A Pietrasanta dal luglio scorso è aperto un nuovo spazio, quello della Galleria Futura che ha fatto una scelta di campo significativa e innovativa. In un Palazzo storico della cittadina, una galleria a porte chiuse, dove il contemporaneo incontra la storia e il pubblico solo su appuntamento. Abbiamo avuto l’occasione di visitare l’esposizione che ha inaugurato il nuovo spazio con il direttore Claudio Francesconi, diventato tra l’altro Capo Dipartimento per il settore arte digitale ed NFT presso la casa d’aste Pandolfini di Firenze.
Il titolo Opera aperta mostra chiusa, un’Esposizione di Arte Cinetica e Pittura Astratta che celebra le avanguardie italiane del secolo scorso, prende spunto per la prima parte da un’espressione coniata da Umberto Eco per artisti autori di opere dinamiche che interagiscono con lo spettatore come quelli del Gruppo N, personaggi come Toni Costa e Giovanni Anceschi, tra gli altri.
L’espressione è legata a una mostra del 1962 tenutasi alla sede Olivetti a Milano su Arte cinetica e programmata con le musiche di Luciano Berio che oggi sono riproposte a Pietrasanta. Allora fu molto innovativa la scelta di inserire l’arte in un contesto di eccellenza tecnologica negli anni di boom; un incontro quello tra arte e tecnologia che oggi torna più che mai di attualità in una chiave nuova.
Il Gruppo N, fondato a Padova nel 1960 da un gruppo di artisti rivoluzionari, attraverso l’uso di dispositivi meccanici e ottici, riuscì a trasmettere una sensazione di movimento e cambiamento nelle loro opere, sfidando le convenzioni artistiche tradizionali e aprendo nuove possibilità espressive.
Così la scelta curatoriale ha messo in dialogo un artista di Valencia come Pablo Alpe proveniente dal mondo dell’installazione per approdare all’arte generativa digitale con artisti storicizzati che sono antesignani di un modo nuovo di fare arte. Alpe è un talentuoso innovatore che esplora la convergenza tra arte e tecnologia le cui opere d’arte digitali offrono un’esperienza di collezionismo unica, in cui la tecnologia blockchain garantisce l’autenticità e la tracciabilità delle opere stesse. Inoltre, l’installazione visuale di Pablo Alpe, da fruire con il visore VR Oculus, ha offerto al pubblico un’esperienza immersiva e sorprendente. Gli spettatori sono trasportati in un mondo virtuale, in cui potranno esplorare e interagire con l’arte di Alpe in un modo completamente nuovo, rompendo le barriere tra lo spettatore e l’opera stessa.
La seconda parte dell’espressione che dà il titolo alla mostra proviene sempre dal Gruppo N, con artisti quali Alberto Biasi e Edoardo Landi, che ha proposto il concetto di arte interattiva rispetto allo spettatore e collaborativa tra autori tanto che spesso la firma era collettiva. “Mostra chiusa” è una dicitura ritrovata su un loro manifesto che Galleria Futura ha interpretato come una scelta sartoriale, della galleria su misura, quindi su appuntamento, mettendo fine all’idea della bottega, dello spazio aperto su strada.
L’idea è di dedicare tempo e concentrazione a un pubblico in qualche modo selezionato che incontra la galleria cercando un certo tipo di arte attraverso il mondo digitale, segnatamente il metaverso, uno spazio aperto, quasi spalancato che però dev’essere cercato.
Le mostre come Anatomie sintetiche, dedicata all’artista Beatrice Gallori, a cura del direttore, sposano un filone artistico legato al ‘nuovo mondo’ degli Anni Duemila e propongono una fruizione immersiva, accanto a quella tradizionale, grazie a un casco che lo spettatore può indossare. In particolare l’artista che ci accompagna alla fine dell’estate, nata a Montevarchi, in provincia di Arezzo, nel 1978, si è diplomata al liceo classico Cicognini di Prato e ha poi concretizzato la sua passione per la moda e il design frequentando l’Istituto Polimoda di Firenze ed è dalla moda che nasce la voglia di sperimentare in termini pittorici dando spessore alle tele anche con materiali di recupero, intraprendendo una carriera importante e articolata.
a cura di Ilaria Guidantoni
video a cura di Giuseppe Joh Capozzolo