![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2024/01/Antonio-Ligabue-Volpe-con-rapace-e1706252628880-300x239.jpg)
“L’arte, quando gli fu possibile o scelse lui stesso, volontariamente, di praticarla, rappresentò per Ligabue non già un itinerario terapeutico o un’evasione salvifica dai propri, insanabili, tormenti esistenziali, ma il racconto, crudo, dei medesimi, attraverso argute allegorie caratterizzate dalla presenza degli amati animali: tigri, vipere, cani, mosche, api”.
Con queste parole, il curatore Giovanni Faccenda introduce la grande mostra dedicata ad Antonio Ligabue, che si apre al pubblico alla Promotrice di Belle Arti di Torino il 26 gennaio, per protrarsi fino al 26 maggio (si veda qui ArtTribune).
È un excursus nella vita, nella psiche e nella storia tormentata di questo visionario pittore, con oltre 90 opere. L’esposizione è la prima realizzata con la Fondazione Augusto Agosta Tota, a quasi un anno dalla scomparsa di Augusto Agosta Tota, che dell’artista fu amico, promotore e studioso. Le opere provengono da collezioni private, dai celebri autoritratti alla Testa di tigre del 1953 e Leopardo del 1955, dal Motociclista del 1954, alla Traversata della Siberia del 1959: un corpus di 71 dipinti, otto sculture e 13 disegni per un viaggio nella sua popolare iconografia.