17.1 €
Autore: Claudio Facchinelli
Casa editrice: Gaspari
Anno di pubblicazione: 2021
Acquista su AmazonDescrizione prodotto
L'intento di questo libro, dichiara l’autore nelle prime pagine, è quello di «far conoscere un personaggio molto particolare, sotto molti rispetti eccezionale, del quale in Italia soltanto pochissimi hanno sentito parlare». Quell'uomo non solo è stato testimone per oltre mezzo secolo degli avvenimenti che hanno preceduto e seguito la Rivoluzione di Ottobre, ma ha lasciato tracce non effimere in tutti i Paesi dove ha avuto la ventura di muoversi e agire, in quattro continenti (Europa, America, Oceania, Estremo Oriente) nel corso di un'esistenza incredibilmente densa di avventure. Quell'uomo è Nikolaj Konstantinovič Sudzilovskij, alias dottor Russel, medico e rivoluzionario errante.
Claudio Facchinelli presenta in Lumpatius Vagabundus. Sulle tracce di Nikolaj Sudzilovskij medico e rivoluzionario una ricerca accurata, approfondita e dettagliata della vita di questo straordinario personaggio la cui vicenda ha ancora molto da insegnare.
Scrive infatti l’autore nella introduzione: «Sorgeva naturale un parallelo fra la situazione che oggi vivono in Bielorussia gli oppositori del regime, e il destino di Sudzilovskij, costretto a venticinque anni a fuggire dalla Russia, senza farvi mai più ritorno, per non essere arrestato e deportato; per dare corpo ai suoi ideali e ai suoi sogni, alla speranza di vivere in un mondo migliore, e combattere perché divenisse realtà. Allora, in Russia, per sfuggire alla Ochrana, la temibile polizia segreta zarista; oggi, in Bielorussia, per fuggire agli arresti indiscriminati, alla milicyja in assetto antisommossa, alla violenza omicida in piazza e nelle caserme. La storia, che dovrebbe essere magistra vitae, si ripete – e non solo in Bielorussia – senza insegnare quasi nulla. Ma poiché, da antico insegnante, non ho mai abbandonato una segreta, pudica vocazione educativa, conservo la fiducia che la storia di un uomo come Nikolaj Konstantinovič, della incredibile ricchezza e generosità dei progetti cui ha messo mano, possa ancora insegnare qualcosa. Per questo motivo mi auguro che, pur con incomprensibile ritardo, anche gli storici italiani siano indotti ad approfondire gli studi e le ricerche su di lui.»
Abbiamo raggiunto l’autore al quale abbiamo chiesto
Come hai conosciuto questo personaggio?
Cosa ti ha affascinato?
Perché portarlo alla conoscenza del pubblico italiano oggi?
Che tipo di scelta narrativa hai fatto?
Senza svelarci troppo, ci fai assaggiare un episodio che lo vede protagonista?
Come hai conosciuto questo personaggio?
“Un incontro del tutto casuale: circa dieci anni fa avevo cercato di trovare l’origine di un’espressione udita nella mia adolescenza, Lumpatius Vagabundus, che avevo deciso di utilizzare per firmare una rubrica di teatro (“Il taccuino di Lumpatius Vagabundus”). La ricerca mi aveva portato a imbattermi in un articolo in bielorusso dedicato a Nikolaj Sudzilovskij, che ne riportava anche l’epitaffio (peraltro mai inciso nel marmo): Hic iacet Lumpatius Vagabundus. L’autore dell’articolo, Uladzimir Arloŭ, col quale ero entrato in contatto, avrebbe poi scritto la prefazione del mio libro.”
Cosa ti ha affascinato?
“La vita intensa e avventurosa di un personaggio del tutto eccezionale, medico e rivoluzionario, che aveva lasciato tracce non effimere in quattro continenti.”
Perché portarlo alla conoscenza del pubblico italiano oggi?
“Mi sono reso conto che neppure nella stampa specializzata se ne trovava menzione. In più, c’era la considerazione che, quanto occorso 150 anni fa a Sudzilovskij, costretto a lasciare la sua patri poco più che ventenne senza mai più tornarvi, ha una preoccupante corrispondenza in quanto succede oggi in Bielorussia, ove i giovani oppositori del regime sono costretti a fuggire per non essere arrestati. Ma di ciò le cronache, orami sature di fatti tragici che avvengono in ogni angolo del mondo, non danno il doveroso riscontro.”
Che tipo di scelta narrativa hai fatto?
“Ho preferito riferire l’itinerario della mia ricerca (modalità più vicina alle mie corde e alla mia – ancorché limitata – esperienza di autore), piuttosto che misurarmi con la stesura di un romanzo storico.”
Senza svelarci troppo del tuo libro, ci fai assaggiare un episodio che lo vede protagonista?
“Ho scelto il brano in cui racconto come Sudzilovskij riesce a eludere – e a beffare – gli agenti zaristi che dovrebbero prenderlo in consegna a Costantinopoli, per portarlo in Russia, dove l’attende un processo per gravi reati a lui imputati come rivoluzionario. Sudzilovskij-Russel viene imbarcato su un vapore francese che dovrà condurlo sotto scorta a Costantinopoli, dove dovrà essere preso in consegna da agenti russi. Poiché il viaggio si svolge in mare aperto, e non esistono ragionevoli possibilità di fuga, la sorveglianza non è molto stretta. Prima di approdare a Costantinopoli, riesce a intrufolarsi nella cabina del comandante, un lupo di mare francese, nella cui memoria forse risuonano ancora le vecchie parole d’ordine: liberté, égalité, fraternité che meno di un secolo prima (e ancora di recente), hanno infiammato il cuore dei suoi concittadini. Su questi temi fra i due si stabilisce una conversazione appassionata e complice. Il resto l’ottiene la capacità affabulatoria, il fascino personale che emana da quel trentenne bielorusso; forse anche la notevole quantità di cognac che riscalda la loro discussione. Cosicché, all’approdo, con addosso il berretto del comandante, la sua uniforme gallonata d’oro e una pipa fra i denti, Nicholas Russel scende indisturbato dalla scaletta del natante, beffando gli agenti russi che dovevano prenderlo in consegna, e si dilegua senza lasciare tracce.”
Claudio Facchinelli, torinese, matematico di formazione, ma eclettico negli interessi, si è occupato di divulgazione scientifica, di teatro, di disagio giovanile. È critico teatrale, saggista, giornalista, traduttore. Ha pubblicato Dramatopedia – spunti di storia, etica e poetica per il teatro della scuola (Edizioni corsare, Perugia 2011). Impegnato da oltre venticinque anni nella diffusione della memoria della Shoah, ha curato Voci dalla Shoah – testimonianze per non dimenticare (La Nuova Italia, Firenze 1996; Gaspari, Udine 2019), e Un ragazzo ebreo nelle retrovie (Giuntina, Firenze 1999; Ghisetti & Corvi, Milano 2004). Fra i suoi lavori più recenti Dosvidania, Nina! (Sedizioni 2017); per Gaspari editore, oltre alla nuova edizione di Voci dalla Shoah (2019), ha pubblicato Matematica umanistica (2020).
a cura di Ilaria Guidantoni