Fino al 31 marzo alla Galleria Gracis di Milano, di fronte al castello Sforzesco, è allestita la mostra Segno/Memoria/Materia realizzata in occasione del centenario della nascita del pittore catalano Antoni Tàpies (Barcellona 1923 – Barcellona 2012). Tra i più grandi interpreti dell’arte informale europea, è riconosciuto internazionalmente come il principale protagonista del secondo dopoguerra spagnolo e le sue opere hanno sempre condotto un’indagine tra la pittura costruita attraverso la materia, il segno e la memoria, così come il percorso dell’esposizione mostrerà al pubblico in modo significativo e articolato. Una pittura che attraverso materiali, simbologie e dichiarate prese di posizione, sin dal suo apparire alla ribalta internazionale dell’arte, ha evidenziato la dura contrapposizione al regime franchista e la partecipazione dell’artista alla grande temperie dell’arte d’avanguardia per tutta la sua carriera. L’“immaginario segnico” di Tàpies provoca momenti intrisi di “allarme sociale” e profondità esistenziale che hanno caratterizzato il suo percorso culminato – tra le varie esposizioni nei più importanti musei – con il Leone d’oro per la pittura alla 45° Biennale
Internazionale d’Arte del 1993.
Antoni Tàpies torna quindi a Milano, una città che volle celebrarlo con una importante rassegna antologica nel 1985 a Palazzo Reale, con approfondimenti presso la Galleria Bergamini, la Galleria del Naviglio, lo Studio Marconi e la Galleria Seno, rendendo quel momento milanese una delle più grandi celebrazioni dell’epoca dedicate all’artista.
La cura dell’esposizione con una selezione di 23 opere che illustrano l’evoluzione creativa dell’autore dal 1959 al 2006, è affidata a Luca Massimo Barbero, storico dell’arte e curatore, figura tra le più autorevoli fra gli studiosi dell’arte del secondo dopoguerra nonché Direttore dell’Istituto di Storia dell’arte della Fondazione Giorgio Cini. Il critico ha scritto che “la pittura di Tàpies è inquieta, rifiuta il roboante gesto per deporsi nelle tenebre, o meglio, la mano non produce il segno del gesto, ma costruisce la spazialità, dispone gli elementi come in un sedimento premonitore e apotropaico”. La mostra è realizzata con il supporto della Fondazione Hillary Recordati Merkus e di BEL Real Estate Group ed è stato realizzato un catalogo, edito da Marsilio Arte, con un testo del curatore, gli scritti dell’antologica di Milano del 1985, alcuni trattati dell’artista e testimonianze critiche da tempo non pubblicate.
I.G.