Il mercato del crowdinvesting in Italia vale a oggi 189,2 milioni di euro, con una crescita impressionante del 273% rispetto a un anno fa (si veda altro articolo di BeBeez), grazie ai ben 138,6 milioni di euro raccolti tra l’1 luglio 2016 e il 30 giugno 2017. Lo ha calcolato il Politecnico di Milano nel secondo Report sul Crowdinvesting dell’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano, presentato ieri e di cui Crowdfundingbuzz è media partner.
Il rapporto descrive l’evoluzione della normativa e dell’industria e analizza i principali player dei tre i comparti del settore, cioè l’equity crowdfunding, il lending crowdfunding e l’invoice trading. La crescita li ha coinvolti tutti, grazie all’arrivo di importanti operatori sul mercato (soprattutto nel lending crowdfunding e nell’invoice trading), al primo significativo avvento degli investitori istituzionali e al determinante contributo dei capitali esteri.
Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio, ha commentato: “Come scuola politecnica siamo molto attenti al tema dell’innovazione, della crescita e dell’imprenditorialità. Vi è piena consapevolezza del fatto che l’accesso al capitale sia un vincolo strategico per chi oggi intende investire. In questo secondo Report emergono segnali di vivacità e potenzialità interessanti, con un mercato che fra il 2016 e il 2017 si è popolato di nuovi soggetti ed è cresciuto esponenzialmente in termini di volumi, ma che per alcuni aspetti sembra ancora non essere un fenomeno di massa, ma piuttosto limitato a una elite”.
Al 30 giugno 2017 i portali di equity crowdfunding autorizzati in Italia erano 19 come nel giugno 2016 (con alcuni nuovi arrivi e alcuni ritiri) ma le campagne di raccolta all’attivo erano più che raddoppiate, passando da 48 a 109, di cui 36 chiuse con successo, 53 chiuse senza successo e 20 ancora aperte. Il capitale raccolto dal 2012 ammontava a 12,4 milioni di euro, di cui ben 6,85, cioè oltre la metà, soltanto negli ultimi 12 mesi. Alla stessa data l’Osservatorio aveva censito 1.196 investitori: 1.068 persone fisiche, in netta predominanza uomini sui 43,3 anni di media (ma è aumentata l’incidenza dei giovani), e 128 persone giuridiche, tra cui è ancora troppo poco frequente la presenza di investitori professionali in ambito finanziario, come i fondi di venture capital.
Il target di raccolta medio è pari a 245.158 euro (in calo rispetto al passato), corrispondente ad una quota del capitale azionario offerta pari al 17,7%, anch’essa in sensibile diminuzione rispetto all’anno scorso. Le 106 imprese che hanno presentato campagne di raccolta fino al 30 giugno sono quasi tutte startup innovative attive in gran parte nelle piattaforme social/sharing (28 casi), nell’ICT (25 casi), nei servizi professionali (14 casi). La finalità della raccolta è legata agli investimenti in marketing (56% dei casi), nella ricerca-sviluppo e innovazione (42%) o nello sviluppo di piattaforme web/app (41%).
Nell’ambito del lending crowdfunding (presditi a imprese o privati) in Italia le piattaforme attive in quest’ambito sono decisamente aumentate: al 30 giugno 2017 erano 6 in ambito consumer (3 un anno fa) e 3 in ambito business (era una soltanto). Le risorse finora raccolte attraverso i portali ammontano a 88,3 milioni di euro, di cui 15 erogati a imprese. Il flusso degli ultimi 12 mesi è stato pari a 56,6 milioni e ha determinato una crescita sostanziale del mercato, grazie soprattutto all’arrivo in Italia di due piattaforme francesi, ma anche alla crescita del segmento business. I prestatori iscritti alle piattaforme consumer risultano essere più di 11.000, per il 90% maschi con un’età compresa fra 38 e 46 anni.
Gli individui finanziati hanno un’età simile, per il 71% sono maschi e la motivazione dominante per il prestito è la necessità di liquidità generale, seguita dall’acquisto di un veicolo e dal consolidamento del debito. Le imprese italiane finanziate dai portali business sono a oggi 261, di cui 198 fatturano meno di 2 milioni di euro. Rispetto al credito bancario, le condizioni di finanziamento non risultano essere sempre convenienti, ma viene apprezzata la rapidità di risposta offerta dalle piattaforme.
Le piattaforme dedicate all’invoice tradingt, cioé alla compravendita di fatture commerciali online, in Italia sono passate da 1 a 5. Le risorse raccolte attraverso internet al 30 giugno 2017 ammontavano a 88,5 milioni di euro, 8 volte quelli cumulati l’anno precedente. Le fatture cedute da imprese italiane attraverso l’invoice trading sono ormai più di 2.000 (erano 220 un anno fa).