È il festival di cultura urbana Welcage a dare il via al palinsesto di iniziative che il Comune di Milano si è impegnato a realizzare per animare in maniera positiva piazza Duca d’Aosta.
Da domenica 19 a sabato 25 maggio, la piazza davanti alla Stazione Centrale accoglierà incontri ed eventi gratuiti di musica, arte, sport, moda, intrattenimento, rivolti principalmente a ragazzi e ragazze della Generazione Z e Millennials (si veda qui il comunicato stampa).
Piazza Duca d’Aosta si trasformerà in un vero e proprio villaggio multidisciplinare e d’intrattenimento.
Welcage sarà animato per una settimana nelle sue aree principali: un grande palcoscenico per concerti live gratis su prenotazione, un campo da calcio e un campetto da basket (entrambi tre contro tre) a fruizione gratuita, e una galleria d’arte urbana. Ultimo elemento del villaggio è un mini-palco per talk e meet&greet con artisti e creatori di contenuti digitali.
L’ingresso al villaggio è gratuito, con registrazione obbligatoria sul sito www.welcage.it. Il programma è online. Gli orari di apertura sono da lunedì a venerdì dalle ore 15 alle 23; sabato e domenica dalle 10 alle 24.
Proposto e realizzato da Grandi Stazioni Retail, insieme ai suoi partner tecnici, Welcage è il primo degli appuntamenti organizzati nell’ambito dell’avviso pubblico che il Comune di Milano ha lanciato per individuare sponsor tecnici interessati alla realizzazione di progetti e iniziative di qualità, aperte alla cittadinanza in piazza Duca d’Aosta, per l’anno in corso. Ulteriori proposte sono attualmente al vaglio della commissione tecnica.
Il bando è ancora aperto: enti pubblici o privati, imprese e altri soggetti interessati a partecipare hanno tempo fino all’8 settembre per inviare la propria proposta. Originalità e qualità del format, contenuto creativo, sostenibilità energetica e utilizzo di tecnologie innovative, attivazione di programmi di solidarietà e impatto scenografico del progetto sono tra i criteri oggetto di valutazione della commissione.
La vivace essenza dell’Urban Culture è al centro anche di due esposizioni personali di street art.
In Italia debutta per la prima volta una mostra museale completamente dedicata a Shepard Fairey (Obey), uno degli street artist più influenti e acclamati a livello mondiale.
Attraverso la sua arte, Fairey ha illuminato l’evoluzione della Street Art e dei suoi molteplici linguaggi.
Da giovedì 16 maggio, si è aperta negli spazi della Cattedrale presso la Fabbrica del Vapore la personale Obey-The Art Of Shepard Fairey, che resterà aperta al pubblico fino al 27 ottobre.
The Art of Shepard Fairey è un viaggio visivo e concettuale attraverso i 35 anni di carriera dell’artista grazie a una ricca collezione di opere da lui personalmente selezionate: accanto a un corpus di lavori tra i più rappresentativi della sua produzione artistica, vengono presentati numerosi pezzi unici inediti concepiti appositamente per l’occasione (si veda qui il comunicato stampa).
Shepard Fairey (Charleston, 1970) è l’artista dietro Obey. Conosciuto per il poster HOPE, ritratto di Barack Obama ed emblema della campagna presidenziale del 2008, Obey si distingue per uno stile essenziale e audace dalla palette minimalista guidato dalle culture dell’hip hop e del punk che hanno insegnato all’artista a mettere in discussione le convenzioni sociali. È questa la poetica con cui Fairey anima tutte le sue opere invitando il pubblico ad interrogarsi e ad assumere una posizione riguardo tematiche attuali di grande rilevanza.
Alle tematiche più rappresentative dell’arte di Shepard Fairey si ispirano le cinque sezioni della mostra milanese: propaganda, pace e giustizia, musica, ambiente e nuove opere.
Grazie a un percorso immersivo ideato appositamente per la Fabbrica del Vapore, ogni sezione offrirà allo spettatore la personale visione dello street artist e verrà stimolata una profonda riflessione.
Suggestive e potenti sono le opere della sezione ambiente dove l’artista desidera aprire un dialogo con lo spettatore ricordandogli l’importanza della collettività nella salvaguardia del nostro pianeta.
Il messaggio universale dell’artista trova espressione infine anche nella sezione dedicata alla musica. Di questa forma d’arte Fairey ammira in particolar modo universalità e accessibilità. Lui stesso cita come sue fonti d’ispirazione principali gruppi musicali come i Sex Pistols, i Black Flag, Bob Marley e i Public Enemy.
Da sabato 11 maggio, e fino al 2 giugno, sono invece in mostra presso lo Spazio Culturale SC3 i lavori della rinomata street artist salentina Eleonora De Giuseppe, in arte La Pupazza, che recentemente ha trasferito il suo studio a Milano.
Con la mostra Molto Sugo, curata da Daniela Del Moro, La Pupazza espone le sue opere realizzate ad acrilico e bomboletta su tavola e carta, gli oggetti di design e arredo personalizzati, l’inedito shop con oggettistica e abbigliamento, tutto brandizzato la Pupazza.
L’esposizione sarà aperta al pubblico dal lunedì alla domenica, dalle 11.30 alle 19.30 ad ingresso libero (si veda qui il comunicato stampa).
Il protagonista indiscusso di questa esposizione è il sugo di pomodoro, elemento centrale non solo nelle opere pittoriche e negli oggetti di arredo e design, ma anche nell’intrattenimento e nell’allestimento dell’evento.
Bottiglie di sugo con etichetta “Molto Sugo” e finte pozzanghere di salsa di pomodoro sul pavimento sono solo alcune delle invenzioni de La Pupazza, artista eclettica, visionaria, decisamente vulcanica. Le sue mostre sono note per essere coinvolgenti, riflesso di un’anima giocosa, che ama divertirsi e divertire il pubblico: infatti, il visitatore sarà coinvolto in prima persona nelle installazioni studiate ad hoc per l’evento.
La giovane artista, che usa rappresentarsi graficamente con un occhio stilizzato, si è fatta conoscere a Milano grazie agli interventi che hanno decorato molte cabine elettriche, i cui soggetti allegri e spiazzanti hanno strappato un sorriso ai passanti di tutte le lingue. Perché la sua arte è universale, parla a tutti, vuole essere di tutti. “La mia arte è Pop, anzi Pup!”, sintetizza con ironia la De Giuseppe. E l’ironia è centrale nel mondo de La Pupazza, basta leggere i titoli delle opere: Asciutta pasta, Olive incazzate nere, Prosciutto innamorato cotto. E ancora, il frigo dipinto dall’artista diventa Io me ne frigo e il letto con su dipinto un angelo diventa l’Angio-letto.
a cura di Simona Cornaggia