“Grazie al miglioramento del clima economico le imprese italiane sono più affidabili nei pagamenti commerciali, nonostante alcune problematiche non siano ancora state risolte come, ad esempio, il rientro dei debiti della Pubblica Amministrazione”. Lo ha detto ieri Massimo Reale, direttore commerciale di Euler Hermes Italia (gruppo Allianz), in occasione della presentazione dell’Outlook Italia 2018.
Reale ha aggiunto: “Il trend delle abitudini di pagamento a livello nazionale è in miglioramento da cinque anni a questa parte e il numero delle insolvenze è calato di conseguenza (-12% nel 2017, -10% nel 2018). La riduzione dei crediti in sofferenza e la conseguente riforma delle procedure fallimentari dovrebbero dare nuova linfa alle banche e al sistema produttivo nei prossimi mesi, contribuendo a una gestione più efficiente del capitale circolante delle imprese. Il fermento che si riscontra nelle startup è un altro elemento virtuoso della nostra economia, in particolare per quanto riguarda l’innovazione tecnologica e negli investimenti esteri. I maggiori rischi all’orizzonte sono al momento ravvisabili nella fine dei programmi di allentamento monetario europei, in particolare per i settori più indebitati e interest sensitive quali le utilities e le costruzioni” .
Inoltre, ha sottolineato Ludovic Subran, chief economist dello specialista dell’assicurazione crediti, “ogni trimestre di incertezza politica pesa sul Pil per 0,2 punti percentuali di crescita in meno nell’anno” e per questo motivo il nuovo governo si dovrà insediare il più in fretta possibile e rassicurare gli investitori che intende proseguire lungo il piano delle riforme implementato dai quattro precedenti Primi Ministri: Letta, Monti, Renzi e Gentiloni.
La base macroeconomica è comunque ormai buona. Nel 2017, l’Italia è cresciuta del +1,5%, il miglior tasso di crescita dal 2010, con una notevole accelerazione rispetto agli anni precedenti. E gli investimenti del settore privato hanno finalmente ripreso a crescere nel secondo semestre del 2017, sulla scia del piano Industria 4.0, che prevede incentivi fiscali per le aziende che investono in nuove tecnologie. Inoltre, il trend positivo del mercato del lavoro sospinto dal Jobs Act, è riuscito a ridurre il tasso di disoccupazione ai livelli più bassi dal 2012.
Per il futuro, Euler Hermes prevede altri due anni di ciclo positivo per l’Italia, con crescita del Pil che si attesterà al +1,4% nel 2018 e al +1,2% nel 2019, grazie soprattutto ai consumi privati (+1,0%) e agli investimenti (+4,4%). La crescita delle esportazioni si manterrà elevata (+4,4% in termini reali). Ciò detto, sebbene i consumi privati siano stati il principale motore della crescita, negli ultimi anni il potere d’acquisto delle famiglie si è rivelato inferiore rispetto a quello delle controparti europee. La crescita annuale del reddito lordo disponibile è stata inferiore al 2% dal 2016, il che, a sua volta, ha avuto ripercussioni negative sulle vendite al dettaglio (+ 1% di crescita su base annua, comparata al +4% della Francia). In termini reali, il potere di acquisto delle famiglie ha iniziato a indebolirsi a partire dalla metà del 2016, in concomitanza con l’aumento dell’inflazione nominale.
Da qui una serie di proposte ispirate alla Macronomics, cioè alla politica economica adottata dal presidente Macron in Francia, perché l’Italia non perda l’occasione di stimolare il rilancio dell’economia quando ancora c’è la crescita economica europea a fare da supporto. In particolare, sul fronte delle imprese Sabran propone di ritoccare ancora verso il basso l’aliquota delle imposte da reddito, rendendola ancora più graduale, così come si potrebbero mitigare maggiormente gli oneri sociali a carico del datore di lavoro, migliorando così la competitività delle pmi sui mercati internazionali. E sul tema cruciale dei tempi di pagamento tra imprese (il tempo medio di incasso è di 85 giorni rispetto a una soglia nazionale di 60 giorni e in alcuni casi di 30 giorni), dice Subran, si potrebbe ipotizzare un incentivo fiscale o addirittura uno sgravio fiscale per le aziende che riescono a ridurre i ritardi di pagamento a un livello accettabile. Al tempo stesso, anticipare la fatturazione elettronica obbligatoria al gennaio 2019 rappresenterebbe un importante passo in avanti.