Un’abitazione milanese degli anni Sessanta diventa quasi un’installazione artistica
Negli spazi di Sala Sottsass, al primo piano del Palazzo dell’Arte sede della Triennale Milano, è stato ricostruito ed esposto in via permanente il nucleo centrale di Casa Lana di Ettore Sottsass, la cosiddetta ‘piazzetta’, ispirata all’idea di città, cuore nel senso simbolico dell’abitazione. Il salotto e la sala da pranzo uno spazio aperto su un corridoio sul quale si aprivano gli altri ambienti della casa. La storia prende avvio nel 1963, come racconta Stefano Boeri, Presidente della Triennale di Milano nel video all’ingresso della scatola rossa che incornicia il salotto di questa casa. E’ l’interno di una residenza privata che il grande architetto e designer ha progettato per la residenza dei Lana vicino a via Washington a Milano, immaginando di creare “una piazzetta nella quale si gira e ci si incontra”, quello che rappresentava un buon salotto dove ci sono ancora libri, quadri, un pianoforte e lo spazio per un giradischi.
L’allestimento della sala e la sua ricostruzione filologica sono stati oggetto di un importante lavoro collettivo, di un approfondito studio da parte dell’archivio e del laboratorio di restauro di Triennale Milano, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Luca Cipelletti, che ne ha curato l’allestimento nello spazio, e Christoph Radl, che ha seguito l’art direction del progetto. Il progetto è in collaborazione con lo Studio Sottsass e il supporto Barbara Radice Sottsass. A parte una parete, e la moquette che non è stato possibile recuperare, l’ambiente originario è stato smontato e rimontato in loco, mantenendo un legame vivo con l’abitazione dove vive ancora la signora Lana che viene di tanto in tanto nel suo salotto spostando alcuni oggetti. Interessante l’effetto immersivo di un viaggio nel tempo che ci porta nel salotto borghese di un uomo di cultura nonché collezionista d’arte a Milano negli anni Sessanta del secolo scorso che proprio per questa passione aveva chiesto la consulenza di Sottsass. A tal riguardo è curioso notare che i quadri sono appoggiati e non attaccati proprio perché potessero essere facilmente spostabili nella logica di una collezione che si incrementa e perché alcuni non si trovavano più nella posizione originaria.
Un lavoro entusiasmante, come ha sottolineato la restauratrice Alessandra Vannini, quanto complesso. “È importante tenere in considerazione – ha infatti specificato – che non avevamo un manuale di montaggio o smontaggio per il mobilio e per questo motivo ogni pezzo che veniva rimosso era una continua scoperta e sorpresa. Abbiamo pensato che la cosa migliore da fare – man mano che i pezzi venivano smontati – fosse iniziare non solo a catalogare ogni singola componente, ma anche realizzare una sorta di vademecum per il montaggio: un rendering molto preciso che descrive esattamente la precisa posizione di ogni singolo pezzo. La principale difficoltà del progetto stava nel fatto che tutte le parti della struttura, di ancoraggio e di assemblaggio, erano totalmente nascoste. L’impressione, quando si guarda il soggiorno, è quella di vedere un pezzo unico, ma la realtà è che tutti i dettagli tecnici, strutturali e l’impiantistica elettrica sono perfettamente camuffati. Tutti i bulloni che tengono insieme le paratie verticali e orizzontali, per esempio, sono ricoperti da tasselli in legno che fanno da tappi di chiusura. Abbiamo dovuto trovare delle soluzioni non invasive, per non rischiare di danneggiare qualcosa.”
Una curiosità che ha raccontato la Vannini è che “Il soggiorno di Casa Lana è uno spazio di 62 metri quadri pensato per essere vissuto in ogni momento della giornata. Dai momenti di studio e lavoro sulla scrivania, alla dimensione ludica del pianoforte e della televisione, dal riposo sui lunghi divani ai momenti conviviali sul tavolo. Una cosa che mi ha colpito in particolare è un dettaglio davvero unico: Sottsass ha fatto installare all’ingresso di Casa Lana – sotto al pannello decorativo realizzato da lui – un interruttore per la luce sulla parete a pochi centimetri del pavimento. Questo interruttore era pensato per una questione di comodità: quando si rientra a casa la sera, spesso capita di avere le mani occupate – dalle buste della spesa, dall’ombrello o dalla borsetta – e per questo motivo, l’interruttore in ingresso poteva essere acceso con il piede.”
Per quanto concerne le tempistiche di realizzazione, a ottobre 2021 il primo sopralluogo, in cui è stata fatta una valutazione iniziale sulle condizioni dei diversi pezzi. Gli sportelli di legno dei mobili erano le parti che necessitavano maggiormente di un restauro: oltre a essere usurati dall’uso quotidiano, la laccatura del legno si era distaccata a causa del calore emanato dall’impianto di illuminazione installato all’interno. Tutta la struttura del soggiorno è in legno di frassino: un materiale che è stato perfettamente conservato negli anni, di qualità, a cui abbiamo dovuto fare un profondo trattamento di pulitura. Poltronova ha poi aiutato a recuperare le stoffe per la tappezzeria del sofà rosso-viola, che era invece molto rovinata. A metà novembre circa è iniziato lo smontaggio del soggiorno e il ri-montaggio al primo piano di Triennale e all’inizio di dicembre scorso Casa Lana era perfettamente ricostruita.
Intorno alla Casa Lana ruoteranno una serie di mostre la prima delle quali riprende il titolo di un articolo scritto nel 1954 da Ettore Sottsass dedicato al rapporto tra colore e architettura che in qualche modo rovescia la concezione abituale del colore come ornamento. Qui sembra piuttosto essere il colore, l’essenza, che determina la struttura che lo supporterà.
a cura di Ilaria Guidantoni