La Crumb Gallery ospita dal 7 marzo al 7 aprile 2020, CORPO DI DONNA la prima mostra di Letizia Battaglia a Firenze con 23 opere fotografiche di formato diverso, tra cui molte inedite che toccano temi noti ma anche più intimi del suo percorso artistico. La nota fotografa palermitana, classe 1935, nel 2017 è stata citata dal New York Times come una delle undici donne straordinarie dell’anno ed riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti saldamente presenti nell’immaginario collettivo, ma anche per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia. Capelli rosa, occhi che brillano come quelli di una sedicenne, il sorriso di chi è davvero interessato alla vita e a chi le sta di fronte. Questa è Letizia Battaglia, la più nota fotografa di mafia, impegnata in un racconto senza fine che ha avuto inizio in maniera quasi casuale, come dice lei stessa, negli anni Settanta e Ottanta con gli scatti che l’hanno resa celebre, quelli dei morti ammazzati per le strade di Palermo, burattini con i fili tagliati, un rivolo di sangue che cola dalla bocca o dagli occhi, immagini crude ma che come nessun’altra sanno restituite il sapore di quegli anni amari. Oltre ai reportage ‘impegnati’, Letizia ha sempre documentato la vita della gente comune, per la strada, in case misere, in luoghi di lavoro, nei mercati, cogliendo, delle situazioni, soprattutto il movimento umano, l’espressione degli occhi, l’atteggiamento della bocca, in particolare delle donne e delle bambine. Nella mostra organizzata alla Crumb Gallery fiorentina – una galleria per donne artiste diretta da donne – i venti scatti esposti raccontano proprio questo aspetto della sua ricerca: le donne con immagini che le ritraggono nude, e ancora donne con scatti che alzano il velo per permettere allo sguardo di vedere proprio là dove altrimenti non si coglierebbe nulla. “È questo l’occhio, dice Battaglia. Non la tecnica. Non la conoscenza. Ma la capacità di vedere davvero, stando alla distanza “di un pugno o una carezza.” Come ha raccontato di recente in esposizione “la grandiosità, la bellezza e la dolcezza del corpo femminile. Non sexy o in pose da modella. Una ventina di foto fatte dagli anni Settanta al 2019. C’è la ragazza così come la donna di 70 anni che mentre scatto dice sono bella così come sono. Le ho fotografate con solidarietà e rispetto. A un fotografo si deve sempre chiedere rispetto, lui deve nobilitare la verità. La fotografia è un atto meraviglioso, come fare l’amore. Ma con rigore e senza vanità.»
Abbiamo incontrato Emanuela Mollica una delle quattro fondatrici della Crumb insieme a Rory Cappelli, Lea Codognato e Adriana Luperto della Galleria alla quale abbiamo chiesto: perché questa scelta al di là del prestigio di questa fotografa?
“La scelta è stata dettata dalla grande ammirazione che noi socie abbiamo per Letizia Battaglia, come artista certo ma soprattutto come donna, simbolo della lotta che ogni donna, artista o no, sostiene quotidianamente: la libertà di essere ed esprimere sé stessa. Obiettivo fondamentale della Crumb Gallery è coltivare uno spazio in cui l’arte al femminile possa trovare espressione senza condizioni, senza sottostare alle regole, spesso costrittive, imposte da un ambiente sovente sottomesso alle logiche del potere e del denaro.
Chi dunque meglio di Letizia Battaglia per sponsorizzare l’apertura del nuovo anno espositivo? Proposta che l’artista ha subito accettato con grande generosità, pur non conoscendo personalmente nessuna di noi, né il nostro spazio che ha aperto solo da qualche mese. Del resto, citando il saggio di Rory di presentazione del piccolo catalogo sulla mostra, primo volume della collana NoLines (Edizioni Crumb Gallery), “Letizia, una delle poche – tra le donne nate negli anni Trenta del secolo scorso, cresciute sotto il fascismo e durante la guerra – ad avere avuto il coraggio di dire no, ad aver lasciato il marito, ad aver scelto la libertà”. Così è nata la mostra Corpo di donna.”
Perché il soggetto nudi femminili?
“La scelta è stata costruita insieme alla Battaglia, così come l’impostazione della mostra, sviluppando un tema a cui lei tiene molto, i nudi di donna per l’appunto. Un tema intimo che ha trovato giusta collocazione nello spazio raccolto della Crumb. Per dirla usando le parole della stessa Letizia ‘Perché il corpo della donna? Perché le donne sono belle. Le donne mi piacciono, mi piacciono tutte, mi piace la loro grazia, la loro forza, la loro femminilità e voglio raccontarla questa grazia, questa forza, questa femminilità in un modo diverso da quello cui siamo abituati. Voglio donare alle donne uno sguardo che non sia lo sguardo di un uomo ma lo sguardo di una donna che vede le altre donne per quello che sono. Che non le manipola. Che non le altera. Che non le fruga. Che non le influenza con le sue certezze su quello che dovrebbero essere’.”
Quali progetti avete in mente per i prossimi mesi?
“I progetti della Crumb sono diversi. Prima di tutto quattro eventi ogni anno, quattro mostre personali di artiste che si muovono in ambiti diversi: pittorico, scultoreo e/o delle installazioni e fotografico. La mission è costruire un luogo in cui la “voce” di artiste contemporanee abbia spazio, senza condizionamenti. All’interno della nostra ricerca l’obiettivo è portare alla Crumb artiste non necessariamente note, puntando sul giusto mix tra nomi già conosciuti e artiste (giovani e meno giovani) il cui lavoro è ancora poco noto al pubblico. Quest’anno, emergenza “COVID-19” permettendo, abbiamo definito il programma con tre mostre di tre artiste molto diverse tra loro: la scultrice siracusana naturalizzata romana Roberta Conigliaro con le sue preziose figure femminili legate al mondo del Mediterraneo; la pittrice Tina Sgrò che porta alla Crumb la sua visione intimistica dello spazio domestico; e Adriana (Luperto) che presenta opere inedite in acquerello sul tema della prostituzione. Quest’ultima mostra vorremmo legarla al festival fiorentino della Dandini, L’eredità delle donne, come l’anno scorso abbiamo fatto con la mostra Donne in farsi: viaggio tra i volti dell’Iran (recensita da Bebeez, ndr). Sul 2021 stiamo già lavorando con diverse artiste, sempre nell’ottica del mix di generi, notorietà e anche provenienza geografica, per definire le quattro mostre del programma.
Il secondo progetto è quello di produrre e pubblicare un catalogo per ciascuna mostra, piccolo ma curato – con Letizia Battaglia appunto abbiamo inaugurato la collana NoLines – che resti come un sassolino, una “briciola” a segnare il sentiero del nostro lavoro a sostegno e divulgazione dell’arte al femminile.
Il terzo, forse ancora ambizioso ma già in cantiere, farci promotrici di progetti di più ampio respiro, che mettano in connessione realtà diverse del territorio italiano, sempre con la finalità della promozione dell’arte al femminile, con il sostegno e la partecipazione a bandi e finanziamenti europei.”
Qualcosa di più su Letizia Battaglia
L’artista inizia la sua carriera nel 1969 collaborando con il quotidiano comunista L’ora di Palermo di cui, dal 1974 al 1991, dirige il team fotografico e fonda l’agenzia Informazione Fotografica. Fondatrice nel 1991 della rivista Mezzocielo, bimestrale realizzato da sole donne, è nella lista delle 1000 donne segnalate per il Nobel per la pace, nominata dal Peace Women Across the Globe.
Letizia Battaglia non è solo una fotografa: è stata anche regista, ambientalista, assessore dei Verdi con la giunta di Leoluca Orlando negli anni della Primavera Siciliana, deputata all’Assemblea Regionale Siciliana, editore delle Edizioni della Battaglia, cofondatrice del centro di documentazione “Giuseppe Impastato”.
È la prima donna europea ad avere ricevuto il Premio Eugene Smith per la fotografia sociale a New York (1985) e The Mother Johnson Achievement for Life a San Francisco (1999). Nel maggio 2009 a New York viene premiata con il “Cornell Capa Infinity Award”. The New York Times la nomina (unica italiana) tra le 11 donne più rappresentative del 2017.
Dal 2017 realizza il suo sogno inaugurando il Centro Internazionale di Fotografia, presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, dove dirige e cura la selezione di mostre e incontri dedicati alla fotografia storica e contemporanea.
a cura di Ilaria Guidantoni