In ogni campo dello scibile umano la parità (presunta?) di genere rimane uno degli argomenti più scottanti da affrontare. L’arte, come forse era da aspettarsi, non fa certo eccezione. A Vienna, però, le disuguaglianze fino ad ora non sembrano essere state così profonde come nel resto del mondo. Una mostra che aiuta a farsene un’idea è “Città delle donne: Artisti femminili a Vienna, 1900-1938“, che è possibile visitare, fino al 19 maggio, nel Lower Belvedere della città. Si veda qui ArtNet.
Helene Funke Träume (1913). Foto: Johannes Stoll © Belvedere, Wien.
Il visitatore può ripercorrere l’opera di artisti femminili nell’Austria del primo Novecento, che si sono mantenuti al fianco di uomini come Gustav Klimt e Egon Schiele. Circa 270 sculture, dipinti, disegni, xilografie e graphic design di 56 donne chiariscono che le artiste femminili erano impegnate e visibili nel periodo modernista di Vienna, e il loro lavoro a volte era rivoluzionario. Erano dotate di una grande mano, nonostante il fatto che le donne potessero studiare presso l’accademia d’arte di Vienna solo a partire dal 1920. Erano collegati “in rete”, fondando associazioni di artisti solo donne e esibendosi in gallerie d’avanguardia. Erano sorprendentemente diverse ed emancipate. Alcune erano sposate e madri, altre no. Tutte loro non si trovano nei libri di storia dell’arte poiché la loro storia si ferma alla seconda guerra mondiale. “City of Women” è un passo verso la riscrittura di questa storia interrotta nelle nature morte, nei paesaggi e nei ritratti; ma anche raffigurazioni non idealizzate della maternità e immagini di povertà. I dipinti di Helene Funke vibrano con colori audaci; Le minuscole sculture di Elza Kövesházi Kalmár raffigurano ballerini a piedi nudi in modi rivoluzionari un secolo fa. Alcuni artisti hanno anche affrontato la politica, come Friedl Dicker-Brandeis formato da Bauhaus nei suoi collage di fine anni ’30. “Queste donne erano straordinariamente presenti”, dice la curatrice Sabine Fellmer. “Ma la storia dell’arte le ha dimenticate.”