Nel Comune di Patrica, alle porte di Frosinone, nascerà il più grande polo di produzione di idrogeno verde del centro Italia che alimenterà l’area industriale della città laziale. Il progetto, denominato Helios, sarà realizzato da Engie, colosso energetico francese quotato a Parigi e Brxuelles, da Consorzio Industriale del Lazio e da Società Gasdotti Italia (SGI), il secondo operatore italiano per dimensioni nel trasporto del gas naturale, che gestisce una rete di 1.800 km di gasdotti ad alta pressione, controllata da Ontario Teachers’ Pension Plan e Swiss Life.
Il progetto prevede un investimento di circa 20 milioni di euro, di cui 9,5 milioni di euro finanziati nell’ambito del bando Hydrogen Valleys del PNRR (si vedano qui il comunicato stampa, qui le slide di presentazione di Engie e qui quelle di SGI).
Il progetto è stato presentato ieri da Francesco De Angelis, presidente del Consorzio Industriale del Lazio; Roberto Loiola, amministratore delegato di SGI, Luca Valota, Head of Proposal & Sales Support di Engie Italia; Prof. Fausto Arpino, presidente del Corso di Studi Mechanical Engineering e Industrial Engineering Technology di Unicas (Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale), che ha collaborato alla fase di ideazione del progetto.
Una volta a regime l’impianto, progettato e costruito da Engie, produrrà circa 400 tonnellate all’anno di idrogeno verde, destinate ad alimentare le industrie presenti nel distretto. La costruzione, che sarà finalizzata entro la prima metà del 2026, è prevista in un’area industriale dismessa con un’estensione di circa 10 ettari e a breve distanza dal gasdotto ad alta pressione di proprietà di SGI.
L’Idrogeno verde verrà prodotto attraverso il processo di elettrolisi dell’acqua con l’esclusivo utilizzo di energia rinnovabile in linea con i dettami dell’Unione Europea. L’impianto sarà “power-to-gas”, ovvero capace, attraverso l’elettrolisi, di produrre idrogeno verde dall’energia elettrica generata da fonti rinnovabili. È previsto infatti un sistema di elettrolisi di circa 5 MW che sarà alimentato da un impianto fotovoltaico a terra di circa 7 MW.
Sarà inoltre realizzato un gasdotto dedicato in grado di trasportare una miscela di idrogeno e metano da consegnare alle utenze del distretto industriale. Oltre a produrre idrogeno interamente verde in prossimità alle utenze di consumo, è possibile anche accumularlo svolgendo una funzione di flessibilità e bilanciamento delle reti.
“Ci siamo assunti un impegno molto importante per il futuro del nostro territorio, con l’obiettivo di decarbonizzare e di attuare sempre di più una transizione energetica”, ha dichiarato il presidente del Consorzio Industriale del Lazio, Francesco De Angelis, che ha aggiunto: “Si tratta di un percorso lungo e complesso ma oggi obbligatorio, perché la strada che dobbiamo intraprendere deve necessariamente essere sempre di più quella della green economy e dello sviluppo sostenibile. Sia dal punto di vista della difesa del nostro ambiente che da quello più strettamente economico. L’idea è quella di favorire la transizione energetica sul territorio attraverso il progressivo abbattimento delle emissioni climalteranti con la diffusione dell’impiego di gas rinnovabili. Inizialmente nell’area industriale di Frosinone e poi in altre aree del Consorzio, oltre che nella mobilità e negli usi residenziali. Stiamo gettando le fondamenta delle centrali elettriche del futuro”.
Monica Iacono, ceo di Engie Italia, ha aggiunto: “Siamo impegnati quotidianamente per raggiungere la Net Zero Carbon nel 2045 e crediamo che per perseguire gli importanti obiettivi di decarbonizzazione sia indispensabile un approccio che includa una diversificazione del mix energetico e un maggiore impiego delle fonti rinnovabili. Abbiamo avviato importanti progetti su green gas e idrogeno, leve strategiche nel percorso di transizione energetica e il progetto Helios si inserisce perfettamente in questo contesto, contribuendo sia all’accelerazione dello sviluppo di infrastrutture energetiche low carbon sia all’utilizzo di fonti di energia disponibili a livello locale. Queste tecnologie saranno sempre più centrali non soltanto per gli obiettivi di decarbonizzazione ma anche per tutelare la competitività del settore industriale italiano”.
E Roberto Loiola, ad di SGI ha concluso: “Helios è il primo progetto di Hydrogen Valley per Società Gasdotti Italia e contribuisce a uno dei principali obiettivi europei nella transizione energetica come previsto dal RePowerEU. E’ nostro obiettivo in questo caso supportare imprese e comunità del territorio della provincia di Frosinone e del Lazio, con ricadute positive per ambiente ed economia. L’idrogeno verde aiuta il processo di decarbonizzazione e, insieme alla diffusione di altri gas di origine rinnovabile, consentirà di accelerare la transizione energetica in quest’area geografica”.
SGI è il più grande operatore indipendente attivo in Italia nel settore della trasmissione del gas naturale. Ha in particolare sviluppato i gasdotti San Marco-Recanati e Larino-Chieti e la rete di trasmissione di gas naturale in Sardegna insieme a Snam. SGI ha chiuso il bilancio 2022 con 109,4 milioni di euro di ricavi netti, un ebitda di 56,3 milioni e un debito finanziario netto di 570 milioni (si veda qui il report di Leanus, una volta registrati gratuitamente). Il debito include 60 milioni di euro di finanziamenti erogati al gruppo nel dala società di gestione britannica abrdn per conto del partner strategico in campo assicurativo Phoenix Group (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che Ontario Teachers’ Pension Plan aveva acquisito il 69,14% di SGI nel gennaio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez) da Macquarie Infrastructure and Real Assets (MIRA), che nel 2016 aveva comprato la stessa quota attraverso il fondo Macquarie European Infrastructure Fund 4. MIRA aveva comprato quella quota nel 2016 affiancato da Swiss Life che aveva rilevato il resto del capitale e che è rimasto poi azionista accanto ad Ontario Teachers’ (si veda altro articolo di BeBeez). Il valore dell’operazione del 2021 non era stato reso noto, ma è stato ipotizzato un EV di 750 milioni di euro, applicando lo stesso premio del 30% sulla RAB (Regulated Asset Base), cioé al valore del capitale investito netto come riconosciuto dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, così come era stato fatto nell’operazione del 2016. MIRA e Swiss Life avevano a loro volta rilevato SGI da Eiser Infrastructure Partners che nel 2007, ancora con il nome di Abn Amro Global Infrastructure Fund, aveva acquistato SGI da Clessidra sgr per un enterprise value di 300 milioni. A sua volta il fondo italiano aveva rilevato la società da Edison nell’estate 2004 e l’aveva poi ribattezzata SGI (si veda qui il comunicato stampa di allora).