Nel primo semestre del 2017 le piattaforme italiane di equity crowdfunding hanno raccolto 5 milioni di euro per 23 società, più di quanto raccolto in tutto il 2016 (4,3 milioni per 19 società finanziate). Questo risultato ha portato la raccolta complessiva dal 2014 a 12,5 milioni per un totale di 53 imprese finanziate. Lo ha calcolato CrowdfundingBuzz, il sito dedicato al crowdfunding e pubblicato da EdiBeez srl, così come BeBeez.
Delle 23 società finanziate nel 2017, 19 sono startup innovative, 2 sono pmi innovative e una è un fondo di investimento. Quasi tutte le rispettive campagne, 20 su 23 (87%), sono andate in overfunding, hanno cioè raccolto più del loro obiettivo minimo: se, infatti, mediamente, l’obiettivo minimo di raccolta è stato di poco più di 100mila euro (118mila), la raccolta effettiva, sempre in media, è quasi raddoppiata, superando i 200mila euro (220mila). Un risultato che, probabilmente, testimonia la crescente attrazione dell’offerta per chi intende investire nell’economia reale, ancorché si tratti di investimenti illiquidi e ad altro rischio.
E, infatti, per ciascuna campagna di successo, sono stati 63 gli investitori che hanno sottoscritto le quote offerte, per un investimento medio a testa di 3.500 euro. Il dato è dirompente se confrontato con le medie del 2016: 39 investitori per campagna che avevano investito 5.800 euro. Evidentemente, gli investitori retail, cioè il “crowd”, conoscono sempre di più lo strumento e pur investendo relativamente poco, lo fanno sempre di più e sempre più spesso. D’altra parte, se nel 2016, il numero totale di investitori in tutto l’anno era stato pari a 747, nei primi due trimestri di quest’anno il numero è già raddoppiato: 1.457 individui (al lordo di chi ha investito più di una volta) hanno creduto nella potenzialità di crescita delle imprese che hanno lanciato una campagna di equity crowdfunding.
Ed è proprio sul numero di investitori medi che si possono delineare alcune differenze tra le piattaforme che operano nel mercato italiano. Le due che hanno maggiormente contribuito ai risultati dei primi 6 mesi di quest’anno sono Crowdfundme e Mamacrowd, ciascuna con 7 società finanziate, per complessivi 3,3 milioni (66% del totale). Mentre Mamacrowd ha avuto una media di 64 investitori per campagna con investimento medio di 4.000 euro, Crowdfundme ne ha avuti quasi il doppio, 119, con investimento medio di 1.800 euro. Sembra quindi che la strategia di queste due piattaforme sia nettamente rivolta verso piccoli investitori.
Le altre piattaforme hanno un approccio rivolto più probabilmente verso investitori tendenzialmente professionali. Infatti, le altre 9 campagne di successo, finanziate attraverso sei diverse piattaforme, hanno registrato in media 20 investitori per campagna con investimento medio di 10 mila euro (anche se per 3 di queste l’investimento medio è tra i 4.500 e i 5 mila euro).
“Consob e Governo, soprattutto lo scorso anno, hanno sensibilmente migliorato normativa e regolamento sull’equity crowdfunding, contribuendo in maniera consistente all’accelerazione che abbiamo osservato”, ha commentato Fabio Allegreni, partner di Crowd Advisors e responsabile di CrowdfundingBuzz, aggiungendo che il ruolo dell’equity crowdfunding grazie all’estensione della possibilità di utilizzo di questo strumento a qualunque pmi, potrebbe estendersi oltre il finanziamento di imprese nella loro fase iniziale di vita, per diventare una palestra di avvicinamento alla quotazione all’Aim: “Il picco alto di una raccolta con equity crowdfunding (1 milione) e il più basso di una ipo su Aim si toccano. Inoltre, raccogliere fondi in equity presso il pubblico richiede un salto culturale e farlo direttamente con una quotazione all’Aim può essere per molte pmi uno sforzo troppo elevato. Lanciare una campagna di equity crowdfunding potrebbe essere un primo passo, meno gravoso, per iniziare a prepararsi”.