Non so cosa mi stia capitando, Teresa. Forse quello che scrivo ti apparirà triste, un giorno. Io sono felice, tengo a dirtelo: sono la persona più felice, è così. Non so come mai le cose estreme si risolvono sempre nell’opposto. Davvero non riesco a capirlo. Il sole riscalda, ma quando scotta ci fa tremare di freddo. E il gelo ci rinvigorisce pelle, polmoni, ma quando si poggia su di noi, quando un pezzo di ghiaccio ci tocca il corpo, ecco che allora ci brucia. L’uomo che ama è capace di odio spietato, l’uomo che odia di un amore sorprendente: io stesso sono un misantropo innamorato così profondamente delle potenzialità umane che poi, disgraziatamente, si ritrova a disprezzale. L’attaccamento alla vita, Teresa, è contatto con la morte. L’uomo pronto al suicidio è il solo forse che riesca a vivere l’attimo e cioè la condizione che solitamente attribuiamo alla felicità: l’essere nel presente. Eppure quell’uomo non è felice. Forse, allora, il segreto risiede nella prossimità della morte? Quando è lontana, infatti, si ode la sua voce minacciosa, lo scuro delle sue nubi precipita l’orizzonte nel buio e di tutto il sole che ci illumina non resta altro che una sordità fugace e inconsistente. Ma con la pioggia nel petto forse sì che è luminoso l’orizzonte, forse il temporale ci appartiene e ci rivolgiamo così alla luce della mancanza. La mutilazione è condizione necessaria di pienezza. Ogni radicalismo va letto al contrario, ogni scelta estrema va ribaltata. L’apparenza non ingannerà più. La vita, Teresa, è un comico piangente.
——————————-
Bernardo Giusti, nato a Firenze nel 1990, giovane speranza tra i romanzieri italiani ha pubblicato recentemente “Bivium” Edizioni Masso delle Fate. Teresa è nata da poco e Bernardo Giusti ha scelto Bebeez, nelle scorse settimane per condividere l’attesa per la prossima venuta, e adesso la gioia della presenza fisica.