Pro-Gest spa, leader in Italia nella produzione di carta, cartone, imballi e packaging, studia un modo per riequilibrare la situazione finanziaria, dopo una serie di eventi negativi che si sono inanellati a partire dallo scorso maggio, ma hanno innescato un fuggi fuggi generale da parte degli obbligazionisti soltanto nell’ultimo paio di mesi, portando il prezzo del bond da 250 milioni di euro a cedola 3,25% e scadenza 2024 quotato all’ExtraMot Pro e alla Borsa del Lussemburgo sotto i 47 centesimi a metà ottobre, per poi tornare ora attorno a quota 55 centesimi.
Un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi dice infatti che “Pro-Gest spa continua a valutare, analizzare e implementare alternative per rafforzare la propria struttura patrimoniale e la propria posizione di liquidità. Nell’ambito di tale attività, Pro-Gest ha incaricato Credit Suisse di assisterla in relazione ad alcune possibili opzioni di struttura patrimoniale. Nel contesto di questo processo, Pro-Gest ha avviato, altresì, interlocuzioni con alcuni dei suoi attuali finanziatori ai fini dell’ottenimento di determinati waiver. Sarà cura di Pro-Gest aggiornare i propri stakeholders, secondo le modalità più appropriate, fornendo le informazioni rilevanti che dovessero emergere durante le attività di valutazione e analisi attualmente in corso”.
Le opzioni sul tavolo, secondo quanto risulta a BeBeez, sono le più varie, dalla cessione di asset non strategici sino alla ricerca di un nuovo socio, il tutto mentre il gruppo chiederà un waiver agli obbligazionisti sul rispetto dei covenant fissati sul credito. Su questo fronte, peraltro, Credit Suisse ha qualcosa da dire, visto che è stato a suo tempo l’underwriter del bond.
Il problema di Pro-Gest è che il settore non sta certamente passando uno dei momenti migliori, proprio mentre Pro-Gest ha investito in maniera importante sullo sviluppo di un nuovo impianto della controllata Cartiera Villa Lagarina a Mantova, la cui attività è stata però bloccata dalle autorità locali per irregolarità nella richiesta dei permessi (si veda qui il comunicato stampa). Un investimento che quindi ha pesato per ben 10 milioni sull’ebitda senza avere ritorni. Non solo. A maggio l’Antitrust, al termine di una lunga istruttoria che aveva coinvolto anche altre imprese e gruppi attivi nei mercati dei fogli in cartone ondulato e degli imballaggi in cartone ondulato in Italia, ha comminato a Pro-Gest una multa da 47,5 milioni (si veda qui il comunicato stampa, ben superiore agli 8 milioni accantonati al fondo rischi da parte del gruppo (si veda qui il comunicato stampa). Pochi giorni fa il TAR del Lazio, al quale il gruppo si er appellato, ha comunque concesso al gruppo di inizire a pagre soltnto a partire dal luglio 2020 e di rateizzare i pagamenti (si veda qui il comunicato stampa). Tutto questo è andato a innestarsi su una situazione di leva già piuttosto tirata.
Il gruppo ha chiuso il 2018 con ricavi per 469,4 milioni di euro ( da 474,74 milioni nel 2017), con un ebitda rettificato di 95,5 milioni (da 114,5 milioni) e debito finanziario netto di 313,8 milioni (da 238,5 milioni) (si veda qui il comunicato stampa, qui la presentazione dei risultati 2018 agli analisti e qui altro articolo di BeBeez). A fine giugno 2019, però, il debito finanziario netto era salito a 415,9 milioni di euro, da ascriversi a un crollo oltre 100 milioni di euro nelle disponibilità liquide (si veda qui la semestrale del gruppo).
Il debito include appunto il bond da 250 milioni di euro di tipo senior unsecured con scadenza 2024 e cedola 3,25% di cui si diceva sopra, collocato a dicembre 2017 (si veda altro articolo di BeBeez) che seguiva sempre quell’anno il collocamento in private placement due bond per complessivi 61 milioni. L’emissione era finalizzata al completamento dell’investimento per i lavori di trasformazione della Cartiera di Mantova. In precedenza il gruppo aveva quotato in due fasi all’ExtraMot Pro dei minibond della controllata Cartiere Villa Lagarina.
Everest Research, una società di consulenza britannica britannica specializzata in analisi del credito corporate high yield, ci sono buone probabilità che la situazione di Pro-Gest di risolva e quindi a questi prezzi si tratta di una buona opportunità di investimento. Massimiliano Zanetti Bottarelli, ssociate di Everest ha commentato a BeBeez che “anche a questi prezzi valgono le considerazioni pubblicate in un report a fine ottobre. Il prezzo dei bond corrisponde oggi a una enterprise value implicito per il gruppo pari a un multiplo di 3,5 volte l’ebitda rettificato stimato per il 2019, che si confronta con un multiplo medio di settore in Europa di 8,6 volte. Inoltre, Pro-Gest ha in realtà più alternative di recuperare liquidità di quanto il mercato sembri immaginare”. Si va dalla vendita di asset non strategici alla possibilità di cedere fatture commerciali. Infine, se mai fosse necessario trovare nuovo equity, Pro-Gest è un asset altamente interessante sia per soggetti industriali, ma anche grande interesse per operatori di turnaround.