né alla durata residua dell’obbligazione, come attualmente previsti dal Regolamento per altre tipologie di obbligazioni”.
L’Authority precisa che le compagnie potranno investire le loro riserve tecniche anche in cartolarizzazioni, anche senza rating, sempre nel limite del 3%. In particolare, le compagnie potranno sottoscrivere anche operazioni di cartolarizzazione aventi a oggetto obbligazioni e titoli similari”. Infine, l’Authority intende “introdurre la possibilità di elevare il limite dell’1%, previsto come soglia di concentrazione in un unico fondo, al 3% nel caso di fondi che investono prevalentemente in obbligazioni e cartolarizzazioni”.
Considerando che le riserve tecniche del sistema assicurativo sono di circa 500 miliardi, significa che le compagnie potrebbero contribuire a sottoscrivere sino a circa 15 miliardi di euro di minibond e altrettanti di cartolarizzazioni. Ma bisogna ricordare che le imprese assicurative dovranno in ogni caso rispettare altri limiti imposti da altri regolamenti, come il vincolo di non avere più del 10% delle riserve tecniche investito in strumenti non quotati.