BlackRock sta lavorando per ampliare ad altri fondi la cordata che sta trattando per l’acquisto di Carige e potrebbe formalizzare l’offerta vincolante entro il nuovo termine del 17 maggio. Lo scrive oggi MF Milano Finanza.
Uno dei fondi di special situation gestiti dal colosso dell’asset management Usa, assistito da Mediobanca, starebbe in particolare trattando con fondi di private equity e fondi di credito per sottoscrivere parte dell’aumento di capitale da 630 milioni varato dai commissari Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener, a loro volta assistiti dall’advisor industriale Boston Consulting Group nella messa a punto del piano strategico 2019-2023 per il risanamento e rilancio della banca . Quest’ultimo include anche la cessione di 2,1 miliardi di euro di crediti deteriorati entro fine anno, per tagliare l’NPE ratio dal 22% di fine 2018 a circa il 6,3%, contro il 10-15% previsto originariamente (si veda altro articolo di BeBeez).
Come noto, del totale di 2,1 miliardi, un portafoglio di 1,9 miliardi di euro, di cui circa metà Npl e l’altra metà Utp, sarà ceduto entro la fine del secondo trimestre: per il portafoglio in questione esiste infatti già un’offerta vincolante ricevuta dalla banca lo scorso 22 febbraio. da SGA, mentre Credito Fondiario ne aveva formulata una non vincolante. In ogni caso, l’offerta di SGA resterà comunque aperta per alcuni mesi, in modo da lasciare ai possibili nuovi investitori nel capitale della banca la possibilità di acquisire anche il portafoglio di crediti deteriorati, ma di avere comunque la certezza di avere tagliato il pacchetto di 1,9 miliardi. Secondo quanto risulta a BeBeez, su questo fronte Blackrock non sarebbe interessata a rilevare con i suoi fondi gli Npl, mentre gli Utp corporate potrebbero invece essere oggetto di interesse, in un’ottica di ristrutturazione e rilancio delle aziende debitrici.
L’altro aspetto da definire riguarda il ruolo della famiglia Malacalza, che, secondo quanto riferisce MF Milano Finanza, Blackrock intende coinvolgere nell’operazione di rilancio della banca. La famiglia sembra orientata a partecipare all’aumento di capitale, sottoscrivendo una tranche compresa tra 60 e 90 milioni e diluendo così la partecipazione dall’attuale 27% a una quota nell’intorno del 10%. È peraltro inevitabile che la discussione in corso con BlackRock riguardi non solo l’aumento, ma anche la governance futura di Carige. Non sarebbe invece più motivo di preoccupazione l’intervento dello Schema Volontario del Fondo di tutela dei depositi (Fitd), che appare orientato a convertire in equity il bond subordinato da 318 milioni sottoscritto alla fine dello scorso novembre.
La mossa, che dovrà comunque passare attraverso l’assemblea, sarà oggetto di discussione nel cda che il Fitd riunirà domani. Detto questo, resta sul tavolo anche l’ipotesi di un intervento dello Stato, cioé una ricapitalizzazione precauzionale sul modello Mps, sempre che le autorità europee riconoscano la rilevanza sistemica nazionale di Carige. Un presupposto tutt’altro che scontato visto che l’istituto genovese ha un attivo di appena 23 miliardi contro i 153 miliardi che Montepaschi aveva alla fine del 2016.