Fino al 29 settembre torna White Carrara, manifestazione che celebra il design made in Italy e le eccellenze del territorio con una mostra diffusa di pezzi iconici, che raccontano una storia di ingegno e alto artigianato, tramandata di generazione in generazione, con la direzione artistica di Domenico Raimondi con thesignlab, laboratorio di creativi e designer che operano nel campo progettuale e visivo.
Protagonista dell’ottava edizione, Design is back, è il marmo bianco di Carrara, che nei secoli ha attratto artisti e creativi da tutto il mondo, supportati da maestranze qualificate e avanzata tecnologia con l’obiettivo di riportare il focus sulla città. Un’iniziativa che ha messo in rete tutti i settori e gli aspetti di Carrara, con le gallerie e i laboratori aperti con mostre ad hoc.
White Carrara è promossa e prodotta dal Comune di Carrara in collaborazione con Internazionale Marmi e Macchine CarraraFiere Spa e Nausicaa Spa, in compartecipazione con la Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, con il patrocinio di Regione Toscana e il contributo di Fondazione Marmo.
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Per tutta l’estate, Carrara diventerà una galleria en plein air, incubatrice di idee, progetti, proposte e luogo privilegiato di confronto tra designer, architetti e artisti, artigiani e aziende, addetti ai lavori e appassionati. La mostra-evento Design is back si svilupperà attorno a due nuclei principali: da un lato il “ritorno a casa” di alcuni progetti realizzati nel tempo nei laboratori della città, dall’altro le nuove proposte di designer contemporanei, per facilitare l’incontro tra le generazioni e la trasmissione del know-how.
Un progetto che ha portato rinomati marchi del design italiano, come Alessi, Antonio Lupi Design, Bosa e Martinelli Luce, a stringere nuove collaborazioni con le aziende del territorio, su invito del direttore artistico Domenico Raimondi.
“Nel corso degli anni”, spiega Domenico Raimondi, “il design italiano e internazionale è ricorso alle cave di Carrara per la realizzazione di oggetti di uso quotidiano, dall’alto valore estetico, utilizzando la storica e perfetta sinergia tra l’alta maestria dei laboratori artigianali e l’innovativa professionalità delle aziende del territorio. Un vero e proprio patrimonio progettuale e culturale, visionario ed estetico, che spesso rimane nascosto alla città, rinchiuso nei luoghi di lavoro e stretto nei tempi di lavorazione, per poi svelarsi negli store e showroom di tutto il mondo, divenendo protagonista del vivere quotidiano”.
Design is back sarà l’occasione per rendere omaggio a pezzi fondamentali della storia del design italiano, come il cavatappi Anna G., il tavolo con sedute Tree Table + Rabbit Chair, il pouf Soul, tra gli altri, ma anche per presentare nuove produzioni in marmo fuori scala, come il bollitore della collezione Plissé di Michele De Lucchi e il panda Bernardo della designer Elena Salmistraro, ed eccellenze del territorio, come il tavolo Gomitolo e i lavabi Introverso e Pixel di Paolo Ulian.
La scultura Anna G. è stata realizzata in esemplare unico in marmo statuario venato dalla Sa.Ge.Van. come omaggio in occasione del ventesimo anniversario del cavatappi omonimo, disegnato da Alessandro Mendini per Alessi nel 1994. Dieci anni dopo, l’iconica Anna G. in marmo viene nuovamente presentata al pubblico per White Carrara nella centrale piazza Alberica.
Progettato da Stefano Giovannoni e realizzato da Robot City nel 2014 per il Salone del Mobile, Tree Table + Rabbit Chair è un’installazione in marmo composta da tavolo fitomorfo e sedute zoomorfe a forma di conigli. Unendo dimensione ludico-narrativa, ergonomia e funzionalità, Tree Table + Rabbit Chair nel tempo si sono trasformati in una famiglia di prodotti Qeeboo di forte comunicazione mediatica. Qui torna il tema della favola cara al designer.
Soul è un pouf-scultura in marmo statuarietto dalle inedite linee fluide. Concepito dall’architetto Simone Micheli e realizzato da Sa.Ge.Van. nel 2023, esalta l’essenza della materia millenaria attraverso forme morbide e inaspettate per certi aspetti zoomorfe e con un che di futuristico.
Grazie alla sinergia tra Alessi, Franchi Umberto Marmi e Angeloni Marble studio, viene celebrata la collezione Plissé, disegnata da Michele De Lucchi, attraverso la proposta di un oggetto contemporaneo dalle radici lontane. Un grande bollitore in marmo, scultoreo eppure leggerissimo, capace di restituire il dinamismo delle vesti plissettate degli anni Cinquanta e Sessanta.
Per White Carrara 2024, Elena Salmistraro e la famiglia Barattini, attraverso Studi d’Arte Carrara, realizzeranno Bernardo nel pregiato marmo bianco della Cave Michelangelo. Bernardo è un panda, disegnato nel 2020 e prodotto da Bosa Ceramiche, simbolo di tutte le specie a rischio estinzione. Un eroe dei nostri tempi pronto a combattere per difendere tutti gli altri animali ricordando a noi, esseri umani, quanto è vitale la salvezza del nostro pianeta.
L’affetto per la propria città porta, infine, Paolo Ulian ad esporre per White Carrara 2024 il tavolo Gomitolo, prodotto da Bufalini Marmi attraverso la lavorazione concentrica di un’unica lastra che permette di ridurre al minimo la quantità di scarti, focalizzando l’attenzione sulla sostenibilità, e Introverso e Pixel, due lavabi cilindrici disegnati per Antonio Lupi Design, che attraverso l’intervento dell’uomo svelano forme uniche e irripetibili, inserendo l’architettura negli oggetti. La tecnica della sbozzatura, solitamente utilizzata per le sculture, consente al designer di spogliare e svelare la forma e l’anima degli oggetti.
Tra gli oggetti più piccoli, esposti nelle vetrine, ma anche in fondi sfitti, in un’ottica di rigenerazione urbana, si segnalano le otto lampade/sculture del progetto Luci di Cava, ideate da 8 designer di prestigio internazionale grazie all’assistenza tecnica di Martinelli Luce e al supporto di FIDI-Florence Institute of Design International, la collezione del design storico Up&Up di Upgroup e la collezione La Casa di Pietra di Gumdesign. La lavorazione del marmo nel segno della leggerezza e della trasparenza lo rende suggestivo e contemporaneo ad un tempo.
White Carrara 2024 avrà anche un Circuito Off, grazie alla partecipazione degli artisti, dei laboratori e delle gallerie d’arte del territorio, che animeranno il centro storico con esposizioni ed eventi collaterali alla manifestazione.
“Crediamo nella cultura del progetto come pratica collettiva, in cui idee, abilità e realtà diverse si incontrano e si mescolano, mettendo a disposizione strumenti e qualità di cui ogni progetto ha bisogno”, sottolinea Raimondi. “Infatti la realizzazione della manifestazione si è mossa con le forze artigianali, artistiche, culturali e imprenditoriali di una comunità e i tesori di un territorio: è davvero un’esperienza collettiva, fondata sulla responsabilità e la generosità del condividere ciò che Carrara è in grado di fare. La condivisione rende una comunità più forte, coesa, orgogliosa e la rende coraggiosa, forte e flessibile di fronte alle difficoltà. Questa è la White che abbiamo costruito insieme, con passione e determinazione”.
In previsione di White Carrara 2024, l’Accademia di Belle Arti di Carrara ha coinvolto i propri studenti nel recupero della memoria del design a Carrara, che in un passato recente ha visto Santini, Munari, Coppola e Mangiarotti in veste di docenti. Il ciclo di incontri dal titolo Design: tra natura e bellezza, il fascino del marmo rivolto agli studenti del corso di design e scultura ha avviato un percorso creativo che si è concluso con la realizzazione di alcuni progetti di product design dedicati al marmo. Alcuni dei lavori sono stati esposti evidenziando la creatività giovane e curiosa di una piattaia allestita con tanto di bottiglie e bicchieri o una preziosa casetta per Fido.
Sono previsti speciali appuntamenti rivolti alla cittadinanza e al pubblico: visite guidate ai laboratori artistici e nelle aziende del lapideo in collaborazione con Carrara Studi Aperti, escursioni alle cave, attività per i più piccoli, appuntamenti musicali e iniziative enogastronomiche con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e i produttori locali.
White Carrara è l’occasione per promuovere le eccellenze del territorio e confermare la vocazione di Carrara quale Città Creativa Unesco, attraverso un’iniziativa che punta a raccontare il “paesaggio” del marmo, la storia di una comunità e l’identità dei luoghi.
White Carrara si svolge in contemporanea alla mostra Romana marmora. Storie di imperatori, dei e cavatori, allestita al CARMI museo Carrara e Michelangelo di cui abbiamo già parlato in occasione dell’anteprima (si veda qui altro articolo di BeBeez), tracciando così un ideale collegamento tra le origini di Carrara, legate alla lavorazione artistica del marmo, e le sue attuali declinazioni.
Al mudaC-museo delle arti di Carrara, nell’ambito della sezione dedicata alle arti visive di White Carrara 2024, è allestita la sezione dedicata alle arti visive di White Carrara, a cura di Cinzia Compalati, con le mostre personali degli artisti Paolo Cavinato e Gabriele Landi, le cui realizzazioni incontrano tangenze estetiche con il tema del design.
In particolare la project room ospita l’installazione di Gabriele Landi Alle montagne, corredata dai testi critici della stessa curatrice e del direttore di Finestre sull’arte Federico Giannini.
L’opera inedita e site specific per il mudaC, un omaggio a Carrara che si ispira al Testamento del capitano, drammatica canzone degli alpini. In questo lavoro Landi sperimenta nuovi volumi che invadono la project room e trasmettono l’imponenza delle montagne. Ci troviamo di fronte a una sorta di mappa cartografica, epidermica, sviluppata nelle tre dimensioni, dal colore vibrante che ricorda il bagliore del marmo sotto al sole, realizzata con la pazienza di un ricamo che ricava nuovi spazi dagli intagli dell’artista. Fa da contraltare una installazione di segno opposto, anche cromaticamente che, in una posizione specchiante, rappresenta il riflesso di quelle montagne, la valle, che porta con sé segni antropici sull’elemento verticale e presenze umane che si affacciano come sull’acqua. La project room del museo ancora una volta dà un chiaro segnale di come Carrara Città Creativa Unesco possa essere un centro di produzione e divulgazione della scultura non solo in marmo.
Gabriele Landi è un divulgatore delle geometrie contraddittorie della realtà attraverso la sua ricerca artistica, che non si ferma alla produzione di opere: è, infatti, anche divulgatore curioso e attento alla veicolazione dell’arte tramite il suo blog Parola d’Artista con cui approfondisce con interviste il lavoro e il pensiero dei suoi colleghi, di critici e operatori del settore dell’arte e della cultura. È divulgatore anche nella sua occupazione professionale dedicandosi alla didattica dell’arte moderna e contemporanea che lo spinge ad approfondire la conoscenza del lavoro di altri artisti. Questo aspetto di curiosità, relazione, condivisione lo pone in ascolto e in dialogo continuo con se stesso e gli altri, portandolo a un lavoro di registrazione e trasmissione attraverso la sua arte della realtà che lo circonda. Il suo percorso artistico muove da una dimensione pittorica fatta di sottili vibrazioni tonali ottenute per sovrapposizione e velatura verso una progressiva articolazione spaziale dove il colore regna incontrastato. In tempi recenti si è concentrato sull’impiego della carta d’acquerello che dipinge, taglia, piega e perfora in vari modi dando così vita a delle articolazioni spaziali della superficie pittorica, una pittura geometrica flat che prende corpo tridimensionale.
La mostra di Paolo Cavinato Direzioni, evidenzia come negli ultimi anni la ricerca artistica di Paolo Cavinato si sia sviluppata attraverso varie discipline, impiegando tecniche e linguaggi dell’arte: fotografia, disegni, elaborazioni grafiche, grandi installazioni, oggetti scultorei. Gli elementi caratteristici riguardanti la prospettiva, lo spazio vuoto, i punti di vista e la relazione tra finito e infinito ricorrono come pietre miliari principali. Alcune delle sue opere, progettate e realizzate in relazione allo spazio circostante, sono costruzioni complesse di elementi visivi e sonori, in cui il pubblico può fruirne l’interno. Elementi scultorei, suoni e performance vocali, fusi insieme a formare una complessa esperienza immersiva dello spazio. L’artista è sempre attratto dalle possibilità intrinseche del pensiero umano, per la sua unicità e distinzione. Così come lo sguardo “diverso” si fa attivo e critico, le installazioni vogliono offrire angolazioni e punti d’osservazione differenti, partendo da sé stessi per andare in un possibile altrove, in un continuo scambio tra interno ed esterno.
Paolo Cavinato con un approccio maieutico sembra offrirci un mondo preordinato in cui l’artista ha avuto un ruolo da demiurgo. Attraverso opere musealizzate e recenti, tra cui Solaris#5 prodotta site specific per il mudaC, la mostra rappresenta l’opportunità di entrare direttamente in contatto con la produzione dell’artista lasciando spazio a nuove visioni, soglie, limiti e prospettive. Il museo, ospitato in un convento seicentesco, diviene simbolicamente luogo di sperimentazione, spazio di incontro tra l’irreale, il percepito e l’inverosimile trasformando o evolvendo il consueto concetto di realtà, accompagnandoci alla scoperta di un mondo interiore nel quale, una volta ordinato il caos, ci si ritrova. Le opere coniugano spazi vuoti e pieni, percorribili o illusori, forme geometriche o antropizzate. Distante da categorizzazioni, Cavinato individua la sua cifra in un linguaggio visivo unico che unisce pittura, scultura, fotografia, architettura, scenografia e musica. Esplora lo spazio e il tempo, il dentro e il fuori, stimolandoci a indagare i limiti e le potenzialità del nostro rapporto con il mondo che ci circonda e a prendere coscienza di temi antitetici come corpo e mente, natura e artificio. Le sue installazioni destano meraviglia e inquietudine, mettendo in dubbio ogni certezza e spronandoci a confrontarci con la complessità.
Chi è Gabriele Landi
Nato a Bruxelles il 23 ottobre 1971, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Milano nel 1996, vive e lavora in provincia della Spezia. Nel 1998 partecipa a Di…segno Italiano, a cura di Mirella Bandini presso Palazzina CEPU, Torino e ad Artissima edizione con l’associazione culturale L’Uovo di Struzzo. Tra il 1999 e il 2005 collabora con Valeria Tognoni e insieme tengono diverse mostre personali tra cui Luoghi alla Galleria Coevit Arte di Viadana (Matova) nel 2002 e Bitopie a cura di Aldo Iori presso l’associazione culturale Esquilino Domani, Roma nel 2005. Nel 2000 su invito di Enzo Cannaviello l’opera di Landi e Tognoni Eclisse entra a fare parte della collezione permanente del Museo Arte Paolo Pini Milano. Nel 2016 partecipa al Premio Suzzara (Mantova), nel 2018 organizza e partecipa a NoPlace 4 presso l’ex Ceramica Vaccari, Ponzano Magra (La Spezia) ed espone Tre punti e una Virgola a cura di Maria Mancini a Sarzana, nel 2019 realizza Coloring Colors a cura di Maria Mancini presso l’Associazione Culturale Yurta, Rapolano Terme (Siena). Nel 2020 tiene le due mostre personali Errare errando a cura di Federico Fusi presso Inner Room, Siena e Cerchiami Chimera fino in fondo a cura di Franco Troiani presso La Madonna del Pozzo a Spoleto (Perugia), un suo lavoro è incluso nella mostra dei finalisti del Premio ArtemCup 2020 presso la Fondazione Dino Zoli a Forlì. Nel 2021 allestisce la mostra personale Lieve Svanire a cura di Nicola Ricci presso Vôtre Spazi Contemporanei, nella sede di Palazzo del Medico piazza Alberica a Carrara (Massa), nello stesso spazio partecipa alla collettiva Uguali Disuguali. Tra dicembre 2021 e febbraio 2022 viene invitato da Matteo Galbiati a partecipare alla collettiva Dialoghi Siciliani a Taormina. Nel 2023 nell’ambito della rassegna Debacle curata da Gino D’Ugo presso lo spazio FourteenArtellaro espone con Maurizio Donzelli, Elena El Asmar e Gianluca Sgherri. I quattro artisti intervengono insieme nel piccolo spazio dando vita ad una Wunderkammer contemporanea. Nel mese di settembre del 2023 è invitato da Orianna Fregosi a esporre il suo lavoro nell’ambito della manifestazione Parallelamente, rassegna del Festival della Mente di Sarzana, con una mostra personale presso Palazzo Picedi Benettini a Sarzana, in provincia di La Spezia.
Chi è Paolo Cavinato
Classe 1975, vive e lavora a Mantova. Dopo essersi diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera e aver seguito un corso di regia cinematografica a Milano, a partire dal 2001 espone in diverse mostre personali (Milano, Londra, Berlino, New York, Santa Fe) e già dal 1997 in altrettante collettive (Parigi, Bruxelles, Istanbul, Cina e USA).
Nel 2005 partecipa alla Biennale di Istanbul e nel 2008 vince il 3° Premio della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. È premiato dalla Royal British Society of Sculptors di Londra, la quale gli dedica una personale nel 2011. Nel 2014 è in residenza per sei mesi presso lo Swatch Art Peace Hotel di Shanghai e nel 2017 gli viene dedicata una grande mostra personale nelle sale del Museo di Palazzo Ducale di Mantova.
Nel 2021 tiene due importanti mostre personali: Limen a Palazzo Tè di Mantova e Another Place nella galleria The Flat – Massimo Carasi di Milano con cui collabora dal 2010.
Nello stesso anno segue il programma di residenza in Villa Empain, Fondazione Boghossian di Bruxelles.
Recentemente ha partecipato alla mostra internazionale Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni. Da Magritte alla realtà aumentata, al Museo MAN di Nuoro ed ha vinto il Primo Premio del Mellone Art Prize.
Le sue opere sono inoltre acquisite ed esposte in numerosi spazi pubblici e privati, tra cui: Artphilein Foundation in Liechtenstein, Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, Collezione Marino Golinelli di Bologna, Barzilai-Hollander’s Collection a Bruxelles, Swatch Art Peace Hotel a Shanghai, Museo di Palazzo Ducale di Mantova, Museo San Fedele di Milano, Collezione Farnesina a Roma, Fondazione Boghossian a Bruxelles, Consolato Generale d’Italia a New York.
Chi è Domenico Raimondi
Art director e designer, Raimondi ha completato gli studi tecnici presso l’Istituto Europeo di Design di Torino. La sua formazione comprende un master in landscape design diretto dal Centro Ricerche IED di Milano nonché importanti esperienze progettuali internazionali inerenti l’exhibith design, la progettazione di eventi e la comunicazione. Fondatore del laboratorio creativo che porta il suo nome attivo a Lucca e a Torino, opera nel campo progettuale e visivo con particolare riferimento a progetti e organizzazione di interior design residenziale, commerciale, espositivo e museale. Da sempre al fianco di istituzioni e aziende leader nella realizzazione di soluzioni allestitive e di comunicazione attraverso dirette sinergie con gli uffici marketing, visual e brand promotion.
a cura di Ilaria Guidantoni e di Giuseppe Joh Capozzolo