Andrea Munari è il nuovo amministratore delegato di AMCO, l’asset management company del MEF incaricata dell’investimento e gestione di crediti deteriorati, che va a sostituire nel ruolo Marina Natale, al timone dal 2017, quando la società si chiamava ancora SGA (si veda qui il comunicato stampa).
Munari arriva da BNL BNP Paribas, di cuiè presidente dall’aprile 2021, dopo essere entrato nella banca francese nel 2015. In precedenza vanta una lunga carriera in Banca IMI (gruppo Intesa Sanpaolo).
La scelta del Tesoro è stata fatta in totale di discontinuità per tutto il vertice della partecipata. Esce infatti anche il presidente Stefano Cappiello che viene sostituito da un altro dirigente di via XX Settembre, Giuseppa Maresca (già consigliere di SACE e Fintecna), che nel nuovo board è affiancato dai consiglieri Silvia Tossini, Antonella Centra e Ezio Simonelli (quest’ultimo noto commercialista milanese vicino a Fininvest). Le nomine sono state certificate martedì 20 giugno dall’assemblea di AMCO che ha votato anche il bilancio d’esercizio 2022, già approvato dal consiglio di amministrazione lo scorso marzo (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che, grazie alle nuove acquisizioni di portafogli sono passati a 36,4 miliardi di euro a fine 2022 i crediti deteriorati in gestione, con una crescita del 12% dai 33 miliardi registrati a fine 2021, sebbene leggermente al di sotto dei 36,5 miliardi stimati a fine del 2022, in occasione della presentazione del Piano Strategico 2025, che ha previsto, tra l’altro, entro fine piano acquisti di nuovi portafogli per 7,5 miliardi di euro, bilanciati tra NPL e UTP (si veda altro articolo di BeBeez).
I numeri definitivi delle masse in gestione a fine 2022 sono stati comunicati dalla stessa società del Ministero dell’Economia e delle Finanze, guidata dalla ex ceo Natale, in occasione della presentazione dei risultati di bilancio 2022 (si veda qui il comunicato stampa di allora e qui la presentazione agli analisti), nel quale è emersa anche la crescita a doppia cifra degli incassi, +12% a 1,52 miliardi contro 1,35 miliardi del 2021.
Tornando alla scelta di Munari, questa ha portato a un cambio anche all’interno di BNL. Al suo posto per la presidenza, il cda della banca, di concerto con BNP Paribas, ha avviato l’iter per cooptare Claudia Cattani, presidente del collegio sindacale.
“Ringrazio Andrea Munari per il significativo contributo dato in questi anni e gli faccio i migliori e più sinceri auguri per i suoi progetti futuri personali e professionali. Esprimo il mio apprezzamento per l’indicazione di Claudia Cattani come futuro presidente del consiglio di amministrazione di Bnl, sicuro che condurrà quest’incarico con la riconosciuta esperienza e l’indiscussa professionalità che la contraddistinguono”, ha commento il ceo di BNP Paribas Jean-Laurent Bonnafé.
Va detto che, sotto la gestione di Natale, AMCO ha completamente rivoluzionato il suo modo di operare rispetto alla vecchia SGA. Se la storia della società parte da lontano con il salvataggio del Banco di Napoli e il graduale processo di recupero delle esposizioni deteriorate dell’istituto, il salto di qualità è iniziato proprio nel 2017 con la messa in sicurezza delle banche venete. Da allora AMCO è intervenuta in numerosi salvataggi, da quello della ligure Carige a quello della toscana MPS fino a quello della Popolare di Bari.
Negli ultimi anni poi la partecipata del Tesoro ha ampliato ulteriormente il proprio raggio d’azione, lavorando anche con controparti come Intesa Sanpaolo, Banco BPM e BPER. Non sono mancate le polemiche: l’accusa è di aver offerto prezzi più aggressivi rispetto a quelli dai servicer privati grazie a condizioni di finanziamento più favorevoli.
Ora bisognerà capire quale direzione darà il governo alla partecipata del MEF. E considerare se AMCO potrà davvero contemplare strategie ambiziose come la piattaforma GLAM – Guaranteed Loans Active Management, per la gestione dei crediti garantiti post Covid, per la quale si stima una contribuzione di complessivi 11,1 miliardi, di cui 2,9 miliardi in gestione ad AMCO e 8,2 miliardi in gestione a Special Servicer entro il 2025 (si veda altro articolo di BeBeez e qui approfondimento su BeBeez Magazine del 4 marzo). Sul tema peraltro sembra già che il governo abbia altre idee. Secondo quanto riferito da Reuters nei giorni scorsi, infatti, l’intero progetto sarebbe stato messo in stand-by.
Ricordiamo poi che il Piano Strategico 2025 denominato made in AMCO, presentato lo scorso dicembre 2022, punta, tra le altre cose, alla creazione di fondi multi-originator per un totale di 1,5 miliardi di euro di asset in gestione e che la società ha stimato una crescita degli asset in gestione a 38,2 miliardi nel 2025, ovvero 44,6 miliardi includendo quelli relativi alla piattaforma Glam in gestione agli special servicer. Il mix “gestionale” vedrà un incremento dei volumi gestiti in outsourcing dal 28% a fine 2022 al 40% a fine 2025, mentre il collection rate è previsto invece in aumento al 7,2% nel 2025, includendo gli incassi relativi alla piattaforma Glam.