Probabilmente il peggio ce lo siamo lasciati alle spalle, ma certo le imprese italiane non se la passano ancora bene. I dati snocciolati ieri da Euler Hermes (gruppo Allianz) sui tempi di incasso e sui mancati pagamenti sono infatti ben chiari.
A fronte di una soglia massima di 60 giorni fissata a livello europeo dalla recente direttiva, i giorni medi di incasso di un credito in italia sono stati 116 nel 2014 sai 113 del 2013, con picchi a 131 giorni l’anno scorso per il settore chimico (da 128). Quest’anno la previsione è di una media in calo a 111 giorni, ma appunto il dato si mantiene alto e i giorni di incasso di un credito continueranno a essere utilizzati in sostituzione dei finanziamenti bancari.
“Si teme che questo possa continuare e diventare una normalità, una sorta di sconto commerciale concordato tra le aziende al fine di vendere i prodotti”, si legge nel rapporto del colosso dell’assicurazione del credito redatto sulla base della banca dati proprietaria composta da oltre 450 mila aziende.
L’altro dato chiave è il trend dei mancati pagamenti, che è sì in lieve calo sia in termini di frequenza sia in termini di valore medio, tuttavia si tratta ancora di livelli ben al di sopra di quelli ai quali eravamo abituati prima dello scoppio della crisi del 2007. Più nel dettaglio, i mancati pagamenti delle imprese italiane, a livello domestico, risultano in calo nel 2014 rispetto al 2013 sia per frequenza (-30%) sia per severità (-8%), mentre a livello di transazioni commerciali con l’estero, il calo della frequenza è stato del 16% e la severità è rimasta stabile (+1%). Tuttavia, si diceva, gli importi medi ancora superiori del 63% sul mercato domestico e del 57% nell’export rispetto al 2007 (si veda altro articolo di BeBeez).
“Contrazione economica, consumi deboli, credit crunch finanziario e investimenti deboli sono le principali componenti che hanno contribuito a indebolire lo stato di salute delle imprese italiane anche nel 2014. Il trend in diminuzione dei mancati pagamenti riflette in pieno il rallentamento dell’intera economia nazionale e non rappresenta un reale miglioramento degli scambi commerciali tra le aziende”, ha affermato Ludovic Subran, capo economista di Euler Hermes.
La Valle d’Aosta è l’unica regione che ha ancora entrambi gli indicatori dei mancati pagamenti in accelerazione, mentre Trentino Alto Adige e Toscana raddoppiano la severità degli importi con le province di Trento, Lucca e Livorno impattate dagli andamenti negativi delle commodity e del cartario. Tra i settori segnali positivi arrivano da agroalimentare e chimica farmaceutica, il tessile registra un forte miglioramento rispetto al 2007 e in ripresa risultano meccanica e siderurgia.
“L’andamento dei mancati pagamenti, registrato nel 2014, soprattutto nel mercato domestico, consolida secondo le nostre valutazioni una tendenza emersa negli ultimi due esercizi. Da un lato le aziende italiane hanno dimostrato di saper ben gestire la liquidità, destinandola alla gestione ordinaria e di breve termine per il business; dall’altro però, la crisi congiunturale ha comportato la concentrazione delle transazioni commerciali su un numero minore di aziende presenti sul mercato, con l’effetto finale di amplificare la severità degli insoluti, anche con riferimento a relazioni commerciali consolidate”, ha dichiarato Massimo Reale, direttore information & grading di Euler Hermes Italia.