Per la Toscana l’estate artistica del contemporaneo fa rima con Pietrasanta. Abbiamo incontrato i galleristi Marco e Lorenzo Poggiali, chiedendo loro come vedono la ripartenza nel loro viaggio italiano tra Firenze, Milano e la Versilia.
![Venere italica](https://bebeez.it/files/2020/06/Venere-italica.jpeg)
“A prescindere dal luogo è importante la ripartenza e la voglia che si avverte del pubblico di tornare a vivere l’esperienza meravigliosa di una mostra dal vivo. Avvicinandosi all’estate è chiaro che le aspettative su Pietrasanta sono molto alte, il luogo da anni è pieno di iniziative culturali, di mostre e quest’anno Fabio Viale sarà protagonista con la monumentale Truly voluta dal Sindaco Giovannetti e dall’assessore Massimo Mallegni. Firenze è il nostro luogo storico ed è ancora in corso la mostra Acqua Alta High tide di Fabio Viale prorogata fino al 4 ottobre. Speriamo vivamente che Firenze ritorni ben presto a essere visitata come merita e noi siamo pronti insieme alle altre bellezze delle città ad accogliere chiunque voglia approcciarsi alla nostra galleria. Le aspettative per l’estate sono altissime, ma anche a Milano secondo noi più nel mese di settembre con Art week e Miart a fare da apripista ci sarà una voglia di tornare a vedere rassegne e frequentare gallerie. Noi ci faremo trovare pronti con un grandissima mostra di Kennedy Yanko, talento emergente americano che sarà protagonista con opere apposite per lo spazio in Foro Buonaparte al 52. Il nostro approccio è da sempre propositivo, elemento imprescindibile per chi intende approcciare il mestiere di gallerista nel nostro modus operandi e di conseguenza le energie e le vibrazioni sono assolutamente positive.”
A Pietrasanta la materia della grande mostra Truly che dal 27 giugno e fino al 4 ottobre 2020 porterà l’artista di fama internazionale Fabio Viale nei luoghi simbolo della città degli artisti – la piazza del Duomo, la Chiesa di Sant’Agostino e il suo Chiostro – progetto presentato con il supporto della Galleria Poggiali ed è curata da Enrico Mattei. Dopo la personale al Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, la partecipazione al Padiglione Venezia dell’ultima Biennale di Venezia e l’esposizione al Pushkin Museum di Mosca, con questa mostra Fabio Viale interpreta il senso dei nostri giorni di forzato isolamento, presentando tra le altre opere la scultura Le Tre Grazie, allestita in anteprima assoluta all’interno della Chiesa di Sant’Agostino. In marmo bianco e dal panneggio estremamente dettagliato, la scultura ha come soggetti tre donne originarie di Ghardaia, città algerina di religione islamica ibadita dove la donna indossa il tradizionale haïk, un’ampia veste bianca lunga fino ai piedi, avvolta intorno al corpo e al viso che lascia scoperto un solo occhio. Viale, entrato in contatto con questa città durante uno dei suoi frequenti viaggi, desidera porre particolare attenzione sul tema della libertà negata e al contempo sulla percezione scontata che ne hanno gli occidentali, i quali, proprio adesso, in momenti di forte limitazione, ne avvertono la misura. Rispondendo allo stimolo della nuova iconografia cui tutti noi siamo sottoposti – i cosiddetti dispositivi di protezione individuale, in particolare le mascherine sul volto, con cui abbiamo e avremo ampia familiarità, ma a cui non eravamo abituati – Le Tre Grazie creano un corto circuito visivo e semantico che, a dispetto del titolo, non ha alcun riferimento classico: connettendosi alla simbologia del velo e all’esperienza del distanziamento sociale, basato sulla diffidenza verso il prossimo, specie se coperto, la scultura si apre a significati religiosi e comportamentali. La collocazione della scultura nella Chiesa di Sant’Agostino ne acuisce il portato mistico e simbolico evocando un dialogo sui temi della spiritualità, libertà personale, di culto e meditativa, suggerito anche dalla scelta allestitiva che la vede giustapposta a Star Gate, scultura realizzata in marmo arabescato dell’Altissimo che raffigura due cassette per la frutta monumentali (2 metri di altezza),che unite lasciano un varco nello spazio, un passaggio, e al tempo stesso, un limite da oltrepassare cui si associano portati di nuova spiritualità ed emancipazione. Come sostiene Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento di Firenze e autore di un saggio in catalogo, “alla base del lavoro di Viale esiste sempre una conoscenza rispettosa della materia, ed è grazie a questa relazione virtuosa, coltivata negli anni, tra tecnica e poesia, tra materiali e strumenti, tra uomo e natura, che si è perfezionato un processo creativo il cui scopo è, al netto di altre considerazioni, l’esaltazione delle proprietà formali della pietra e di quelle concettuali e figurative nella fantasia umana.”
![Arrivederci e grazie](https://bebeez.it/files/2020/06/Arrivederci-e-grazie.jpeg)
In occasione della mostra, Fabio Viale, legato fin da giovane alla Versilia perla selezione e la lavorazione del marmo, ha previsto l’allestimento nella piazza del Duomo di alcuni marmi tatuati di grande dimensione. I segni realizzati sul marmo sono una combinazione personale delle più attuali tendenze del tatuaggio, da quelli già sperimentati del mondo criminale e giapponese, ai nuovi orientamenti provenienti dal mondo sudamericano e dei Trapper. Confermando l’attitudine dell’artista a decodificare la sensibilità dei nostri giorni, Viale compone un inedito linguaggio trasversale, che attinge a una sorta di universo segnico Old Style. Tra questi lavori spiccano Souvenir David –un magistrale volto cavo, una sorta di maschera monumentale del David di Michelangelo, su cui l’artista ha sperimentato per la prima volta questo nuovo tipo di tatuaggio – un grande torso ispirato al Torso Belvedere e un’opera inedita: un torso ispirato al Torso Gaddi che vedrà la collaborazione del famoso Direttore Creativo Marcelo Burlon. Sulla superficie marmorea, saranno tatuati i suoi noti motivi, un mix audace di elementi naturali e stilemi contemporanei. Nel Chiostro di Sant’Agostino e nelle sale adiacenti al piano terra sono allestiti, inoltre,una serie di lavori che hanno scandito il percorso dell’artista: da Infinito –scultura in marmo nero che rappresenta le ruote di un SUV intrecciate – a una versione de La Suprema che ritrae due cassette per la frutta con impeccabile effetto legno. A Marina di Pietrasanta infine, posta proprio sul Pontile di Marina comunemente detto “la Piazza al mare” ancora un’opera in marmo bianco. In occasione della mostra sarà edito un catalogo con testi di Enrico Mattei, Sergio Risaliti e Massimiliano Simoni, la cui presentazione al pubblico avverrà sabato 1^ agosto 2020.
a cura di Ilaria Guidantoni