Energy Dome, startup italiana che ha brevettato una nuova batteria di elevata efficienza e durata, basata sul ciclo termodinamico e sull’utilizzo dell’anidride carbonica , in grado di ottimizzare lo stoccaggio e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ha annunciato la chiusura di un bridge round da 11 milioni di dollari strutturato come finanziamento convertibile, in vista di un successivo round di Serie B, da chiudersi entro fine anno. Il bridge round è stato guidato dal fondo Evolution di CDP Venture Capital sgr e dal programma Sustainable Impact Capital di Barclays, già investitore in un round precedente. A questo nuovo round ha inoltre partecipato Novum Capital Partners, un multi-family office con sede a Ginevra, a sua volta già investitore di Energy Dome (si veda qui il comunicato stampa).
Grazie alla chiusura di quest’ultimo round convertibile, Energy Dome ha raccolto un totale di quasi 25 milioni di dollari da quando la società è uscita dalla modalità stealth nel febbraio 2020. L’ultimo bridge round si è chiuso in anticipo rispetto alla data prevista di fine anno, e segue quello di Serie A del novembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), anch’esso di 11 milioni di dollari e guidato da 360 Capital, le stesse Barclays e Novum Capital Partners e Third Derivative.
Fondata nel 2019 dall’imprenditore energetico seriale Claudio Spadacini, Energy Dome ha già trasformato un concetto ingegneristico in realtà con i brevetti depositati e un impianto dimostrativo da 2,5 MW per 4 MWh in Sardegna che è stato lanciato ufficialmente poche settimane fa, dopo soli due anni dal primo concept. La fase iniziale dell’attività ha già confermato le prestazioni preannunciate: il sistema offre un’ottima capacità di accumulo energetico a costi competitivi.
Il nuovo finanziamento consentirà alla società di accelerare la penetrazione sul mercato internazionale della sua tecnologia, permettendole di acquistare le turbo-macchine necessarie alla realizzazione del primo impianto di stoccaggio su scala industriale da 20 MW di potenza e 200 MWh di capacità, con durata di 10 ore. Utilizzando componenti a basso costo disponibili in un processo termodinamico chiuso e brevettato, la batteria CO2 raggiunge un’efficienza di andata e ritorno del 75-80%. E, a differenza delle batterie agli ioni di litio che subiscono un significativo degrado delle prestazioni durante la loro vita di 7-10 anni, la batteria CO2 mantiene le sue prestazioni durante tutta la vita operativa, prevista in 25 anni. Di conseguenza, il costo dell’immagazzinamento dell’energia sarà circa la metà di quello che comportano le batterie agli ioni di litio di dimensioni simili.
Riguardo all’ultimo round, Spadacini ha commentato: “Grazie a CDP Venture Capital, Barclays e Novum Capital, Energy Dome è pronta a diventare un leader nel mercato dell’accumulo di energia a lunga durata.”
Mario Scuderi, Responsabile del Fondo Evolution di CDP Venture Capital Sgr, ha aggiunto: “Energy Dome è un potenziale game changer nella transizione energetica verde. Crediamo in questo team entusiasta con grande esperienza, tecnologie innovative e grandi idee pronte a scalare a livello internazionale partendo dall’Italia”.
James Ferrier, Head of Sustainable Impact Capital di Barclays, ha concluso: “La tecnologia di Energy Dome gioca un ruolo importante nella transizione verso le energie rinnovabili, rispondendo alla necessità di soluzioni di accumulo energetico praticabili. Il loro lancio sul mercato è un passo avanti entusiasmante nel percorso di Energy Dome e siamo lieti di continuare la nostra partnership con la loro crescita futura”.
Ricordiamo che Cdp Venture Capital lo scorso gennaio ha deciso di avviare, con una dotazione di 250 milioni di euro rivenienti dal PNRR, un Green Transition Fund rivolto ai settori delle rinnovabili, dell’economia circolare, della mobilità, dell’efficienza energetica, dello smaltimento dei rifiuti, e infine dello stoccaggio di energia e affini. Il veicolo sarebbe strutturato in parte come fondo di fondi, che investirà in fondi di venture capital e programmi di incubazione/accelerazione, e in parte come fondo di investimento diretto in startup (si veda altro articolo di BeBeez).