Era il 16 agosto del 1972 quando una gran folla si riunì a Porto Forticchio, frazione di Riace Marina in Calabria: i carabinieri del nucleo sommozzatori stavano estraendo dai fondali mediterranei delle “figure maschili” segnalate dal sub Stefano Mariottini, riportando alla luce i Bronzi di Riace. Le due icone, probabilmente parte di un complesso gruppo di sculture bronzee, sarebbero dopo poco entrate nell’immaginario collettivo aprendo nuovi e inediti scenari nello studio della Magna Grecia: che fossero eroi leggendari? Oppure guerrieri? Tuttora avvolti dal mistero, i Bronzi di Riace sono diventati grazie alla loro perfezione scultorea il simbolo della Magna Grecia e della Calabria nel mondo, guadagnando una recente candidatura a bene UNESCO. A 50 anni dal ritrovamento, i Bronzi saranno per i restanti mesi del 2022 al centro di una nuova narrazione della Calabria contemporanea, che ne approfitterà per raccontarsi all’Italia e al mondo. Si veda qui ArtTribune.
Un fitto calendario di eventi promosso dalla Regione vedrà la valorizzazione delle eccellenze locali in uno stretto dialogo con importanti interlocutori italiani e non, tra cui spiccano il Ministero della Cultura e la Calabria Film Commission. Da luglio a settembre verrà rilanciata la rete museale regionale grazie a una serie di incontri in grado che ibrideranno mapping, visual e digitale ma anche archeologia pubblica, teatro e approfondimenti scientifici. Da ottobre a dicembre, e ancora per il 2023, la Calabria “viaggerà” quindi in Italia e in Europa, raccontandosi attraverso interventi artistici, tra cui spiccano Cubo Stage – installazione artistica con al centro un cubo di 4 x 4 metri con proiezioni video, animazioni e suggestioni visive accompagnate da musica originale -, il murale Qui e Ora sulla Magna Grecia e e un’esposizione virtuale immersiva sul medesimo tema.