24 €
Autore: Salvatore Santuccio
Casa editrice: tab edizioni
Anno di pubblicazione: 2020
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Mediterraneo, non è nemmeno un mare, è un bacino come racconta l’autore, un corso, dice in un passaggio, ma forse è più un lago che uno scorrere. Un periplo delle coste del Mediterraneo che racconta genti, paesaggi e colori, ma anche letterature e culture che hanno costruito la ricchezza di questo mare e delle terre che bagna. Il viaggio parte da Napoli e muove verso ovest, in un tour che percorre tutta la costa e si chiude in Sicilia, tra luoghi diversi eppure fraterni, voci distanti e tuttavia espressioni dello stesso vitale legame con il mare. Le parole e gli acquarelli di Salvatore Santuccio dialogo in un intreccio inscindibile che apre ogni capitolo con un brano letterario. Mi sono ritrovata in tante città, quelle che conosco da Napoli e dintorni dove il mare entra nella città, fino a Sperlonga e Livorno, abitata da sempre da un senso meticcio del vivere; città anni luce lontana dalla Toscana radicata nell’entroterra di città e colline. Livorno è tunisina e libica. Della Sardegna l’autore coglie quell’anima che è pastorale e non fatta di un popolo di marinai, là dove il mare delimita, tiene lontani dal resto, fatte poche eccezioni. Mediterranea è la Francia del sud, della quale Marsiglia è il simbolo intrigante, così ‘araba’ e così italiana che non poteva che essere introdotta da Jean-Claude Izzo. Nelle pagine di Santuccio non c’è nessuna pretesa di farsi guida, nessuna indulgenza sul raccontare, alcuna velleità di approfondire ma di cogliere le emozioni con leggerezza non con la superficialità di voler essere ammiccanti. E’ un diario di viaggio fatto di pennellate, guizzi, qualche nota gustosa, qualche approfondimento qua e là e un matita felice che coglie l’atmosfera dei luoghi. C’è la Spagna catalana e di Valencia con le loro anime strattonate tra l’antico e il moderno, la conquista della movida a Barcellona, la voglia di modernità quasi stridente, spericolata di Valencia, ed è proprio come Santuccio la racconta. Il Maghreb è il luogo che più amo, intriganti e misteriose Tangeri e Fès, quel mare che si insinua dappertutto ed è già Oceano nella prima città e quel mare relativamente lontano che pure si avverte: lo sporgersi fino a sbilanciarsi nell’osare protagonista dell’una, il radicarsi e rifugiarsi nella tradizione dell’altra. Algeri la bianca è conturbante e complessa con quei lungomari sovrapposti come fa notare che scrive e la Tunisia, un po’ araba, un po’ giacimento archeologico. L’autore coglie sapientemente l’anima, l’essenza al di là della conoscenza. Se ci spingiamo a oriente la mia frequentazione è più rara e a volte assente e posso cogliere de Il Cairo il molto antico e l’antico, con un’anima moderna in ‘disfacimento’: non avrebbe potuto utilizzare parola migliore. Purtroppo la Grecia per me è soprattutto studio classico più che esperienza e restano conoscenze solo letterarie La Palestina e Gerusalemme, come il triangolo della civiltà, Amman, Beirut e Aleppo. La sensazione che se ne riceve è complessità, stratificazione storica, qualcosa di caotico che naviga a vista su un passato comune e meticcio e un presente di incertezze. L’oriente prossimo è quello dell’Albania, della costa da Dubrovnik a Spalato e Venezia che, è proprio vero, è un mondo a sé anche se un centro importantissimo per il Mediterraneo. E poi di nuovo al sud, nel Salento, dove al di là del marketing turistico, concordo nel dire che, fatta eccezione per Gallipoli e Otranto, è un posto di terra non di mare, dove il Mediterraneo ha il sapore degli ulivi e delle viti. L’ultima tratta del viaggio ci porta di nuovo a occidente, nel Tirrreno tra la Sicilia, epicentro del mare bianco e le Eolie, un luogo nel quale la tradizione greca, romana, araba e del Nord del Sud si saldano, soprattutto a Siracusa.
a cura di Ilaria Guidantoni