La griffe Chiara Boni La petite robe è alla ricerca un nuovo socio. Lo ha dichiarato la stilista in un’intervista al quotidiano MF Fashion, dove si è detta interessata all’idea di un nuovo partner, “soprattutto se fosse un socio in cui possiamo credere o anche soluzioni diverse, come l’ingresso di un fondo. Stiamo pensando a tante cose in questo momento che potrebbero essere interessanti”.
Chiara Boni & Sons srl fa capo oggi per il 49% alla stilista, per il 40% a Filatura Cervinia spa, per il 9% a Maurizio Germanetti e a Cassiopea Holdings e Anselmo Galbusera per l’1% ciascuno.
La griffe di moda ha chiuso il 2019 con 18,5 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 2,7 milioni e liquidità netta per 5,4 milioni (si veda qui l’analisi Leanus), ma nel 2020 ha risentito pesantemente dall’impatto del coronavirus: i suoi ricavi nel 2020 sono infatti crollati del 42% e l’ebitda margin è sceso al 9%.
Chiara Boni nell’ottobre scorso lanciato il progetto multi inventoring per l’Europa, grazie al quale i negozi sono andati online con tutti i prodotti, portando a un incremento del mercato del 21%. Al centro c’è l’ampliamento dell’offerta di separates, con il successo di vendita dei pezzi sciolti come camicie e pantaloni. La società punta a implementare la stessa strategia anche in America. Si sta inoltre organizzando per entrare nel mercato cinese grazie a un partner distributivo, visto che la Cina è il terzo mercato per la griffe dopo Italia e Usa.