Secondo un rapporto elaborato dell’Università di Pavia la diffusione della Sharing economy in Italia vale, a fine 2015, circa 3,5 miliardi di euro e potrebbe raggiungere tra i 14 e i 25 miliardi nel 2025. Ma considerando il fatto che le piattaforme digitali di sharing economy sono generalmente diffuse in più stati, il giro d’affari potenziale per le società attive in questo settore è ancora maggiore.
L’economista americano Jeremy Rifkin ha affermato che la Sharing Economy (l’economia dello scambio) è la terza rivoluzione industriale, un cambio epocale per le nostre economie e la sua diffusione è destinata a crescere nel tempo.
Spesso con il termine Sharing Economy ci si riferisce a modelli di scambio non orientati alla creazione di profitto. Ma questa visione del fenomeno è sicuramente riduttiva.
Infatti le moderne piattaforme di sharing economy sono a tutti gli effetti dei luoghi virtuali all’interno dei quali persone di diversa estrazione mettono a disposizione la loro capacità di fornire direttamente beni o servizi ad una platea ampia, saltando tutte le intermediazioni e consentendo in questo modo un contenimento dei prezzi ed una maggiore diffusione. La tendenza che si è affermata è quella di creare piattaforme verticalizzate su servizi molto specifici.
Le aziende che operano in Sharing Economy sono varie e tutte start-up di recente costituzione. Alcune in pochi anni hanno raggiunto già livelli altissimi come ad esempio Uber o AirBnB, altre stanno cominciando adesso il loro percorso. È utile a tal fine segnalare che anche in Italia stanno nascendo iniziative di questo tipo.
In particolare nel Turismo, settore chiave per la nostra nazione, è recentemente nata Indigenio start-up propone un servizio innovativo di supporto ai turisti fai da te, che ad oggi sono la maggioranza, grazie al quale il viaggiatore può organizzare in modo migliore, ma con un risparmio di tempo, le proprie vacanze.
La chiave del servizio è, appunto, la sharing economy ossia la creazione di contatti diretti tra turisti e persone del posto che mettono a disposizione la loro conoscenza diretta del territorio per assistere i viaggiatori nell’organizzazione della propria vacanza.
La startup ha in corso la sua prima campagna di finanziamento attraverso l’equity crowdfunding sul portale equitystartup.it. Obiettivo di raccolta 60mila euro tramite aumento di capitale che rappresenta il 13,10% del capitale sociale. La valutazione complessiva della società (100% dal capitale sociale) prima dell’aumento di capitale è di 400 mila euro. L’investimento minimo è di 280 euro che corrisponde a 7 quote del valore unitario di 40 euro.
Indigenio offre servizi simbiotici con quelli di grandi realtà del mercato turistico online come Arbnb e Tripdivsor, che erogano servizi sfruttando il fattore sociale dei viaggi. La start-up potrebbe, in futuro, essere oggetto di acquisizione da parte di questi operatori interessati ad espandere i propri servizi.
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