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articolo pubblicato su BeBeez Magazine n. 16 del 23 dicembre 2023.
parte dell’analisi Composizione Negoziata sulla buona strada
di Giuliano Castagneto
Europa Investimenti, del gruppo britannico Arrow Global, è il principale advisor italiano di fondi che investono sia equity che debito nelle aziende in crisi. I suoi interventi spaziano dalle procedure giudiziali agli accordi stragiudiziali, inclusa la Composizione Negoziata della Crisi d’Impresa (CNC), e agli NPL e UTP garantiti da asset immobiliari, sia tramite fondi ad apporto sia tramite cartolarizzazioni. Nei prossimi anni Europa Investimenti è chiamata a investire in Italia i circa 550 milioni previsti per il Paese dal nuovo fondo di Arrow Global, Arrow Credit Opportunities II che lo scorso marzo ha chiuso la raccolta a 2,75 miliardi di euro (si veda articolo di BeBeez). Nessuno quindi come Daniele Patruno, ceo di Europa Investimenti, è in posizione migliore per esprimere il punto di vista degli investitori finanziari sulla Composizione Negoziata della Crisi d’Impresa.
Domanda. A due anni dall’avvio del nuovo regime di composizione stragiudiziale delle crisi aziendali, i dati di mercato indicano che l’efficacia della CNC sta aumentando, e infatti esperti e operatori coinvolti si dicono fiduciosi nella sua sempre maggiore efficacia. Lei condivide questo ottimismo?
Risposta. Lo condivido, anche noi stessi abbiamo concluso alcune CNC partecipando come creditori attivi. Chiaramente, con la prudenza che gli investitori di “nuova finanza” in tali contesti devono necessariamente avere. La protezione che gli investitori ricevono dall’attestazione della veridicità dei dati aziendali e dall’omologa del Tribunale resta importante. Stiamo cercando di capire se lo stesso livello di protezione sia effettivamente raggiungibile in sede di CNC.
D. Quindi ritiene comunque preferibile agire in ambito concordatario?
R. No, la mia non è una posizione preconcetta, anzi la potenziale rapidità di soluzione di una CNC è sicuramente un’opportunità interessante per noi. Il consenso degli esperti di settore è che la CNC sia uno strumento migliorabile. Ad esempio, per gli investitori, un punto molto importante da chiarire è la validità legale di alcune azioni dispositive intraprese in sede di Composizione, per esempio la vendita di alcuni asset aziendali. Non è chiaro, anche perché lo strumento è molto recente, cosa accadrebbe se la CNC si concludesse poi senza successo. Il Tribunale riconoscerebbe la validità giuridica della compravendita? Tuttavia, possiamo anche noi confermare che la Composizione comincia a funzionare, più precisamente, la cultura della gestione stragiudiziale della crisi comincia a permeare il tessuto imprenditoriale italiano e si stanno affermando prassi sempre più costruttive per il buon esito della CNC stessa.
D. In che senso?
R. In passato accadeva spesso che l’imprenditore si accorgesse troppo tardi della crisi. Anche nominando un bravo advisor, o anche in presenza di un bravo esperto nella CNC, se si arriva fuori tempo massimo, difficilmente ci sono alternative a una procedura giudiziale. L’esperienza più recente, invece, ci ha fatto rilevare la crescente centralità degli esperti nominati in CNC nel favorire l’individuazione di soluzioni effettivamente percorribili, spesso cercando attivamente il coinvolgimento di investitori terzi in grado di apportare nuova finanza alle imprese. Di conseguenza, continuiamo ad agire su una sorta di doppio binario: nelle situazioni più complesse continuiamo a muoverci in ambito giudiziale, mentre in altre meno problematiche abbiamo cominciato a partecipare a composizioni negoziate. Personalmente spero che, una volta ottenuti i miglioramenti cui ho accennato, la CNC possa attirare un numero crescente di investitori sia in equity sia in debito.
D. Voi gestite in Italia i fondi distressed di Arrow Global. Come hanno percepito l’avvento della CNC in Italia?
R. Più lunghi sono i tempi, più si erode il valore dei capitali investiti. Quindi qualsiasi sviluppo in grado di ridurre non solo la lunghezza, ma anche l’imprevedibilità temporale delle procedure giudiziali, non può che essere benvenuto da chi investe dall’estero.
D. L’imprenditore ricorre alla composizione negoziata per salvare la propria impresa, ma molto spesso gli investitori per intervenire nell’azienda chiedono al titolare di fare un passo indietro. Due desideri difficilmente conciliabili. E’ un rischio ai fini della CNC?
R. Non si può generalizzare, occorre valutare caso per caso. Alcune aziende dispongono di patrimoni immobiliari di entità sufficiente a superare le difficoltà finanziarie, e in tali casi non sono necessari cambi di governance di qualche rilevanza. Nel caso invece in cui siano necessarie iniezioni di capitale significative, chi investe chiede una presenza nella governance, per esempio tramite la nomina di un CRO o di propri rappresentanti in cda. Ovviamente nelle situazioni più complesse, che spesso richiedono l’impegno di ingenti capitali, una forte presenza nella governance, che prevede la nomina del top management, è irrinunciabile.