Si rinnova la tradizione voluta da Ludovico Ragghianti
La nuova serie delle rivista Critica d’Arte è una lunga storia che prosegue Nel 2019 si è chiusa l’ottava ed è partita la nona serie di «Critica d’Arte», una delle riviste di storia dell’arte più longeve d’Italia, creata nel 1935 da Carlo Ludovico Ragghianti con Ranuccio Bianchi Bandinelli. Questo passaggio consegue a fatti istituzionali importanti, verificatisi nel corso del 2018: l’esaurirsi dell’attività fiorentina dell’Università Internazionale dell’Arte, già proprietaria della testata, e il trasferimento di gran parte del suo patrimonio culturale e documentario alla Fondazione Ragghianti hanno condotto anche «Critica d’Arte» nel più generale àmbito dell’attività e dell’indirizzo culturale dell’istituzione lucchese creata nel 1981 da Carlo Ludovico Ragghianti e da Licia Collobi, e a loro intitolata. La nuova serie della rivista, pubblicata in coedizione dalle Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte e dall’Editoriale Le Lettere, mantiene il formato della precedente, ma ha introdotto un assetto e un’articolazione in parte differenti, anche con l’adozione di norme redazionali e di riferimenti più perentori. Fedele alla linea indicata da Carlo Ludovico Ragghianti, accoglie contributi di storia dell’arte dalla preistoria fino al contemporaneo, di storia della critica d’arte, architettura, design, museologia, restauro e cinema, in due formati: per la sezione Saggi testi lunghi e di ampio respiro; per la sezione Note articoli brevi per puntuali precisazioni o messe a fuoco di tipo filologico. La rivista inoltre accoglie, nella sezione Osservatorio, interventi su temi di politica e attualità culturale, universitaria, tutela del patrimonio etc., mentre la sezione Biblioteca è dedicata a recensioni di libri e cataloghi. Il Comitato scientifico è stato ampliato e reso ancor più prestigioso e internazionale. A esso si affianca un Comitato editoriale, con funzioni operative e d’indirizzo. «Critica d’Arte» è una rivista aperta, e lancia una call for papers permanente per sollecitare l’invio di contributi da parte degli studiosi interessati, secondo la programmatica apertura d’interessi che fu peculiare del fondatore, accenttando contributi in italiano, inglese, francese e spagnolo. Le proposte– di carattere esclusivamente scientifico – possono essere inviate all’attenzione del Comitato editoriale della rivista sotto forma di abstract, corredate da nome e cognome, qualifica e afferenza dello scrivente; mentre il Comitato editoriale vaglierà le proposte pervenute mano a mano che arriveranno, accettandole o meno e destinandole al primo numero disponibile.
a cura di Ilaria Guidantoni