Con la mostra Dal Vero – Fotografia svizzera del XIX secolo il MASI di Lugano, Museo d’Arte della Svizzera Italiana propone da oggi 3 aprile, fino al 3 luglio, un articolato percorso dedicato ai primi 50 anni di diffusione della fotografia in Svizzera.
La mostra propone al pubblico importanti opere esposte per la prima volta quali la prima immagine del Cervino e le più antiche fotografie scattate in Canton Ticino. Sono presentate importanti testimonianze sugli usi ed i costumi locali oltre a documentazione sull’industria e le scienze del tempo.
La storia della fotografia svizzera viene proposta in un percorso approfondito ed al tempo stesso
piacevole, il visitatore potrà scoprire aspetti sconosciuti della vita nel periodo compreso tra il 1839 e gli anni 90 dell’Ottocento, sono oltre 400 le opere proposte, molte mai esposte, provenienti da oltre 60 collezioni pubbliche e private che forniscono una compiuta documentazione delle diverse regioni e zone del Paese.
“Specchio dotato di memoria” era la definizione del dagherrotipo che produceva una lasta di rame con l’immagine in esemplare unico e non riproducibile, tecnica che arrivò anche nelle aree più interne della Svizzera grazie ai fotografi itineranti: erano le prime immagini chiare e precise che rappresentavano “il vero”. Nella prima parte spiccano, tra gli altri, alcuni dagherrotipi di
autori quali Jean-Gabriel Eynard, ginevrino un banchiere e diplomatico e l’incisore Johann Baptist Isenring celebre per suoi ritratti in dagherrotipo a grandezza naturale. Negli albori della fotografia i soggetti, la composizione e l’utilizzo richiamano i canoni della pittura della quale l’immagine fotografica è un’alternativa meno costosa.
La fotografia era anche utilizzata per creare modelli di immagini da utilizzare nelle incisioni, applicazione che fu utilizzata dalla prima donna fotografa, Franziska Moellinger per delle vedute svizzere pubblicate nel 1844. E’ del 1842 uno dei rari dagherrotipi conosciuti del Ticino, il ritratto di un giovane sconosciuto, elegantemente vestito realizzato a Lugano. Sono di un autore inglese, John Ruskin, i primi paesaggi del Ticino che si caratterizzano per il taglio moderno e la spettacolarità delle vedute. E’ del 1840 la prima immagine conosciuta del Cervino. E’ datata 1864 un’immagine del celebre fotografo francese Adolphe Braun che ritrae la distesa del ghiacciaio del Rodano attraversato da un gruppo di scalatori tra i quali spicca una donna.
La fotografia trova impiego per promuovere la nazione Svizzera a
livello internazionale ed al tempo stesso per definire un’identità svizzera ideale così come si può rilevare dalla serie di immagini” Costumes Swisse”, datate intorno al 1875 di Traugott Richard con soggetti contadini e ragazze in costumi che non corrispondono a nessuna realtà.
Degli anni 1852-53 sono i primi ritratti su carta salata di senza tetto o nomadi, i precursori delle foto segnaletiche, di Carl Durheim.
Una sezione è dedicata agli studi dei ritrattisti che iniziarono a sorgere negli anni ’50, questi furono i primi a definire degli standard nei formati delle immagini.
Non viene tralasciata l’applicazione della fotografia alle scienze applicate, l’inizio si può far risalire al 1860, quando vennero realizzati lavori di documentazione medica di Emil Pricam che documenta in modo sistematico le orecchie malformate, del decennio successivo è la documentazione dei lavori di costruzione della ferrovia del Gottardo ad opera, tra gli altri, di Adolphe Braun.
Nel percorso espositivo viene poi proposto il filmato con l’intervista al curatore della mostra Sylvie Henguely oltre ad un video sul dagherrotipo e sulle tecniche fotografiche a cura della restauratrice Sandra Petrilo. Per la mostra è poi stato realizzato un volume in francese e tedesco editoda Steidk Verkag Goettingen.
a cura di Paolo Bongianino
Dal vero – Fotografia svizzera del XIX secolo
3 aprile – 3 luglio 2022
MASI | LAC Lugano | Piazza Bernardino Luini 6 | Lugano