L’Arabia Saudita sta partecipando per la prima volta alla mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia. L’esposizione comprenderà anche 63 partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Oltre all’Arabia Saudita, per la prima volta parteciperanno sei paesi, tra cui Pakistan e Libano. 71 architetti provenienti da tutto il mondo “rispondono al Manifesto di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, per rivelare l’ingrediente ” Freespace “ incorporato nel loro lavoro”. Esporrà Peter Rich Architects di Johannesburg anche se sfortunatamente, il Sudafrica non avrà un padiglione nazionale quest’anno.
Il padiglione saudita è organizzato dal Misk Art Institute e si concentrerà su una visione per il futuro dello sviluppo urbano nel Regno. Il padiglione esporrà il tema generale dell’evento di quest’anno intitolato “Freespace”. Il padiglione saudita è curato dal ricercatore architettonico Jawaher Al-Sudairy e dal preside della facoltà di design dell’Imam Abdulrahman Bin Faisal University, dott. Sumayah Al-Solaiman.
Con lo scopo di promuovere il “desiderio” di architettura, il presidente Baratta ha spiegato che “questa edizione a cura di Yvonne Farrell e Shelley McNamara si concentra sulla questione dello spazio, della qualità dello spazio, dello spazio aperto e libero. Il parametro fondamentale di riferimento è indicato con grande chiarezza”. Il padiglione saudita traduce così questo tema presentando l’idea che “gli spazi vuoti creano molte opportunità in quanto attraggono i passanti, i visitatori e gli inquilini”.
Aperto al pubblico dallo scorso Sabato 26 maggio a Domenica 25 Novembre 2018, ai Giardini e all’Arsenale, la 16a Mostra Internazionale di Architettura, dal titolo ‘ Freespace’ sarà curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. L’anteprima si è svolta il 24 e il 25 maggio scorsi.
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(Yvonne Farrell and Shelley McNamara. Ph. Andrea Avezzù, Courtesy of La Biennale di Venezia)
Qui il bando di quest’anno delle due curatrici che invita le nazioni a partecipare.
«Freespace rappresenta la generosità di spirito e il senso di umanità che l’architettura colloca al centro della propria agenda, concentrando l’attenzione sulla qualità stessa dello spazio.
Freespace si focalizza sulla capacità dell’architettura di offrire in dono spazi liberi e supplementari a coloro che ne fanno uso, nonché sulla sua capacità di rivolgersi ai desideri inespressi dell’estraneo.
Freespace celebra l’abilità dell’architettura di trovare una nuova e inattesa generosità in ogni progetto, anche nelle condizioni più private, difensive, esclusive o commercialmente limitate.
Freespace dà l’opportunità di enfatizzare i doni gratuiti della natura come quello della luce – la luce del sole, quella lunare, l’aria, la forza di gravità, i materiali – le risorse naturali e artificiali.
Freespace invita a riesaminare il nostro modo di pensare, stimolando nuovi modi di vedere il mondo e diinventare soluzioni in cui l’architettura provveda al benessere e alla dignità di ogni abitante di questo fragile pianeta.
Freespace può essere uno spazio di opportunità, uno spazio democratico, non programmato e libero per utilizzi non ancora definiti. Tra le persone e gli edifici avviene uno scambio, anche se non intenzionale o non progettato, pertanto anche molto tempo dopo l’uscita di scena dell’architetto gli edifici stessi trovano nuove modalità di condivisione, coinvolgendo le persone nel corso del tempo.
L’architettura ha una vita attiva e al contempo passiva.
Freespace abbraccia la libertà di immaginare lo spazio libero di tempo e memoria, collegando passato, presente e futuro, costruendo sulle stratificazioni della nostra eredità culturale, legando l’arcaico e il contemporaneo.
Con il tema Freespace la Biennale Architettura 2018 presenterà al pubblico esempi, proposte, elementi – costruiti o non costruiti – di opere che esemplificano le qualità essenziali dell’architettura: la modulazione, la ricchezza e la materialità delle superfici, l’orchestrazione e la disposizione in sequenza del movimento, rivelando le potenzialità e la bellezza insite nell’architettura.
La mostra avrà una presenza spaziale e fisica su una scala e con caratteristiche tali da avere un forte impatto sul visitatore, comunicando la complessa natura spaziale dell’architettura. L’esposizione propone un coinvolgimento emotivo e intellettuale dei molti visitatori che verranno alla Biennale, per comprendere l’architettura, stimolare il dibattito sui valori centrali dell’architettura e celebrare il contributo reale e duraturo che l’architettura offre all’umanità.
Quando Jørn Utzon ha pensato alla seduta di cemento coperta di piastrelle all’entrata del Can Lis, a Maiorca, l’ha concepita modellandola perfettamente sul corpo umano per il suo comfort e benessere. A livello spaziale essa rappresenta una “parola” di saluto e benvenuto.
Angelo Mangiarotti “dice” la stessa cosa all’entrata del civico 24 di via Quadronno a Milano, in cui un corridoio in leggera pendenza con una seduta alla soglia dell’entrata vi “trattiene” e vi dà il benvenuto mentre fate ritorno dalla città.
Lina Bo Bardi solleva il museo di arte moderna di San Paolo per realizzare un belvedere affinché i cittadini possano godere della vista sulla città.
Il Palazzo Medici Riccardi a Firenze rappresenta potere e ricchezza, ma le sedute di pietra che formano la maestosa facciata esterna quasi rovesciano l’edificio. Così l’imponente parete esterna rappresenta anche un muro che racchiude uno spazio pubblico. La struttura solida sembra volgersi all’esterno assumendo un carattere generoso.
Siamo convinti che tutti abbiano il diritto di beneficiare dell’architettura. Il suo ruolo, infatti, è di offrire un riparo ai nostri corpi e di elevare i nostri spiriti. La bella parete di un edificio che costeggia la strada dona piacere ai passanti, anche se non vi entreranno mai. Lo stesso piacere lo offre la vista di una corte attraverso un portale ad arco o un luogo nel quale trovare un punto di sosta per godere di un po’ di ombra o una nicchia che offre riparo dal vento o dalla pioggia.
Ciò che ci interessa è andare oltre ciò che è visibile, enfatizzando il ruolo dell’architettura nella coreografia della vita quotidiana. Consideriamo la Terra come un Cliente. Questa visione implica una serie di responsabilità a lungo termine. L’architettura è il gioco di luce, sole, ombra, luna, aria, vento, forza di gravità con modalità che rivelano i misteri del mondo e tutte queste risorse sono gratuite.
Nella 16. Mostra Internazionale di Architettura si celebrano gli esempi di generosità e di sollecitudine nell’architettura di tutto il mondo. Siamo convinti che queste qualità sostengano la capacità fondamentale dell’architettura di promuovere e supportare l’importante contatto che sussiste tra le persone e lo spazio. Concentriamo la nostra attenzione su queste qualità perché pensiamo che l’ottimismo e la continuità ne siano parte costitutiva. L’architettura che incarna queste qualità con generosità e desiderio di scambio è proprio ciò che chiamiamo Freespace.
Invitiamo tutti i partecipanti e tutti i padiglioni nazionali a presentare a Venezia il proprio Freespace, in modo che insieme si possa rivelare la diversità, la specificità e la continuità nell’architettura sulla base delle persone, del luogo, del tempo e della storia, per promuovere la cultura e l’importanza dell’architettura in questo pianeta dinamico.
“Una società cresce e progredisce quando gli anziani piantano alberi alla cui ombra sanno che non potranno sedersi“, proverbio greco.»