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L’estate 2021 comincia così nella piccola Atene, in Versilia, con una notte dedicata ai collezionisti. E’ questo il punto di vista della manifestazione, ormai consolidata, come ci ha raccontato Claudio Francesconi, Coordinatore della Collectors Night e Gallerista di Futura Art Gallery. “L’edizione 2021, ci ha raccontato, ha il senso della ripartenza perché è un invito a vivere la città a porte aperte. Non ha un tema conduttore ma 9 progetti come le 9 gallerie che hanno partecipato, rispettivamente Accesso Galleria, Futura Art Gallery, Galleria Barbara Paci, Galleria Deodato Arte, Galleria Giovanni Bonelli& LIS10 Gallery, Galleria Susanna Orlando, Marcorossi Artecontemporanea e Paola Raffo Arte Contemporanea (la prima galleria che ha aperto a Pietrasanta), promossa da Angamc, l’associazione nazionale delle gallerie di arte moderna e contemporanea. L’idea è quella di un’Europa che non si ferma mai come la testimonia la mostra in piazza prodotta dalla mia Galleria, la personale di Giuseppe Veneziano con una
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Blue Banana, simbolo di macroeconomia”.
Nella suggestiva ex Fonderia d’Arte Luigi Tommasi abbiamo incontrato Lorenzo Poggiali, gallerista che sottolinea come “Pietrasanta alla fine dell’anno ‘scolastico’ sia un luogo di sintesi per capire il percorso dell’artista con la galleria, un momento di dialogo e di condivisione anche con i collezionisti lontano dai ritmi cittadini. Tra l’altro questo luglio è incandescente per il fermento importante che l’arte sta vivendo e personalmente per la prima volta mi sta capitando la richiesta di una consulenza per l’arredo di case dove traspare il gusto per l’arte e una mentalità sofistica. Al centro l’interesse anche di chi non aveva mai pensato al contemporaneo come forma di investimento.” In Galleria ci accolgono il pugno e un busto di Fabio Viale artista al quale Poggiali lo scorso anno ha dedicato una grande personale in piazza e le opere di Francesca Banchelli, artista con la quale è stata inaugurata la stagione estiva e la sua prima mostra personale in galleria, di Montevarchi – in provincia di Arezzo – classe 1981, a cura di Sergio Risaliti, direttore del Museo del Novecento di Firenze (qui la prima personale in un museo lo
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scorso anno). Mille giorni contano, titolo dell’esposizione evidenzia il dialogo dell’artista con il tempo e soprattutto con l’incontro nel tempo. Lo spazio riunisce opere pittoriche e terracotte colorate con pigmento, in particolare Fuochi, locandina della personale all’interno della quale l’opera era in dialogo con un piccolo dipinto e una terracotta da cui sgorgava acqua. L’acqua è uno degli elementi cardini della pittura di questa performer che legge anche la pittura come una performance, e che simboleggia la fluidità, dunque la vita; insieme alla roccia, simbolo del tempo concreto e al cane – qui è ritratto il suo levriero – legante tra la natura e l’uomo. Le sue opere mantengono un senso di non finito perché il completamento ideale è demandato allo spettatore in una dimensione di interazione performativa.
L’incontro è anche il tema di Susanna Orlando, titolare dell’omonima galleria, che lancia Grand Hotel Orlando – mood director Nicola Santini, giornalista e scrittore – perché, ci ha raccontato, “il gallerista è come un hotellier che ospita gli artisti e
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quindi i collezionisti e i visitatori”. Così l’Hotel Sherez di Aldo Mondino individuato come stanza 11; il disegno a muro di Giacomo Piussi che illustra due figure a tavolino dove le tazzine hanno il monogramma del Grand Hotel Orlando; il tema dell’hotel è ‘scritto’, con l’opera in cui le lettere sono pesci di Lorenzo Lazzeri. Il nostro sguardo è catturato da Latomia, le grotte dove venivano tenuti i prigionieri che trae ispirazione dalla Baia dei sette emiri, di Giuseppe Vassallo, siciliano. Partendo dalla fotografia come fonte crea un disegno iper-realistico, che ha allo stesso tempo il sapore di un tempo sospeso e disegna una sorta di gabbia dorata, di autoprigionia in un idillio, quello della grotta dalla quale non si riesce
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ad uscire.
Giovanni Bonelli & LIS10 Gallery ha inaugurato un vecchio laboratorio di ferro, dove originariamente c’era una fabbrica Liberty poi smembrata con una Collettiva di arte africana, dedicata alle nuove generazioni che hanno già successo anche a livello internazionale, una sorta di antologia di 15 artisti e anche una ricognizione. In attesa di visitare la mostra preparata per la notte del 10 luglio, lo abbiamo incontrato nello spazio di piazza Duomo, un crocevia di incontri e un punto di richiamo dove sono esposti i maestri protagonisti dell’arte italiana contemporanea, come l’opera monumentale di Mimmo Paladino del 1984; un opera del 2000 di Aldo Mondino realizzata con i cioccolatini – omaggio al cioccolato piemontese – che simboleggia il Gange; accanto ad autori come Novello Finotti, ottantaduenne di Verona che lavora a Pietrasanta e ancora Valerio Adami e Sandro Chia.
Brad Brubaker, proprietario di Accesso Galleria con Guarda oltre, invita a spostare il punto di vista, oltre l’orizzonte, sinonimo
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di apertura, di superamento delle angustie del presente ma anche un invito ad andare in profondità, oltre il primo sguardo. Lo fa con due autori, Luca Moscariello che dipinge olii con una scelta decisamente nel segno del colore e la voglio di rinascita, che si sposa perfettamente con le opere scultore in terraglia italiana colorate con lo smalto per la verniciatura delle auto di Kelly Robert.
Barbara Paci con D’oro è il giardino fa dialogare l’artista Andrea Collesano, disegnatore raffinato che unisce la tradizione antica tutta italiana con uno sguardo nuovo, intriso di aspetti surreali, fantastici e un forte impegno ambientale e Nicola Lazzari, scultore dalle forme sottili, bronzi nei quali nulla è immobile e la sospensione sembra parte integrante del movimento. Gli animali sono in attesa su un ramo, pronti a un balzo o a nascondersi nell’acqua. La scelta di questa galleria è originale per essersi allontanata dalla voglia di colore, talora chiassoso, in una delicata armonia di sfumature dorate e seppia dove il verde è il filo conduttore metaforico. “Per me questa notte esprime la
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voglia di rinascita che nella natura, che abbiamo rischiato di perdere e che ogni giorno dobbiamo difendere, troviamo la prima fonte e anche il nostro rifugio di pace. La scelta è stata alle linee e l’attenzione ai soggetti con una linea poetica proposta da Margherita Loy, scrittrice, poetessa e curatrice di questa mostra molto raffinata che ci ha detto che vorrebbe che “la gente percepisse l’amore per la minuzia, prendendosi il tempo per il dettaglio, restando concentrata su particolari che a un’occhiata superficiale si perdono”. E vengono in mente le parole di Franz Kafka, secondo il quale ‘l’arte è nei dettagli’.
a cura di Ilaria Guidantoni