La famiglia Targetti , ex proprietaria dell’omonimo gruppo specializzato in illuminazione, ha messo in vendita Villa La Sfacciata, storica villa sui colli fiorentini che deve il suo nome alla posizione spudoratamente bella, che domina dall’alto i panorami di Scandicci, San Casciano e l’Impruneta.
La villa, costruita tra i 1300 e il 1400 è stata di proprietà della famiglia Vespucci e nel Seicento è passata poi agli Antinori. Dalla fine degli anni ’90 è di proprietà della famiglia Targetti direttamente al 70% e indirettamente, attraverso Tre Holding srl, per il restante 30%. Secondo quanto risulta a BeBeez la richiesta è di 10 milioni di euro.
La prestigiosa proprietà insiste su 14 ettari, con una superficie coperta complessiva di 3.000 mq; ben cinquanta sono le camere extralusso, sessanta i bagni, quattro le meravigliose piscine termali. Gli ampi saloni sono ricchi di affreschi e opere d’arte. All’esterno, un rigoglioso giardino di due ettari circonda la proprietà, che vanta anche un campo da golf privato (qui la brochure preparata dall’agenzia immobiliare Lionard).
Tre Holding (acronimo per Targetti real estate) a sua volta fa capo alla famiglia Targetti, attraverso la Soci Tp srl ed è la holding che gestisce anche gli asset logistici e produttivi concentrati a Campi Bisenzio (Firenze), scorporati nel 2014 da Targetti Sankey e attualmente locati a un nuoto operatore del lusso con un contratto di affitto sei anni più sei. Il debito bancario di Tre Holding, da 130 milioni di euro lordi, e gli strumennti partecipativi sono stati di recente rilevati per intero da Illimity Bank, che è quindi diventata l’unico interlocutore bancario della holding, verso cui vanta un finanziamento ristrutturato della durata di quasi 5 anni, con scadenza 31 dicembre 2025 (si veda altro articolo di BeBeez).
Artefice dell’operazione è stato Maurizio Ria, presidente di Tre Holding e managing director di Duke&Key, che con questo accordo ha consentito al ceto bancario che ha affiancato il Gruppo Targetti nella sua lunga crisi, di recuperare molta parte dei crediti vantati. Secondo quanto risulta a BeBeez, ora Ria è impegnato nell’ultima fase del progetto, cioé quella della valorizzazione degli asset immobiliari di Tre Holding. Da un lato, quindi, ha messo in vendita Villa La Sfacciata e dall’altro ha intavolato le prime discussioni per cedere gli asset logistici. Con quanto incassato dalle cessioni Tre Holding andrà a rimborsare il debito con Illimity e a pagare anche un piccolo earn-out alle banche creditrici che hanno ceduto i crediti a Illimity.
Gli asset industriali del gruppo di illuminotecnica Targetti Sankey erano stati ceduto al gruppo 3F Filippi nel dicembre 2017 dal fondo Idea Ccr 1, gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo aveva rilevato Targetti nell’ambito di un’operazione di risanamento della società con l’obiettivo di accelerare il percorso di sviluppo internazionale. La società faceva capo alla famiglia Targetti, tramite la Soci Tp srlv(si veda qui altro articolo di BeBeez). La vendita di Targetti Sankey ha consentito il rimborso dei crediti verso la società conferiti dalle banche.
Più nel dettaglio, nel giugno 2016 il fondo Idea Credit Recovery e le principali banche finanziatrici (CR Firenze, Mps, Unicredit, Bnl) avevano siglato un accordo relativo all’acquisto dei crediti nei confronti del gruppo specializzato in illuminazione (pari al 39% del valore complessivo dei crediti del sistema bancario nei confronti di Targetti) e degli strumenti finanziari partecipativi in loro possesso (si veda altro articolo di BeBeez) e successivamente le altre banche creditrici hanno deciso di seguire la medesima strada. Il passaggio del 100% del capitale di Targetti al fondo era poi avvenuto nel marzo 2017.
Dopo un accordo di ristrutturazione del debito siglato nel 2010 con le banche sulla base dell’art. 67 della Legge Fallimentare, Targetti Sankey aveva infatti poi firmato con gli istituti di credito un primo accordo di ristrutturazione nel 2012 sulla base dell’articolo 182-bis della Legge Fallimentare e poi un secondo accordo ex art. 182-bis nel dicembre 2014 (si veda altro articolo di BeBeez e qui l’omologa del Tribunale di Firenze del novembre 2014). In quell’occasione, da un lato il debito finanziario netto era stato abbattuto di 110 milioni a soli 5 milioni di euro (a fronte di 34 milioni di ricavi, di 2,1 milioni di ebitda e di una perdita netta di 6,4 milioni), dall’altro la società era stata ricapitalizzata con 40,2 milioni di euro tramite appunto la conversione di altrettanti crediti bancari in strumenti partecipativi (nelle tabelle in pagina la situazione delle linee di credito prima e dopo l’ultima ristrutturazione del debito).
Parte integrante dell’accordo era stata anche la cessione nel 2014 da parte di Targetti del 100% delle quote della controllata Louis Poulsen al fondo di private equity danese Polaris per un prezzo finale di 700 milioni di corone danesi, nell’ambito del piano di ristrutturazione del debito di Targetti (si veda altro articolo di BeBeez). A sua volta Targetti, affiancato da 3i, aveva comprato Louis Poulsen nel 2007 da un gruppo di fondi di private equity, incluso Polaris, per 1,25 miliardi di corone danesi, che si diceva allora avessero incassato 7 volte il capitale investito (si veda Real Deals). Targetti aveva condotto tutta l’operazione a debito, una scelta che si era rivelata fatale a seguito della successiva crisi finanziaria del 2008, che ha innescato la spirale della crisi del gruppo. Louis Poulsen è stata poi acquisita da Investindustrial nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e oggi è parte della piattaforma del lusso e design Design Holding, costituita insieme a Carlyle (si veda altro articolo di BeBeez).