Ormai da un paio di mesi c’è una situazione di assoluto stallo nel rinnovo del consiglio di amministrazione e nella nomina dell’amministratore delegato di CDP Venture Capital sgr,
Il tema non è di poco conto per il settore e infatti hanno espresso preoccupazione diverse associazioni di categoria. Da Italian Tech Alliance, l’organizzazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e pmi innovative, a InnovUp – Italian Innovation & Startup Ecosystem, che riunisce e rappresenta l’ecosistema italiano dell’imprenditorialità innovativa.
La situazione, per Italian Tech Alliance “sta mettendo a rischio l’operatività di un soggetto che è diventato il principale motore del Paese in termini di sostegno all’innovazione, con forti ricadute su tutto il comparto”. Per questo motivo, Italian Tech Alliance, di cui è presidente Giuseppe Donvito, e direttore generale Francesco Cerruti, ha chiesto all’esecutivo una decisione rapida per sbloccare la situazione (si veda qui il comunicato stampa).
“Come associazione riteniamo che il lavoro svolto fin qui sia stato fondamentale per lo sviluppo del venture capital in Italia, che oggi è uno dei motori dell’innovazione. Ancora di più riteniamo che Cdp Venture Capital sarà fondamentale per sostenere il settore negli anni a venire e siamo pertanto sorpresi del ritardo nel rinnovo del cda”, spiega Donvito. “Auspichiamo che il Governo prenda una decisione in tempi rapidi, tenendo conto dell’importanza di operare in continuità con la direzione del primo triennio di attività, orientando la scelta verso il mantenimento del livello di competenza dimostrato fin qui. Come associazione siamo a totale disposizione per un confronto su questo tema”.
A differenza dell’Italia, fa notare l’associazione, in Germania, a KfW Capital, e in Francia, a BPI France, realtà omologhe a Cdp Venture Capital, è stato concesso il tempo di consolidarsi nel lungo periodo, in modo indipendente dagli avvicendamenti dei rispettivi governi. Il nostro ecosistema tecnologico ha bisogno di sostegno concreto e non di norme che, come il regime Golden Power rafforzato, possono rappresentare un ostacolo alla crescita di molte realtà innovative. Come buona pratica cui ispirarsi, ricordiamo che in Francia e nel Regno Unito sono stati addirittura il Presidente Macron e il Primo Ministro Sunak a spendersi in prima persona per sostenere la crescita del vc e dell’innovazione”.
Risultato: “Il ritardo in una decisione chiave per lo sviluppo dell’ecosistema rischia di rendere improduttivo il grande sforzo di rinnovamento delle norme che regola il settore che le istituzioni stanno portando avanti, a partire della modernizzazione dello Startup Act”, conclude Donvito, che è anche partner di P101 sgr.
Anche InnovUp, in una nota, ha espresso “forte preoccupazione per i ritardi del Governo nella nomina del nuovo Cconsiglio di amministrazione e dell’amministratore delegato: una figura chiave in grado di accelerare gli investimenti, in particolar modo i 550 milioni di euro stanziati dal Pnrr che hanno delle tempistiche di utilizzo ben chiare e stringenti, e attuare piani strategici essenziali allo sviluppo di un comparto in cui la velocità di esecuzione è fondamentale”.
L’appello al Governo è affinché “prenda celermente in mano il dossier, rinnovando l’attuale ad oppure individuando subito una figura alternativa che unisca le necessarie e specifiche competenze tecniche nel venture capital con quelle nella complessa gestione operativa di un team di oltre cento persone distribuite in numerosi fondi vigilati, che possa cioè garantire continuità d’azione con quanto fatto finora e che abbia a cuore e comprenda a fondo le dinamiche di sviluppo e consolidamento dell’ecosistema delle imprese innovative italiane tanto quanto le dinamiche competitive internazionali nel confronto con Paesi che, nell’ultimo triennio, grazie a Cdp Venture Capital hanno iniziato a guardare con attenzione a quanto avveniva in Italia”.
“Per un settore che conta ormai 17mila tra startup e pmi innovative, con un fatturato complessivo di 9,5 miliardi di euro solo nel 2022, e in grado di movimentare oltre 2 miliardi di investimenti di capitale di rischio, gli strumenti messi a disposizione da Cdp Venture Capital sono fondamentali per veicolare le risorse necessarie alla crescita di tutta la filiera dell’innovazione nazionale e continuare la rincorsa nella competitività tecnologica avviata con la costituzione di questa organizzazione strategica”, sottolinea Cristina Angelillo, presidente di InnovUp e ceo e co fondatrice Marshmallow Games, una startup digitale edtech che crea app educative per bambini.
“All’Italia servono politiche che stimolino i finanziamenti in capitali di rischio, con investimenti su ricerca e sviluppo, brevetti e startup innovative, mentre gli investitori necessitano di politiche che favoriscano l’attrattività di nuovi capitali, come incentivi fiscali mirati agli investimenti, che possano sostenere la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative”, aggiunge la presidente. “Questo settore non è mera finanza, non è erogazione di contributi pubblici, non è guidare una grande impresa con competenze manageriali generiche, ed è tanto dannoso inserirvi una guida sbagliata quanto lo è temporeggiare e lasciare una filiera in attesa”.
Anche perchè i numeri del vc sono rilevanti, come spiegato dalla Angelillo e calcolato da Italian Tech Alliance lo scorso 7 giugno: sui fondi di venture capital italiani si registra una raccolta di 2,372 miliardi di euro dal 2013 a oggi. Di questi ne hanno già investiti 1,2 miliardi mentre altri 1,172 miliardi sono ancora disponibili per investimenti (dry powder) sia nelle aziende già in portafoglio sia in nuove società. Il calcolo è al netto dell’ammontare a disposizione di Cdp Venture Capital sgr per investimenti diretti, per dare un’idea del potenziale del solo mercato totalmente privato (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che Cdp Venture Capital sgr è nata il 21 gennaio 2020 quando l’assemblea di Invitalia Ventures sgr (70% Cdp Equity e 30% Invitalia) tenutasi in sede straordinaria e ordinaria, aveva modificato il nome della società in Cdp Venture Capital sgr., nominando i membri del cda, e Francesca Bria come presidente. Il cda, riunitosi successivamente, aveva poi nominato Enrico Resmini amministratore delegato e direttore generale (si veda qui il comunicato stampa di allora e si veda altro articolo di BeBeez).
Resmini era già stato indicato da Cdp come candidato a capo di Invitalia Venture sgr a novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre già a dicembre 2019 aveva parlato in pubblico con il ruolo di ad del Fni, in occasione della presentazione del Piano Nazionale per l’Innovazione 2020-2025 da parte di Paola Pisano, allora Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione (si veda altro articolo di BeBeez). Allora Resmini aveva precisato che in corso di autorizzazione c’erano già un fondo di fondi di venture capital e un fondo dedicato agli acceleratori di impresa per un totale di circa 200 milioni e che sarebbero stati poi allo studio un nuovo fondo dedicato al corporate venture capital e un altro focalizzato sul tech transfer.