La storica galleria fiorentina ha chiuso l’anno con la tradizione dell’Antologia scelta, dove il cuore è rappresentato dal Novecento italiano, segnatamente gli Anni Sessanta e Settanta, nonché la Transavanguardia e si prepara ad ArteFiera, l’appuntamento bolognese che quest’anno apre di nuovo la stagione fieristica dell’arte, in programma dal 3 al 5 febbraio prossimo. Fil rouge dell’edizione 2023 dell’Antologia, come scrive la storica dell’arte Sonia Zampini nel Catalogo, è il rapporto tra storia dell’arte e la storia.
In fiera TornabuoniArte, presenterà oltre ad alcune opere del Catalogo dell’Antologia che risalgono a ritroso gli anni come due splendide opere del livornese Plinio Nomellini (di cui in galleria Effetto luna. L’esodo dell’armento del 1915), del fiorentino Ottone Rosai, anche un focus su Alighiero Boetti. Artista importante per la collezione della Galleria sarà in Fiera con una grande carta (160X200), Senza titolo (A tutto tondo) del 1977 del Catalogo Antologia scelta 2023, opera importante che è di per sé un’antologia del suo lavoro: all’interno dell’opera gli arazzi, la sua frase più nota “ordine e disordine”, le virgole che richiamano i lavori con la biro, le scritte e le applicazioni. E ancora in Fiera saranno esposti 12 pannelli, di cui uno è la copertina del III Tomo, seconda parte, del catalogo generale dell’artista pubblicato da Electa. Altra opera iconica presente a Bologna di quest’edizione la Sfera di Arnaldo Pomodoro del 1967, copertina
dell’Antologia scelta, a sottolineare la continuità antologica della galleria. L’esposizione fieristica sarà l’occasione per uno sguardo a 360 gradi, che attraversa come accennato il Novecento italiano da Nomellini appunto fino alla bolognese Francesca Pasquali tra gli artisti giovani della galleria, senza dimenticare la scena internazionale con autori come Matta, Christo o Victor Vasarely. Ad accoglierci in fiera anche un’opera di Fernand Léger Liberté j’écris ton nom è una gouache del 1953, Studio preparatorio per l’edizione Pierre Seghers, realizzata appositamente per illustrare una poesia di Paul Eluard che era stata stampata su dei volantini lanciati su Parigi nel 1942 in segno di libertà e che oggi torna tragicamente di attualità.
Nella sede fiorentina il nostro viaggio inizia con un’opera del 1948 di grande impatto di Mimmo Paladino, Senza titolo una tela rossa dal formato generoso e al primo piano notiamo, tra gli altri, un paesaggio di Lorenzo Viani, Paesaggio di Versilia, veduta dall’alto di Serravezza del 1920 un quadro di piccolo formato di Auguste Renoir, Paysage del 1913 che il 25 febbraio sarà in mostra a Palazzo Roverella a Rovigo per la personale dell’artista francese; e oltre ai già citati autori, un Galileo Chini che a Bologna sarà rappresentato da La casa dell’oblio, una casa gialla a Lido di Camaiore dove la Duse si rifugiò, appunto per dimenticare il poeta Gabriele D’Annunzio che l’aveva lasciata; e Torre di Pisa e biciclette di Franco Gentilini, opera del 1952.
Al piano terra tra le opere il nostro occhio cade su un grande formato di Roberto Crippa, Vol de la matière del 1962 e un’opera interessante di Carla Accardi, della quale a Bologna ci sarà Assedio Rosso n.3 del 1956, lavoro rientrato dalla Biennale di Venezia dov’è stato esposto. Oltre ai citati Pomodoro e Boetti, merita grande
attenzione Concetto spaziale del 1956 di Lucio Fontana che fa parte della limitatissima serie degli esagoni e Jannis Kounellis, presente con Senza titolo del 1996.
a cura di Ilaria Guidantoni