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Empow’hair alla Galleria Lis 10, l’identità antica in chiave contemporanea
Alla Galleria Lis 10 di Nicola Furini ad Arezzo fino al 23 gennaio 2023, la personale dell’artista ivoriana ventiseienne, Laetitia Ky, Empow’Hair a cura di Alessandro Romanini con il contributo di Massimo Scaringella, curatore del padiglione della Costa d’Avorio all’ultima Biennale di Venezia, accompagnata da un’installazione di Marco Rambaldi, giovane stilista molto promettente, che ha avuto importanti riconoscimenti.
L’esposizione, concepita espressamente per gli spazi espositivi della galleria aretina, è composta da un ciclo di opere fotografiche e da una serie di dipinti in mostra per la prima volta, dove è molto forte il riconoscimento identitario, in chiave naïf, di facile lettura anche per chi non ha un’alfabetizzazione specifica, dove le tinte sono forte e incontrano anche il gusto di chi viaggiando in quelle terre vuole portarsi un ricordo. La suggestione ci ha ricordato da vicino certa pittura di Frida Kahlo.
Laetitia Ky corona con questa mostra nella città Toscana un annus mirabilis che l’ha vista tra protagonisti della Biennale di Venezia 2022, chiamata a rappresentare il suo paese, la Côte d’Ivoire e la vede anche tra le 100 artiste
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storiche invitate dal Kunstmuseum di Wolfsbur in Germania per una mostra epocale Empowerment dedicata al femminismo in arte. Tra l’altro una delle sue immagini è stata scelta per la copertina del catalogo. Il ciclo di nuove fotografie e dipinti ad olio su tela, realizzati per questa mostra, hanno come fulcro la promozione dell’identità e la rivendicazione dei diritti femminili, in un contesto complesso come quello sociale, politico-economico e culturale dell’Africa contemporanea, con immagini molto forti. Il tema dei capelli, che entra con un gioco di parole nel titolo è forte dell’identità nera che l’artista esibisce recuperando un lavoro di recupero d’archivio delle donne in epoca precoloniale. Da sempre le donne africane hanno un problema con i loro capelli e in passato si cospargevano la testa di fango per proteggersi dal punto di vista igienico. Una volta seccato, il fango creava un effetto scultoreo che comunicava dei messaggi che l’artista oggi trasforma riuscendo in un dialogo complice fra tradizione, identità e gusto pop che crea un’empatia immediata, potente e giocosa ad un tempo, attraverso una figurazione scultorea realizzata con il fil di ferro. Proprio alla vigilia dell’apertura della mostra, aperta il 25 novembre scorso, giornata dedicata alla lotta
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alla violenza contro le donne, ha ricevuto il Pegaso d’Oro dal Consiglio Regionale della Toscana per la sua attività. Recentemente è anche uscita una sua biografia Laetitia Ky, Love and Justice: a Journey of Empowerment Activisme and Embracing Black Beauty per Book Princeton Architectural Press.
La scelta dell’artista, ci ha raccontato Nicola Furini, è legata al fatto che a Venezia in un padiglione dedicato a sei artisti era richiesta la presenza di almeno una figura femminile e Laetitia Ky è l’unica artista donna ivoriana riconosciuta perché molto attiva sui social, con già oltre sei milioni di followers su Tik Tok. La Galleria Lis 10 ha deciso di sostenere tutte le manifestazioni internazionali che la interessano: Laetitia sarà a Napoli dal 27 gennaio e il 4 febbraio, giornata contro le mutilazioni genitali, ci sarà un evento specifico; inoltre farà un viaggio con le sue opere negli Istituti di Cultura Francesi dell’Africa che si concluderà a Parigi.
Un’installazione polimaterica, un lungo serpente, realizzata dallo stilista bolognese Marco Rambaldi completa il percorso espositivo
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mettendo in dialogo arte e fashion design, allineandosi alle tematiche, alle finalità e alla metodologia Do-It-Yourself delle opere dell’artista ivoriana. Rambaldi è infatti il creatore di una linea di abiti che fanno dialogare l’universo iconografico dei “politici” Anni Settanta con l’iconografia contemporanea, ma soprattutto propone un messaggio inclusivo, rappresentato da una figura femminile multietnica e multiculturale, all’insegna del gender fluid e della libertà di espressione.
Chi è Laetitia KY
Nata ad Abidjan nel 1996, ha iniziato a intrecciare i capelli dall’età di 5 anni e, da adolescente, comincia a seguire il mondo dei video e il tema della moda e dello stile come espressione di identità, non omologandosi mai al modello dominante di femminilità. All’età di 15 anni, ha conseguito il diploma di maturità letteraria e ha iniziato a studiare economia presso l’Istituto Politecnico Nazionale di Yamoussoukro. Nel 2016 ha iniziato a realizzare sculture intrecciandosi i capelli e pubblicando fotografie sui social realizzando le sue trecce con il supporto di vari materiali: fili di metallo, appendini, fili, cera o extension per capelli. Il femminismo è una delle sue fonti di ispirazione soprattutto a partire dall’affermarsi del Movimento #MeToo. Chiama le trecce che realizza con la cera “le trecce KY”, e nel 2017 organizza un primo workshop per trasmettere le sue tecniche, al Bushman café di Abidjan. Nel 2018 diventa la ivoriana più seguita su Instagram con oltre 63.000 iscritti e lancia il marchio di abbigliamento, Kystroy, che mescola cera e jeans sfilacciati.
A volte lavora con marchi di moda per promuovere i loro prodotti usando le sue sculture di capelli, come con il marchio di calzature etiche Umòja alla fine del 2019, Marc Jacobs nel 2020 o Giuseppe Zanotti nel 2021. Recita nel film La Nuit des rois di Philippe Lacôte, selezionato alla Mostra del Cinema di Venezia 2020 nella sezione Orizzonti.
a cura di Ilaria Guidantoni