di Marco Fava
Managing Director, CleverAdvice
Non vi saranno sanzioni per gli esercenti senza POS, è quanto ha reso noto nel dicembre scorso Alessio Villarosa, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze con video su Facebook e Instagram. La norma che prevede le sanzioni per il mancato uso del POS da parte dei commercianti da luglio 2020 (art. 23, DL 124 del 26ott2019) sarà bloccata fino a quando ci sarà anche il protocollo volto a ridurre le commissioni applicate sui pagamenti accettati tramite carta.
L’obbligatorietà di accettare pagamenti con carta, che richiede un terminale POS, per commercianti, artigiani e professionisti è stata introdotta tramite il decreto legge 179 del 2012 per volere del Governo Monti. Nonostante l’assenza di sanzioni i terminali POS in Italia sono passati da 1.584mila di fine 2013 a 2.463mila di fine 2017, con un incremento di oltre il 55%, ovvero di oltre il 9% all’anno (fonte: Banca d’Italia).
Italia: primo paese in Europa per numero di terminali POS. L’incremento è stato molto significativo, tanto che siamo il primo paese in Europa per numero di terminali POS attivi, mentre nel 2013 eravamo dietro UK e Francia. I numeri suggeriscono che le normative in favore dell’adozione dei terminali POS sono sufficienti a incrementarne la diffusione in modo molto importante. Non vi sono evidenze che permettono di quantificare l’efficacia di sanzioni in quanto non sono mai state introdotte; a nostro giudizio non avrebbero portato un incremento significativo della diffusione di terminali POS, già molto marcata.
Obbligo di accettare pagamenti elettronici. Riteniamo ragionevole l’impegno del governo nel rendere obbligatoria l’accettazione di pagamenti tracciabili, ma non corretto imporre uno specifico metodo/strumento di pagamento. Questo non agevola la concorrenza in quanto i diversi strumenti di pagamento non sono trattati allo stesso modo, inoltre si stimola l’utilizzo del metodo di pagamento oggi più diffuso in ambito retail, le carte di pagamento, agevolando un ulteriore concentrazione. Al contrario, è auspicabile una sana concorrenza stimolata sia da chi effettua i pagamenti, cioé i clienti finali, in grado di chiedere all’esercente di accettare il loro metodo di pagamento preferito; sia da chi accetta i pagamenti, cioé gli esercenti, in grado di indirizzare i clienti verso strumenti di pagamento per loro meno onerosi o percepiti più vantaggiosi per altri aspetti quali ad esempio la comodità di riconciliazione, immediatezza dell’accredito o l’integrazione con le vendite online.