La realtà fiorentina non è solo uno scrigno di libri preziosi, rari, vari, luogo per studenti, studiosi
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2023/06/Biblioteca-Marucelliana-la-stanza-delle-consultazioni-con-glia-rredi-provenienti-da-Palazzo-Pitti-e1686646173254-225x300.jpg)
e appassionati. È un punto di incontro culturale sempre più aperto al pubblico con iniziative di vario tipo e con una particolarità, un Gabinetto di disegni, stampe e incisioni.
Sotto la guida preziosa di Silvia Castelli Bebeez ha avuto l’occasione di una visita privata e la possibilità di poter sfiorare manoscritti di grande pregio. Il dialogo con il pubblico d’altronde è legato allo spirito del fondatore, l’Abate Francesco Marucelli, di origine fiorentina che fece carriera ecclesiastica a Roma dove, nel Palazzo Marucelli in via Condotti di fronte all’attuale caffè Greco (aperto nel 1760) cominciò a collezionare libri. Amico di alcuni pittori che facevano parte dei cosiddetti Bamboccianti romani, realizzò una sorta di museo non solo di libri. Quando morì nel 1702 il suo legato testamentario prevedeva l’apertura di una biblioteca negli Horti prospicienti il Palazzo di famiglia Marucelli oggi Palazzo Marucelli Fenzi in via Ginori a Firenze, che fosse di massima utilità per i poveri. Naturalmente non ci si riferiva ai poveri nel senso attuale quanto a coloro che non possedevano una biblioteca di patrizia in un’epoca nella quale i libri erano molto cari e di difficile reperimento. Un’apertura già di stampo illuminista anzi tempo che porta con sé l’esigenza della divulgazione e accessibilità della cultura. Alla sua morte le cose non furono semplici per il contrasto tra i nipoti tanto che la Biblioteca sarà aperta solo nel 1752 e ad un certo punto causa carenza fondi ci si trovò a scegliere tra l’edificazione dello stabile di cui c’è anche un modellino, uno dei primi del genere, e una bibliografia universale, indicizzata in latino.
La realizzazione dell’edificio è dell’architetto romano Alessandro Dori mentre il grande bibliotecario Angelo Maria Bandini la organizzerà secondo il criterio della divisione per materia, quindi argomenti creando un vero e proprio percorso
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2023/06/La-sala-delle-mostre-e1686646269892-300x225.jpg)
iniziatico della conoscenza dalle Naturalia, come la fisica fino alla Teologia, quasi una metafora della chiesa procedendo lungo le navate fino all’altar maggiore. In fondo alla Biblioteca il ritratto dell’Abate fondatore. Risale invece all’ultimo discendete della famiglia, Francesco di Ruberto Marucelli la collezione di stampe, disegni e incisioni. Il lascito avviene tre mesi prima della sua morte nel 1783, dietro la forte insistenza del bibliotecario. Dal Vasari in poi per conservare i disegni e le stampe si era soliti incollarli in volumi; poi, ad un certo punto, si pensò che per la conservazione fosse meglio tagliarli, spesso malamente, e riporli in cassettiere. Un metodo che fortunatamente non si utilizza più perché provoca lo smembramento della collezione; viene infatti meno quel vincolo di unità, interessante anche per la successione con la quale le opere sono raccolte. Attualmente il problema è quello dello spazio quindi il criterio funzionale prevede cassettiere in metallo per ragioni di conservazione e un ordine da sinistra a destra, dal basso verso l’alto per formato in modo da occupare meno spazio possibile. Nella Biblioteca fiorentina sono tra l’altro confluiti anche molti libri delle cosiddette ‘Soppressioni’ che interessarono sotto Pietro Leopoldo, quindi l’epoca napoleonica e infine il periodo
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2023/06/Saletta-mostre-con-i-testi-per-inserire-la-storia-dellarte-come-materia-obbligatoria-con-la-Riforma-Gentile-e1686646404849-300x225.jpg)
dell’Unità d’Italia, Conventi e Confraternite religiose molto ricchi di volumi ma considerati inadatti alla loro conservazione.
Tra l’altro la Biblioteca Marucelliana è in continua espansione perché acquista a sua volta libri proprio nella sua funzione pubblica.
Tra i fondi interessante quello di Diego Martelli, critico legato ai Macchiaioli che per parte materna era imparentato con Quirina Mocenni, la donna amata da Ugo Foscolo che, quando arrivò a Firenze squattrinato, fu molto aiutato dalla dama. Nell’eredità passarono alcuni libri dello scrittore come il Viaggio sentimentale di Laurence Sterne – scritto e pubblicato nel 1768 – che Foscolo tradusse dall’inglese e che ci restituisce il suo modo di lavorare. Infatti si procurava l’opera originale, faceva tagliare le pagine e interfoliarla da un libraio in modo che preparasse una sorta di traduzione con il testo a fronte nella quale restano note e cancellazioni dell’autore restituendoci il lavoro dietro le quinte.
Curiosando nella Biblioteca tra i libri particolari abbiamo potuto sfogliare il cosiddetto Messale Vallombroso,
![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2023/06/Il-cosiddetto-Messale-Vallombrosano-e1686646679609-300x225.jpg)
probabilmente destinato all’Abate di Vallombrosa, stampato nel 1503 a Venezia dai Giunti su pergamena, fatto raro; è ricco di xilografie miniate, realizzate a Firenze nella bottega di Attavante degli Attavanti. Attualmente c’è un progetto dell’INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con la sezione CHnet per lo studio della composizione del colore attraverso tecniche non invasive.
E ancora come non citare il fondo della Collezione Gamba di figurini di moda, strepitoso, del quale alcuni cataloghi illustrano aspetti singolari come lo Sport in passerella Figurini sportivi nella collezione Gamba, edito da Nardini Editore, in mostra presso la Biblioteca nel 2001; o Via col valzer L’abito da ballo nei figurini del Fondo Gamba 1850-1870, pubblicato da edizioni Aida, Firenze, catalogo di una mostra del 2009.
Tra i disegni non si può un disegno di Raffaello, il Cristo Anatomico, che è stato oggetto di una mostra interessante nel 2020 il bozzetto di Giulio Parigi per lo spettacolo Guerra d’amore e di bellezza che si tenne per il carnevale del 1516 in Piazza Santa Croce, omaggio di Cosimo II alla moglie. L’ambientazione era una favola indiana ma l’artista interpretò la figura dell’indiano con i costumi degli Indiani d’America, una forma di meticciato culturale, in un’epoca in cui i racconti di Oltreoceano già circolavano.
Importante l’attività delle mostre della Biblioteca come quella in corso legata alla Riforma della Scuola di Giovanni Gentile del 1923 modellata soprattutto sul Liceo Classico e in particolare sull’introduzione della Storia dell’arte tra le materie fondamentali, ospitata tra arredi settecenteschi provenienti da Palazzo Pitti.
A dicembre 2023 è prevista una mostra Arco teso con alcune giornate di studio dedicata a Dino Campana, la musica, le riviste fiorentine focalizzata sul rapporto tra il verso campaniano e la musica del primo Novecento con particolare riferimento ai musicisti che in quel periodo lavoravano nella città. La Biblioteca tra l’altro ha in deposito permanente il manoscritto Il più lungo giorno che è stato acquistato dalla Cassa di Risparmio di Firenze perché quando è arrivato sul mercato antiquario era a prezzi difficilmente accessibili. Questo manuale è importante perché il poeta di Marradi lo aveva dato in lettura ad Ardengo Soffici e Giovanni Papini che dopo un anno non solo non glielo avevano ancora restituito ma lo avevano perso, con molta noncuranza; Campana, al di là della rabbia, non si perse d’animo e lo riscrisse a memoria.
a cura di Ilaria Guidantoni