Aprirà i battenti domenica 3 marzo alle ore 11 presso la sede del Comune di Guardistallo (PI), in via Palestro, 24, il progetto a cura di Ermanno Tedeschi Cento per cento inferno, con le fotografie di Ziv Koren e il video Captured di Sharon Derhy. La mostra, con ingresso gratuito su prenotazione (tel. 0586 651522), resterà aperta fino al 10 marzo, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.
L’iniziativa, che è già stata presentata nelle scorse settimane a Milano, presso la Fondazione delle Stelline, a Palazzo Doria a Loano (SV) e presso l’Associazione Camis De Fonseca a Torino, è stata accolta con entusiasmo da Sandro Ceccarelli, sindaco del Comune di Guardistallo in provincia di Pisa, e propone una riflessione sull’arte israeliana a seguito dei drammatici fatti del 7 ottobre, con opere video e fotografie. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele a Roma, con il patrocinio del Comune di Guardistallo e del Comitato “Insieme per Guardistallo” e con il supporto dell’Unione Associazioni Italia-Israele e di Banca Patrimoni Sella & c.
Come detto, la mostra è stata collocata all’interno della Sala Consiliare del Comune di Guardistallo per disposizione del sindaco Sandro Ceccarelli, che con questo gesto ha inteso dare un concreto e significativo gesto di solidarietà al popolo ebraico e allo Stato di Israele da parte della propria amministrazione per l’attacco di Hamas.
Guardistallo fu teatro il 29 giugno del 1944 dell’eccidio di Guardistallo, quando furono trucidati 63 civili dalla quarta compagnia della diciannovesima divisione da campo della Luftwaffe; tale eccidio venne portato al processo di Norimberga tra le prove.
L’esposizione di Ziv Koren è l’ultimo progetto dell’artista e ritrae i drammatici fatti di quel fatidico sabato mattina, quando i terroristi di Hamas hanno invaso il Sud di Israele.
Durante quel terribile giorno, bambini innocenti, famiglie e persone anziane sono stati uccisi e massacrati a sangue freddo. Quel giorno Israele è precipitato nell’inferno, più di 230 cittadini sono stati rapiti e condotti nei tunnel bui di Hamas, tenuti in ostaggio da un’organizzazione terroristica omicida. Le 30 fotografie in mostra, scattate da Ziv Koren quando è giunto nei luoghi del massacro e nei giorni successivi, documentano le atrocità e il loro impatto sulla società israeliana e nella vita quotidiana.
Insieme alla mostra fotografica sarà presentato il video Captured-Echi di assenza: foto delle famiglie degli ostaggi, creato da Sharon Derhy, nuora di Chaim Peri, rapito il 7 ottobre dai terroristi di Hamas dalla sua casa in Israele, e nasce da un’iniziativa a sostegno del ritorno degli israeliani tenuti in ostaggio a Gaza.
L’idea è nata quando il marito di Derhy, Lior, in visita alla casa di suo padre nel Kibbutz Nir-Oz, si è ricordato improvvisamente di una foto scattata lì un anno prima. In questa immagine, lui e il padre sono davanti alla porta di casa mentre leggono i giornali del fine settimana in un ambiente rilassato. Lior ha ricreato la stessa foto con il padre assente, mettendo in risalto le conseguenze del massacro del 7 ottobre.
Successivamente, ha inviato la foto a Derhy, la quale ha accostato entrambe le immagini aggiungendo la didascalia “Aspettando”, per poi pubblicarla su Facebook. L’incredibile riscontro ottenuto dal suo post ha reso evidente che immagini come queste sarebbero state in grado di sensibilizzare immediatamente gli spettatori sull’urgenza di riportare gli ostaggi a casa.
Captured trascende la mera immagine. Il progetto vuole dare voce alle famiglie distrutte dai rapimenti, il loro dolore echeggia attraverso il silenzio degli spazi vuoti.
L’assenza delle persone nelle foto attira lo sguardo dello spettatore, e lo induce a voler completare la foto per ritrovare l’armonia che riunisce la famiglia.
Gli interpreti della canzone Nigunim (Melodie ebraiche), che accompagna le immagini, sono Ben e Talya Danzig, rispettivamente figlio e nipote di Alex Danzig rapito il 7 ottobre e ancora tenuto in ostaggio a Gaza.
“Condividendo queste storie, vogliamo porre l’attenzione sul costo umano che l’orribile massacro del 7 ottobre ha provocato, sollecitando le istituzioni a dare priorità al rilascio immediato degli ostaggi. È una ferita che ha segnato tutti gli israeliani, dentro e fuori lo stato, che ha generato depressione profonda alla quale stiamo cercando di reagire”, ha spiegato Maya Katzir, attaché culturale dell’Ambasciata d’Israele a Roma e curatrice dello screening. “Anche con l’arte, noi vogliamo diffondere un po’ di speranza. Vogliamo parlare contro chi voleva farci tacere. La cultura israeliana non si ferma”.
In questo momento doloroso, l’arte può continuare a sollevare questioni, far riflettere, dialogare, respirare.
Ziv Koren, fotoreporter di fama mondiale, ha documentato le atrocità dell’attacco terroristico del 7 ottobre e il loro impatto sulla società israeliana, nella vita quotidiana. La sua foto di un autobus israeliano esploso è stata selezionata come una delle 200 immagini più importanti degli ultimi 45 anni dal World Press Photo. Ha vinto premi internazionali come il Photo District News Award e il Picture of the Year.
Sharon Derhy è una fotografa attiva dal 1997. È specializzata in ritratti, musica, fotografia di moda e progetti unici. Docente presso il dipartimento di Fotografia della Minshar School of Art e della Wizo Haifa, Academy of Design and Education.
Ha presentato i suoi lavori in due mostre personali e in alcune esposizioni collettive. Si è laureata presso l’Hadassah College di Gerusalemme.
a cura di Paolo Bongianino