26.6 €
Autore: Gianni Vacchelli
Casa editrice: Jouvence
Anno di pubblicazione: 2022
Acquista su AmazonDescrizione prodotto
I Vivi è un romanzo-trilogia – pubblicato da Narrativa di Jouvence del Gruppo Mimesi - che pone al centro i bambini e l’infanzia, anche se è scritto soprattutto per i “grandi”. Il libro è una sorta di ri-scrittura del capolavoro-trilogia di Eschilo, l’Orestea, attraverso lo sguardo ‘comico’ dei piccoli, questo almeno l’effetto prodotto sugli adulti, della loro visionarietà, che tutto trasforma. È anche in giocosa rivalità con l’Ulisse di Joyce, cent’anni dopo: 1922-2022. I giochi, le amicizie, le scorribande nell’immaginazione, le avventure, le passioni di Stefano, di Danny, di Elia e di tanti altri protagonisti (anche tra primi amori, libri, fumetti, cartoni animati preferiti) si incrociano con le oscurità dei “romanzi familiari”, con il mondo degli adulti che per lo più sterilizza la genialità dell’infanzia. Le generazioni sono anche il mondo dei vivi e dei morti, che non vengono uno dopo l’altro, ma che sono uno dentro l’altro. I morti vivono e talvolta i vivi sono morti. I “demoni e gli angeli” delle stirpi influenzano la nostra vita e se la contendono. Ci attendono dure prove, ma pure la possibilità che le furie siano “girate” in eumenidi, e il dolore in speranza e maturità.
Accanto all’Orestea, è fitto il rimando ad altri miti e archetipi letterari – quali la Commedia, l’Odissea, l’Ulisse di Joyce - insieme alla pop culture degli anni corrispettivi, dal Grande Mazinga all’universo Marvel, dal Commodore 64 alle musiche, ai cartoni animati e ai film preferiti, fino al virtuale). Un ebook-guida, scritto da Michele Castelli e scaricabile gratuitamente, aiuterà i lettori ad avventurarsi nel labirinto.
Le tre parti e le corrispondenze con l’Orestea
I parte - Le avventure di Stefano e Danny Bambi (ovvero il rito) - Anni Ottanta: (Orestea: Agamennone/Coefore): Stefano compie un rito magico con il suo amico Danny, per rievocare il papà morto e per superare una dura situazione familiare, con la madre che ha fatto entrare in casa un uomo squallido e negativo. Ma saranno liberate forze estranee e forse oscure…
II parte - I Vivi - Anni Novanta: (Orestea: Agamennone/Coefore). Il piccolo Elia è un ragazzo sensibile, che vive strane percezioni e compie inconsapevoli viaggi in altre dimensioni, dove incontra voci e presenze: l’urlo di bambini misteriosamente massacrati in una scuola lo perseguita. La difficile situazione familiare – i genitori in lite e la morte improvvisa del padre – sembra sopraffarlo. Il monaco-medico Antonio lo guiderà in un viaggio interiore di guarigione. S’intravede lo scrittore che diventerà.
III parte – Arcobaleni – I Nostri giorni: (Orestea: Eumenidi): Elia, un bimbo dai capelli rossi, vive intensamente la sua infanzia, tra avventure, giochi e continui contatti con Tommy, un altro bimbo immaginario che gli parla dentro. Durante una di queste estive esplorazioni, nel paesaggio della Valle d’Aosta, l’amico Stefano cade rovinosamente e va in coma. Sarà Elia, con le sue luccicanze, ad aiutarlo ad uscire da questa selva oscura, assistito da Giovanni, suo papà, con cui vive un rapporto intenso.
Acquistando il libro con il QR Code contenuto in esso si può scaricare gratuitamente la Guida alla lettura, Nei sotterranei di una Trilogia di Michele Castelli che però può anche essere acquistata a parte in formato cartaceo (al prezzo di 8 euro).
Per conoscere la genesi e lo sviluppo di un lavoro certamente originale e complesso abbiamo incontrato Gianni Vacchelli, autore che è conosciuto e identificato soprattutto come dantista anche se egli si riconosce soprattutto come scrittore e narratore e questo in gran parte proprio in riferimento a Dante, maestro ideale, che lo ha accompagnato tutta la vita, fonte di ispirazione, grazie al quale ha deciso di scrivere.
Come nasce quest’opera?
“Nasce da molto lontano. L’idea appare alla soglia degli anni Duemila e si configura strada facendo in tre romanzi separati dei quali solo uno, il terzo nella successione, Arcobaleni è stato edito nel 2012 da Marietti. Scrivendoli, nel tempo mi sono accorto che erano profondamente legati, se non intrecciati, non nel senso della classica trilogia da intendersi come un sequel. Ad esempio i bambini sono protagonisti in tutti come del resto sovente nella mia scrittura anche se non scrivo per bambini. Inoltre sia ne Le avventure di Stefano e Danny, sia ne I vivi, sia infine in Arcobaleni, ci sono molti riferimenti all’Orestea di Eschilo, così ne è nato un riadattamento per strutturare la trilogia, o potrei dire le cantiche in omaggio a Dante.”
Il riferimento a Eschilo è una constatazione successiva o nasce per una volontà precisa?
“Eschilo è uno dei miei maestri, insieme anche a James Joyce, con il quale ho però un rapporto più conflittuale. Quello che trasferisco dell’opera del tragediografo greco è lo schema familiare, in una famiglia di oggi, e l’idea che il bambino rischi di essere falciato dalla famiglia – e anche dalla scuola che dal libro non ne esce bene – intendendo l’Orestea, come un archetipo che infatti nel sottotitolo appare in minuscolo e con un articolo indeterminativo. Una delle tante ‘orestee’ possibili. Nel primo dei volumi quasi cento pagine ad esempio vengono dedicate a un gioco che diventa un rituale magico dei bambini con un matricidio meramente simbolico e per altro sospeso all’ultimo minuto.”
Come hai scelto il titolo?
“Il secondo volume dà il titolo alla trilogia innanzi tutto perché l’opera vuole essere una risposta insieme seria e giocosa all’Ulisse di James Joyce dopo 100 anni facendo riferimento all’ultimo dei suoi racconti de I Dublinesi, “I morti”. In realtà tutto il mio lavoro è un contrappunto tra i morti e i vivi, in una dialettica intrecciata: i vivi spesso sono moribondi non perché stiano male ma perché sono spenti, anestetizzati e i morti sono invece molto presenti nel bene e nel male, come Erinni ed Eumenidi. Infine Arcobaleni si richiama, concludendo, alla complessità dell’opera”.
Esiste un riferimento generale alla ricchezza della differenza, dei suoi sette colori, o specifica in chiave politica, facendo ad esempio allusione alla pace come ideale del vivere civile?
“Il riferimento è soprattutto biblico che è sia ‘arco’ sia ‘varietà’ e che simboleggia l’alleanza. Nel mio testo gli arcobaleni sono tanti, alludono al tema della pace, della diversità che coesiste nell’armonia appunto, che è un impegno civile, non politico in senso stretto”.
Chi sono i bambini per te?
“Gli alfieri di una cultura altra rispetto all’età adulta, esseri primordiali e visionari che vedono il mondo in una chiave di sogno e non sono solo piccoli adulti, anzi non lo sono affatto. Essere bambino non è uno stato confinato nel tempo ed esso anzi può sopravvivere realizzando un adulto vivo. Non ho una visione agiografica dell’infanzia ma per me sono una categoria dello spirito. Nella trilogia idealmente contrappongo Erode al Cristo che vede nel bambino, sembra paradossale, l’uomo davvero vivo. In tal senso appunto i bambini possono essere schiacciati e feriti dagli adulti in una strage degli innocenti come archetipo. In riferimento specifico al libro i protagonisti dei ter volumi sono rispettivamente Stefano, il primo martire cristiano che di secondo nome è Elia, che anche Steve Dedalus di Joyce e il suo amico ebreo Danny; Elia; e ancora Elia che non è lo stesso del libro precedente, il profeta per eccellenza assunto al cielo sui carri di fuoco, attraversando la morte, simbolo dello sguardo visionario.”
A chi si rivolge il libro?
“A un lettore attento, che ami le parole e abbia interesse a giocare con esse. La Trilogia è piena di riferimenti classici ma la non conoscenza in questo senso non ne inficia la lettura; forse più importante è conoscere la Bibbia per me pilastro fondamentale della mia formazione culturale e spirituale.”
Qual è lo stile del testo?
“Uno stile che cambia continuamente, alternando parti a flusso di coscienza vissuto dal bambino, parti scritte in pria persona come in terza persona; parti poetiche; musicali per l’evocazione e il ritmo; come anche parti saggistiche.”
Chi è Gianni Vacchelli
Milanese, classe 1967, narratore, saggista e studioso di Dante, docente di lettere alla scuola secondaria superiore. I suoi ultimi libri: La stella dell’orso (2019), Dante e l’iniziazione femminile (2020), L’inconscio è il mondo là fuori (2020), Manitas (2022).
a cura di Ilaria Guidantoni