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È di 180 mila euro il valore base d’asta medio per gli immobili messi in vendita nel corso del 2023, pari a un -12% rispetto ai 205 mila euro al 31 dicembre 2022. Sono questi i numeri mostrati dall’ultima analisi di Cherry Brick, braccio operativo nell’immobiliare dell’universo tecnologico di Cherry srl, a sua volta startup fintech di cui l’ex ad di Banca Ifis, Giovanni Bossi, è cofondatore (si veda qui il comunicato stampa).
Contestualmente, in tutto il 2023 sono state oltre 150 mila le aste immobiliari pubblicate in Italia, il 19% in meno rispetto alle circa 186 mila del 31 dicembre 2022, per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a soli 20,8 miliardi di euro (-29% rispetto ai 29,4 miliardi al 31 dicembre 2022).
Numeri che trovano conferma nei dati divulgati a fine dicembre 2023 da Reviva (si veda altro articolo di BeBeez), prima startup in Italia specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari fondata da Ivano De Natale e Giulio Licenza, che analizza i dati dal PVP (il portale ministeriale delle vendite pubbliche), grazie alla nuova tecnologia di immobiliallasta.it, il portale gestito dalla stessa Reviva. La startup indica infatti una diminuzione del numero delle aste, che nel 2023 sono state 152.303, cioè il 20% in meno di quelle bandite nel 2022 (191.253) e il 18% in meno rispetto alle 185.555 aste del 2021. Nel corso dell’anno l’andamento è stato costante, mediamente ci sono state 13.800 aste al mese, il 20% in meno rispetto alle 17.400 del 2022. Lo stesso impatto si è anche riversato sul valore complessivo delle aste pubblicate, che si è attestato nel 2023 a soli 18 miliardi di euro, cioé il 20% in meno rispetto ai 22,6 miliardi del 2022 e ai 23,7 miliardi del 2021. Un trend, quello del calo del numero delle aste e del valore degli immobili, già individuato da Reviva sia a inizio 2023 (si veda altro articolo di BeBeez) sia alla fine del 2022 (si veda altro articolo di BeBeez).
Si cnferma quindi ‘andamento riscontrato alla fine del terzo trimestre dall’analisi dell’Osservatorio Immobiliare delle Vendite Giudiziarie di Abilio spa, player di riferimento nella vendita e acquisto di beni immobili e strumentali provenienti da procedure, società di leasing e vendite volontarie, facente parte del gruppo illimity, che aveva appunto rilevato un calo del numero di immobili all’sta di circa il 20% (si veda altro articolo di BeBeez)
Tornando a Cherry Brick, in merito al valore della somma di base d’asta complessiva a livello regionale, la Lombardia al termine dell’anno 2023 si è assestata su 3,3 miliardi di euro complessivi (-3% sullo stesso periodo 2022 che registrava un valore di 3,4 miliardi), seguita dal Lazio con 2,7 miliardi ed Emilia-Romagna e Toscana con 1,9 miliardi, mentre a livello provinciale la Città Metropolitana di Roma risulta prima con un valore di 2,1 miliardi di euro (-34% sul 2022 che registrava 3,2 miliardi), seguita a notevole distanza da Perugia e Milano rispettivamente con 652 e 602 milioni di euro.
“Nonostante si registri un generale decremento a livello nazionale sia nelle aste censite sia nel
valore minimo di partenza delle offerte, il settore delle aste immobiliari rimane un’area di notevole interesse per gli investitori desiderosi di sfruttare le migliori opportunità di mercato”, ha detto Chai Botta, Infrastructure Lead in Cherry srl. “Tuttavia, per farlo, è essenziale adottare approcci flessibili che considerino le variazioni regionali e locali, considerando anche la tipologia specifica di immobili ricercati. In tale contesto, i dati forniti dallo strumento Cherry Brick possono risultare utili per un’analisi approfondita, orientando così le decisioni in un mercato ad elevata dinamicità”.
All’interno del Portale Vendite Pubbliche nel 2023 sono stati pubblicati oltre 150 mila nuovi avvisi d’asta così suddivisi: il 54% in riferimento ad immobili ad uso residenziale (pari ad un totale di 81.547 aste sopravvenute), il 20% ad immobili ad uso commerciale (29.394) e solo il 4% ad immobili ad uso industriale (5.339), mentre un 22% è composto da “altre” categorie immobiliari (33.764). Non rilevante, invece, l’ambito degli impianti sportivi con il solo 0,1% del totale (207).
Guardando a livello regionale, il 13% del totale delle aste pubblicate è localizzato in Lombardia (per un totale di 20.212 nuovi avvisi, -22% sui 25.911 del 2022), il 12% in Sicilia (17.317) ed un ulteriore 10% nel Lazio (15.499). Fanalino di coda lo 0,2% della Valle d’Aosta (287). A livello macro territoriale la maggior concentrazione è nel Centro Italia (27%), seguito da Sud (24%), Nord-Ovest (21%), Isole (16%) e Nord-Est (12%). Tra le grandi città, invece, Roma si conferma prima in Italia per numero di aste censite (4.101, -15%
rispetto alle 4.802 del 2022), seguita da Napoli (1.072, -30%) e Catania (1.016, -23%).
A livello provinciale la Città Metropolitana di Roma guida la classifica con 9.974 aste pubblicate (pari al 7% del totale nazionale), seguita da Perugia e da Cosenza rispettivamente con 4.321 e 3.814. Infine, a livello di Tribunali locali, con un dato di 5.484 quello di Roma continua ad essere il primo in cui sono state pubblicate il maggior numero di nuove aste (pari al 4% del totale nazionale, -13% rispetto al 31 dicembre 2022 con 6.278). Seguono quelli di Brescia (3.585), Cagliari (3.360) e Milano (3.336).
Dalle singole categorie allo studio emerge come nell’anno la base d’asta media sia calata rispetto al 2022 in relazione sia agli immobili commerciali, che si assestano a 191.000 euro per un -41% rispetto ai 323.000 euro del 2022, che agli immobili residenziali che registrano un valore di 132.000 euro per un -10% rispetto ai 147.000 euro del 2022. In controtendenza, invece, gli immobili industriali il cui valore di riferimento è pari a 697.000 euro per un +4% rispetto ai 667.000 euro del 2022, così come gli impianti sportivi la cui base d’asta media risulta essere pari a 917.000 euro per un +71% rispetto ai 536.000 euro del 2022.
In relazione alle regioni, il Trentino-Alto Adige risulta in testa tra le zone nelle quali sono localizzati i lotti il cui valore medio di base d’asta su scala nazionale è stato mediamente più alto con un complessivo di 265.000 euro (a differenza dei 241.000 euro al 31 dicembre 2022, +10%). Seguono l’Emilia-Romagna (253.000 euro, +28%), la Toscana (221.000, +1%) ed il Lazio (220.000 euro, -26%). Nelle ultime posizioni il Molise (105.000 euro, -20%) e la Calabria (116.000, -12%).