Dario Mirri, presidente e socio di riferimento della SSD Palermo Calcio, ha incaricato Lazard di trovare un nuovo socio per la squadra. Lo scrive Il Sole 24 Ore, secondo cui Mirri punta a riportare il Palermo in serie A, passando a un giro d’affari intorno ai 100 milioni di euro. Il piano avrebbe un arco temporale di 3-4 anni, e nel frattempo la società sta attuando degli investimenti sul nuovo centro sportivo, oltre allo studio di fattibilità per la costruzione di un nuovo stadio.
La ricerca di un investitore segue la rottura tra i soci della Hera Hora srl, proprietaria del club rosanero, e cioé appunto da un lato, con il 60%, Daniele Mirri e suo figlio Dario, proprietari della Damir, leader nel campo della pubblicità esterna in Sicilia, Sardegna e Calabria, e dall’altro, con il 40%, l’italoamericano Antonio Di Piazza, immobiliarista di origine siciliane. Quest’ultimo, dopo una serie di dissidi nel corso del 2020, a fine dicembre 2020 aveva votato contro l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2020, chiuso con una perdita di 1,1 milioni di euro, e ha comunicato di voler lasciare la compagine societaria, esercitando il diritto di recesso previsto dall’art. 2473 del codice civile (si veda qui StadioNews).
A questo punto è plausibile che i Mirri passino in minoranza con l’ingresso di un nuovo azionista di controllo. Il dossier sarebbe allo studio di diversi investitori, tra cui alcuni fondi di private equity.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando aveva assegnato il 24 luglio 2019 il il titolo sportivo della squadra rosanero alla Hera Hora srl, che si era aggiudicata l’avviso pubblico indetto dal Comune di Palermo per la costituzione della squadra di calcio del Palermo e la relativa partecipazione al successivo campionato di Serie D (si veda qui il comunicato stampa). E pochi giorni dopo il sindaco aveva formalmente intimato alla Unione Sportiva Città di Palermo spa (US Città di Palermo) l’immediato rilascio dello stadio comunale Renzo Barbera, “poiché la detta società detiene l’impianto sportivo sine titulo, risultando la data del relativo contratto di concessione ampiamente scaduta ed essendo venuto meno il necessario titolo sportivo” (si veda qui il comunicato stampa).
Al bando avevano partecipato anche Palermo FBC 1900 (presieduta da Sergio di Napoli), Cuore Rosa Nero (di Lucio Messina di Viaggi del Perigeo di Roma), Holding Max (riconducibile al presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero), Palermo football Club (dei soci della Società Capri srl di Napoli) e gli arabi della Zurich Capital Funds di Londra (si veda Il Giornale).
Hera Hora srl era subentrata nella proprietà del titolo sportivo rosanero alla US Città di Palermo, dopo che nell’estate 2019 la Commissione di vigilanza sulle società di calcio (Covisoc) aveva escluso il Palermo Football Club dal campionato di serie B per l’assenza dei “criteri economico finanziari previsti per l’ottenimento della licenza nazionale ai fini dell’ammissione al campionato di serie B 2019/20”. La Covisoc in particolare aveva contestato la mancanza della fideiussione, del pagamento degli stipendi ai calciatori e dei debiti sportivi (si veda qui SkySport). Pochi mesi dopo, nell’ottobre 2019, la US Città di Palermo era stata dichiarata fallita (si veda qui la sentenza del tribunale di Palermo e qui Il Corriere dello Sport) e conseguentemente era stata retrocessa in serie D.
La US Città di Palermo faceva capo ad Arkus Network srl da inizio maggio 2019, quando, tramite la controllata Sporting Network srl, aveva acquistato il 100% delle quote del Palermo Calcio, battendo l’offerta di York Capital (si veda altro articolo di BeBeez). A vendere ad Arkus era stato l’ex presidente della squadra Maurizio Zamparini. L’operazione si era conclusa dopo che non era andata in porto l’acquisizione da parte della britannica Sport Capital Group Investments annunciata a fine 2018 (si veda qui TuttoSport), finita poi con una battaglia legale (si veda qui Mediagol).