Mps ha raggiunto con un anticipo di due anni l’obiettivo di riduzione dello stock di crediti deteriorati previsto dal piano di ristrutturazione a fine 2021. Lo ha ribadito lo scorso venerdì 7 febbraio la banca in occasione della presentazione dei risultati 2019, precisando che le esposizioni deteriorate lorde del gruppo al 31 dicembre 2019 sono scese a 12 miliardi di euro (da 16,8 miliardi a fine 2018), in calo di 2,6 miliardi da fine settembre (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
Mps ha in particolare venduto a fine dicembre 2019 1,8 miliardi di euro di Npl, di cui 1,6 miliardi a Illimity (si veda altro articolo di BeBeez). Con quell’ultima operazione Mps aveva comunicato di aver ceduto nel 2019 circa 3,8 miliardi di euro Npe, portando il suo Npl ratio pro-forma lordo al 12,5%, battendo appunto con 2 anni di anticipo l’obiettivo del 12,9% previsto dal piano di ristrutturazione a fine 2021. Quel dato sull’Nple lordo a fine anno è stato ora aggiustato ulteriormente al ribasso al 12,4% (6,8% netto), mentre la riduzione delle posizioni deteriorate è stata nel complesso nell’anno di 4,9 miliardi, tra cessioni e altri tipi di riduzioni.
A fine settembre Mps era ancora la banca con l’NPE ratio lordo più alti tra i sette principali gruppi italiani con un rapporto del 14,64%(seppur in netto calo dal 16,3% di fine giugno) e un NPL ratio lordo (sofferenze/totale crediti) dell’8,18% (anche questo in calo dall’8,51% di giugno), contro una media delle sette banche dell’8,95% (da 9,93% a fine giugno) per l’NPE lordo e del 4,71% (da 5,34%) per l’NPL lordo (per i dettagli sulla qualità del credito delle sette banche a confronto a fine settembre, gli abbonati a BeBeez News Premium possono leggere qui l’Insight View di BeBeez, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese)
Detto questo, il ceo Marco Morelli ha sottolineato in conference call con gli analisti che “la banca continuerà a esplorare ogni possibile strada per ridurre ulteriormente il livello dell’Npe lordo”, indipendentemente dal fatto che l’istituto senese abbia raggiunto con due anni di anticipo l’obiettivo di riduzione appena ricordato. A questo proposito, è ormai cosa nota che AMCO dovrebbe acquisire da Mps un portafoglio di Utp fino a 10 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), nell’ambito dell’operazione più ampia che vede da mesi il Ministero del Tesoro impegnato in discussioni con la Commissione europea in vista dell’uscita dal capitale di Montepaschi, che il Tesoro controlla al 68% dal 2017, a valle dell’operazione di salvataggio dell’istituto. Sul tema Morelli ha detto che “sono in atto i negoziati tra il MEF e la Commissione Ue” sul deconsolidamento di un importante stock di Npl. La trattativa è “portata avanti dal MEF e quindi la banca sta aspettando indicazioni o una sigla formale dell’accordo per poter poi pensare che tipo di operazioni possono essere fatte sugli Npl diverse da quelle previste dal Piano”.
Sul fronte delle dismissioni immobiliari, poi, come indicato anche nella presentazione agli analisti a pag. 13, Morelli ha anticipato che sono sono arrivate in questi giorni due offerte vincolanti e che la scelta del vincitore avverrà “nell’arco delle prossime due settimane“, aggiungendo: “Posso dirvi che fino a questo momento abbiamo ottenuto una valutazione del nostro portafoglio immobiliare ben al di sopra di quello che è il valore a libro”. Si dice che le offerte in questione siano quelle di Blackstone e di Ardian. Ricordiamo che nella presentazione agli analisti dei risultati dei nove mesi, diffusi a novembre 2019 la banca precisava che il 12 luglio Mps aveva lanciato un’asta competitiva per la vendita di un portafoglio immobiliare (si veda qui l’annuncio, con l’elenco degli immobili), ricevendo da attori italiani e internazionali più di 80 espressioni di interesse sull’intero portafoglio o su singoli immobili e che a novembre si diceva che in pole position ci fossero Blackstone (assistita da Lazard e Mediobanca) e Dea Capital real estate sgr (con un gruppo di fondi pensione italiani), sebbene in corsa ci fossero comunque anche altri fondi, tra cui Apollo, Varde, Cerberus, Partners Group, Starwood, Bain Capital, Oaktree e Lone Star (si veda altro articolo di BeBeez).
Le offerte si dovrebbero aggirare sui 300 milioni di euro. La decisione di mettere gli immobili sul mercato risale alla primavera del 2018 quando già era stato dato mandato all’advisor Duff & Phelps Reag (si veda altro articolo di BeBeez). Il processo di vendita era stato poi avviato nel febbraio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Inizialmente si parlava di un portafoglio da un miliardo, poi di 500-600 milioni di euro e infine il perimetro della cessione è stato ultreriormente ridotto. Si tratta soprattutto di immobili dove hanno sede le filiali chiuse nell’arco del piano di ristrutturazione e altre strutture di proprietà della banca ed è possibile che su una parte del portafoglio possano essere applicate soluzioni di sales & lease back. Tra le proprietà immobiliari messe in vendita rientrano: un edificio storico nelle via dello shopping di Roma, in via del Corso; due uffici a Firenze situati vicino alla chiesa di Santa Maria Maggiore e Via dei Sassetti; e la sede storica a Milano, in via Santa Margherita 11. Inoltre, sono compresi l’immobile ex Antonveneta di via 8 febbraio a Padova e altre strutture tra Mantova, Reggio Emilia, Trieste e Brindisi.