Che la crisi si faccia ancora sentire, nonostante l’ottimismo del governo, è un dato di fatto. Ma tra le tante aziende italiane che ancora soffrono, ce ne sono comunque diverse che se la sono cavata molto bene e che anzi hanno colto l’opportunità della crisi, e delle valutazioni aziendali più basse, per crescere.
Anche a colpi di acquisizioni in Italia e all’estero. Forti sia del capitale proprio che di quello di terzi come i fondi di private equity, sia della possibilità di ricorrere ai finanziamenti bancari, che nel frattempo, grazie alle politiche di Mario Draghi, è tornato disponibile, sempre per le aziende virtuose s’intende, che comunque si dimostrano molto attente a non esagerare con il debito. Il profilo di queste aziende eccellenti è stato tracciato nel libro “Quando il made in Italy è più forte della crisi: lessons learnt”, edito da McGrawHill, a cura di Giancarlo Giudici e Fabio Marchetto, con la partecipazione di esperti e imprenditori e che è stato presentato nei giorni scorsi in occasione di una tavola rotonda a Milano, alla quale hanno partecipato alcuni degli autori, come Oscar Farinetti (fondatore di Eataly, si veda altro articolo di BeBeez), che ha ospitato la serata a Eataly Smeraldo, mentre ha gestito gli interventi Antonella Negri Clementi, ceo di Global Strategy, la boutique di consulenza strategica che tiene sotto controllo in un Osservatorio proprio le pmi italiane cosiddette “eccellenti” (si veda altro articolo di BeBeez).
A raccontare le loro storie nel libro e a partecipare alla tavola rotonda sono stati Maurizio Marinella, amministratore unico dell’omonima azienda leader nella produzione di cravatte oggi alla quarta generazione; il ceo di Berlucchi Arturo Ziliani, il cui padre fondò l’azienda nel 1961 insieme a Guido Berlucchi; Jody Brugola, figlio del fondatore di Brugola Oeb Industriale (si veda altro articolo di BeBeez), specializzata nella produzione delle viti con testa a incavo esagonale; il general manager Europe di Maserati, Giulio Pastore.