Il titolo Recordati ieri a Piazza Affari ha chiuso la sessione con un balzo del 6,81% a 32,16 euro sul ritorno dei rumor di interessamento per il gruppo farmaceutico da parte di potenziali acquirenti. In passato, in coincidenza con la scomparsa del presidente Giovanni Recordati nel 2016, si era parlato di un interesse da parte di gruppi industriali cinesi, mentre mercoledì 16 maggio Reuters ha riferito di trattative avviate a fine 2017 tra la famiglia Recordati e il fondo CVC Capital Partners. Trattative che però ora sarebbero andate in stand-by a cavallo delle elezioni politiche.
Oggi la famiglia Recordati controlla circa il 51% del capitale del gruppo, tramite la holding Fimei, è guidata dal ceo Andrea Recordati e presieduta da Alberto Recordati. CVC in Italia nel settore ha acquisito nel 2016 DOC Generici da Charterhouse (si veda altro articolo di BeBeez).
Recordati, che in Borsa oggi capitalizza 6,3 miliardi di euro, sarebbe stata valutata attorno agli 8 miliardi, compreso il debito. Il gruppo ha chiuso il primo trimestre 2018 con 366,5 milioni di euro di ricavi (+7,2% dal primo trimestre 2017), un ebitda di 134,4 milioni (+14,2%) e un debito finanziario netto di 484,6 milioni (+102,3 milioni dai 381,8 milioni di fine 2017, a seguito del buyback azionario per un esborso complessivo di 169,8 milioni) (si veda qui il comunicato stampa). Il gruppo aveva invece chiuso il 2017 con 1,288 miliardi di euro di ricavi (+11,6%), un ebitda di 454,7 milioni (+22,5%) e un utile netto di 288,8 milioni (+21,6%) (si veda qui la presentazione agli analisti).
In un report diffuso ieri Banca Imi ha sottolineato che Recordati, sulla base di una capitalizzazione di mercato di 6,3 miliardi di euro, scambia a un valore pari a 13,3 e a 12,5 volte la stima rispettivamente per il 2018 e il 2019 sul rapporto EV/ebitda contro la media dei concorrenti di 12,5 e 11,4 volte. Ciononostante gli analisti di Intermonte confermano la visione positiva sul titolo, con raccomandazione “outperform”, e target di prezzo a 44 euro considerando l’appeal speculativo (36 considerando solo i fondamentali). Equita, che resta sui fondamentali con un prezzo obiettivo di 34 euro, ritiene plausibile lo scenario anche alla luce del fatto che da novembre scorso (verosimilmente quando i negoziati sono andati in stallo) le quotazioni hanno decisamente corretto rispetto alla quota di 40 euro.